Il Brasile contro i coloni taglialegna: “Salviamo l’Amazzonia e gli Awà”

Gli Awà, la tribù più minacciata al mondo, sono cacciatori-raccoglitori nomadi del Brasile e dipendono interamente dalla foresta per la loro sussistenza. Coloni illegali e taglialegna, armati fino ai denti, mettono a rischio la loro esistenza.

È una vittoria importante quella di Survival International, l’organizzazione mondiale dedicata alla difesa dei popoli indigeni, che dopo mesi di pressioni ha portato il governo del Brasile ad avviare un’imponente operazione di terra per sfrattare gli invasori illegali dal territorio degli Awà, la tribù più minacciata al mondo.

Questi ultimi rappresentano una delle ultime tribù di cacciatori-raccoglitori nomadi del Brasile e dipendono interamente dalla foresta per la loro sussistenza. Le infiltrazioni di coloni, allevatori e taglialegna illegali (molti dei quali armati pesantemente) nell’Amazzonia brasiliana nord-orientale, rappresentano una minaccia per la loro sopravvivenza avendo reso più arduo il reperimento della selvaggina e costituendo un pericolo sia per potenziali attacchi violenti che per la diffusione di malattie verso cui gli Awà hanno poche difese immunitarie.

La rimozione degli invasori è stata avviata dal governo tramite l’invio di centinaia di soldati, funzionari del National Indian Foundation (FUNAI), agenti speciali del Ministro dell’Ambiente e persino di polizia. È un momento critico quello in cui si inserisce l’operazione poiché i taglialegna si sono notevolmente avvicinati agli Awà avendo distrutto porzioni sempre più larghe di foresta.

Lo scorso giugno l’esercito brasiliano aveva condotto un’operazione contro il disboscamento illegale intorno al territorio della tribù, chiudendo almeno otto segherie, confiscando molti macchinari e distruggendone altri. Tuttavia l’esercito non aveva fatto breccia nel vero e proprio territorio degli Awà. “Chiediamo da molto tempo che gli invasori siano espulsi” ha detto un uomo Awá a Survival. “Non vogliamo che i taglialegna distruggano la nostra foresta. Vogliamo che la nostra foresta resti in piedi.”

È merito di un’intensa campagna condotta da Survival International se si è arrivati a questa svolta; nel corso del tempo numerose celebrità hanno partecipato fungendo da cassa di risonanza per l’importante causa. Colin Firth, Gillian Anderson, l’attore italiano Claudio Santamaria, il ciclista Andy Schleck, la stilista britannica Vivienne Westwood e il fotografo brasiliano Sebastiao Salgado il quale ha anche visitato la tribù per documentare la sua situazione. I suoi scatti sono apparsi su Vanity Fair, sul Sunday Times e sul giornale brasiliano O Globo, raggiungendo miloni di persone in tutto il mondo.

Più di 55mila lettere sono state inviate dall’inizio della campagna, datata aprile 2012, dai sostenitori di Survival al Ministro della Giustizia brasiliano per chiedere lo sfratto degli invasori, il logo della campagna inoltre è stato portato in luoghi e monumenti di tutto il mondo, dal Golden Gate Bridge di San Francisco alla Tour Eiffel di Parigi passando per i Canali veneziani. Insieme alla ONG brasiliana CIMI inoltre, Survival aveva fatto pervenire alla Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani, un’istanza urgente in cui chiedeva di fare pressioni sul Brasile per salvare gli Awà.

Nonostante questa enorme risonanza che ha addirittura portato gli Awà in cima alla lista delle priorità del FUNAI, il governo ha iniziato solo ora a sfrattare gli invasori illegali non curante della distruzione di aree forestali che si perpetrava nel frattempo. Nell’accogliere con favore l’inizio delle procedure di sfratto, Survival chiede alle autorità brasiliane di mettere in atto anche soluzioni a lungo termine per impedire agli invasori di ritornare e per garantire la sicurezza della tribù.

“È un momento importantissimo e potrebbe salvare la vita degli Awá” ha dichiarato il Direttore di Survival International, Stephen Corry. “I migliaia di sostenitori di Survival in tutto il mondo possono essere orgogliosi perché hanno aiutato la tribù a cambiare il suo destino. Ora, però, tutti gli occhi restano puntati sul Brasile, che deve completare le operazioni e proteggere la terra degli Awá una volta per tutte.”

Alex Bizzarri


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