A Belgrado la disabilità va al di là della disabilità

Testo, foto e video di Monica Ranieri 

Non lasciare nessuno indietro nel proiettare il mondo verso il futur0. Questo il messaggio che il segretario generale delle Nazioni Unite lancia in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con disabilità: “Costruire un mondo sostenibile ed inclusivo per tutti richiede il pieno coinvolgimento delle persone con tutti i tipi di abilità. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile include molti argomenti di interesse per le persone con disabilità e dobbiamo lavorare insieme per trasformare queste intenzioni in azioni”. L’idea di votare il 3 dicembre alla battaglia per i diritti delle persone con disabilità risale al 1981 e ogni anno le attività organizzate in occasione della Giornata si ispirano ad un tema ben preciso: nel 2015 è la volta di “Inclusion matters: access and empowerment for people of all abilities”.

Si tratta di un tema particolarmente caro alla Onlus romana Psy Plus, che da tempo sostiene il diritto all’inclusione delle persone con bisogni speciali e promuove in Serbia il progetto di cooperazione internazionale A special life. Obiettivo del progetto è offrire un concreto supporto alle realtà che lavorano per offrire alle persone con disabilità un’alternativa all’ istituzionalizzazione. Come volontaria di Psy Plus, affianco lo psicologo Paolo Azzolini in un costante lavoro di immersione nella quotidianità di Naša Kuća, centro diurno e laboratorio socio occupazionale frequentato da giovani adulti con disabilità mentale. La costituzione del centro, e la sua stessa sopravvivenza ancora oggi, è stata possibile grazie all’iniziativa di un gruppo di un genitori che volendo sopperire alle mancanze del sistema sociale ha sviluppato nel corso degli anni una valida esperienza nel settore dell’associazionismo e delle cooperative sociali.

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Se inizialmente lo scopo era quello di fornire un’alternativa all’istituzionalizzazione che si allontanasse dal modello medico per abbracciare un modello sociale, con il passare degli anni e l’aumentare delle ansie che pesano sul presente e sul futuro degli adulti con disabilità in Serbia, gli sforzi di Naša Kuća si proiettano sempre di più in direzione della battaglia sociale e politica tesa ad assicurare il diritto al lavoro e condizioni dignitose di impiegabilità degli adulti con disabilità. I ragazzi del centro hanno quindi cominciato ad impegnarsi in attività di educazione e formazione al lavoro. La nostra presenza sarà l’occasione per lo sviluppo di un progetto di documentario attraverso cui raccontare la storia e le vite che si incrociano nella “nostra casa”.

In occasione della Giornata Internazionale abbiamo chiesto ad operatori del centro e genitori di offrirci un loro contributo commentando, sulla base della propria quotidiana esperienza e della propria sensibilità, alcuni dei concetti chiave intorno ai quali si sviluppa il dibattito sulla disabilità e su cui si basa la Convenzione sui diritti delle Persone con Disabilità adottato dalle Nazioni Unite.

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Nel video però abbiamo introdotto un concetto che non compare nella lista delle “parole chiave” delle Nazioni Unite, un concetto basilare da cui tutto prende vita, e che, probabilmente, costituisce il primo e fondamentale passo per spogliarsi dalle proprie paure, dai pregiudizi, e per cominciare a pensare al di là di diagnosi, categorie, e per uscire dal rassicurante bozzolo di quella che consideriamo la “normalità”: l’incontro con la “disabilità”. Quindi perché non accettare l’invito che Bata mi rivolge alla fine del trailer, mentre sono lì impalata dietro la macchina da presa: mi dice “vieni, andiamo a cercarlo insieme”. Non sappiamo ancora di cosa si tratta, né sse mai troveremo questo qualcosa, ma, intanto, entriamo nella “nostra casa”.

A special life è un progetto di:

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Per sostenere le sue attività in Serbia potete cliccare qui.


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