Anonymous a caccia di terroristi, tutti i retroscena di OpCharlieHebdo

di Jone Pietrantonio

Quarantacinque capi di stato e governo riuniti a Parigi per aprire la marcia contro il terrorismo, per la libertà di espressione. E Parigi è diventata storia, sotto gli occhi piangenti, ancora sconvolti del mondo dopo l’attentato al Charlie Hebdo, in cui 12 persone hanno perso la vita dopo aver pubblicato vignette satiriche. E in questo scenario in cui la morte ha fatto da padrona, la presenza di Anonymous è stata massiccia.

Leader nella contro informazione, da sempre in prima linea sventolando la bandiera della Free Speech, Anonymous ha dato vita a un’azione che rimarrà storia della Legione. Sul canale principale del server AnonOps, della rete IRC (Internet Relay Chat) uno degli hacktivisti francesi ha dato la notizia dell’attentato, dieci minuti dopo il canale dell’operazione era stato registrato, nasce così #OpCherlieHebdo sotto i nostri occhi. Un’azione che ha visto convogliare in sé utenti anonimi da tutto il mondo e semplici utenti con tanta voglia di partecipare. Ad essa si sono uniti i membri di crew mondiali. Il canale, al secondo giorno dalla nascita ha contato picchi di 600 utenti, mai vista un’azione tanto massiccia a livello di adesione: confermando nel cyberspazio che il mondo intero si è schierato contro l’Isis e i jhiadisti tutti. “Mai vista una cosa del genere, questo significa il mondo contro gli estremisti, contro il terrore”, afferma infatti uno degli anonimi. E ancora: “Il Portogallo è presente” , scrive un utente appena entrato nella stanza Irc; “Voglio aiutare, sono con voi”, afferma un alttro anonimo; “Non so hackerare, ditemi che posso fare”, incalza un altro. Una ‘room’, quella di #OpCherlieHedbo, che è un via vai continuo di nicknamei, entrate e uscite che non si fermano mai, per rimanere su un numero stabile di 400 anonimi in media in un solo canale, quello principale.

Nel dettaglio gli activisti hanno cominciato attaccando qualsiasi tipo di sito islamico. Ma essendo un’operazione con centinaia di utenti da gestire, i target sono cambiati subito dopo: “Non attaccate con DDoS i siti, perché dobbiamo prelevare le informazioni e darle alle autorità con le quali collaboriamo”, scrivevano sul canale coloro che capitanavano la Op. E per la prima volta nella storia della Legione, gli hacktivisti, da sempre nemici acerrimi delle Forze dell’Ordine, hanno collaborato con esse per riuscire a dare maggiori informazioni possibili e creare una lista di sospetti terroristi. “Il nostro obiettivo ora – spiega uno degli Anonimi leader dell’operazione – è quello di trovare il più possibile siti aderenti alla jhiad, scansionarli e prelevare i database, solo così riusciremo a mettere in difficoltà la rete terroristica che si muove su internet”. E mentre molti agivano cercando di prelevare informazioni da siti web come ‘joinalquaeda’, altri si sono dedicati a riportare pagine facebook e account Twitter filo jhiadisti, così al quarto giorno dalla nascita di OpCherlieHebdo 202 account Twitter, 3 siti, 8 profili Facebook, 2 account e  24 video YouTube sono stati cancellati.

3 siti, 8 profili Facebook, 2 account di Youtube, 24 Video di Youtube sono stati cancellati.

Tuttavia, l’azione massiccia per la portata degli aderenti, come dicevamo, diverrà storia per Anonymous perché conferma gli hacktivisti come portatori della libertà di informazione e come aderenti sempre più stretti all’indignazione del mondo. “Su internet, la nostra casa, gli oppressori non hanno spazio – ha incalzato in un’ intervista uno degli Anonymous -. Loro hanno attaccato un giornale, internet non appartiene a loro”, immediata la domanda “a chi appartiene internet?”, “A noi”, mi ha risposto. E ancora: “Quello che è successo in Francia – dice l’Anonimo che chiamerò il Condottiero – è terribile e non possiamo sopportarlo più. Tutti devono combattere contro lo Stato Islamico e il Terrorismo. Tra l’altro Youtube dovrebbe filtrare di più, perché la propaganda è molto forte anche lì”.

Il coinvolgimento enfatico di molti Anonimi nell’Operazione, rischia di sfociare in una condanna totale della realtà musulmana, tanto che gli islamisti sono diventati il male assoluto: “Loro sono l’inferno – ha dichiarato uno degli hacktivisti più coinvolti nell’azione -, non tutti, ma la maggior parte sono terroristi”. Nonostante chiunque inneggi al razzismo venga espulso dal canale, la portata di OpCherlieHebdo è talmente vasta che gli amministratori hanno molte difficoltà a tener fronte ai centinaia di utenti e all’infervoramento razziale.

Gli attacchi DDoS ai server di AnonOps

OpCharlieHebdo ha messo a dura prova anche la net Irc principale di Anonymous: l’azione è stata una sorta di test per tutta AnonOps, dati i continui attacchi DDoS subìti dalle crew hacktiviste di CyberIsis, Fallaga Team, Apoca-Dz. L’alta difesa e il lavoro costante degli amministratori hanno dato prova della inattaccabilità dei server, ora è certo che questi sono inespugnabili. Anonops è una fortezza, possiamo affermare..

Il sito fake

Durante le ricerche dei siti jhiadisti, gli Anonymous si sono imbattuti nel sito opcharliehebdo.com. Esso è divenuto subito un mistero. Comperato lo stesso giorno dell’attentato, il 7 gennaio, esso è risultato esse un falso dell’operazione e il countdown inserito sopra, terminato il tempo del coto alla rovescia, non ha avuto senso, se non quello che lo stesso giorno del suo termine c’è stata la grande manifestazione a Parigi. Tuttavia controllando bene i dati del whois, gli hacktivisti sono riusciti a sapere che il dominio è stato acquistato in Arizona il giorno stesso dell’attentato, il 7 gennaio. L’ora, per quanto le ricerche siano state assidue, rimane sconosciuta.

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