Il Ramadan della Primavera araba

di Joshua Evangelista

In un’aria cupissima, anche i siriani hanno iniziato il Ramadan. Un inizio surreale che segue di poche ore la devastazione di Hama, dove i militari hanno ucciso più di 80 persone. Quello di quest’anno è sicuramente tra i Ramadan più attesi di sempre, non solo in Siria. Ha colto il mondo arabo nel pieno dei cambiamenti della Primavera e secondo molti analisti potrebbe segnare l’atto decisivo di molte delle rivolte.

Da Damasco attivisti ed oppositori hanno comunicato che continueranno nella rivolta senza alcuna sosta, nonostante le difficoltà del digiuno e delle previste temperature torride. Ci saranno tuttavia alcuni espedienti ed accorgimenti per rendere più funzionali le manifestazioni. L’attivista Bassem Khaddoun ha spiegato all’agenzia Aki che sono prevesti vari sit-in notturni e una serie di cortei che partiranno dopo l’iftar, il pasto che rompe il digiuno. Raduni, preghiere notturne e la vita comunitaria che caratterizza il Ramadan potrebbero quindi essere degli strumenti decisivi per la riorganizzazione della lotta al potere di Assad.

Ma queste speranze non sono condivise da tutti. Molti rivoltosi di Egitto, Libia e Yemen temono che l’inevitabile rallentamento psicofisico del mese del Ramadan potrebbe portare all’impasse delle proteste, permettendo ai regimi di riprendere il pieno controllo. Non sarebbe un caso, ad esempio, la richiesta di tregue di Gheddafi durante il mese di digiuno. Secondo Ibrahim Eldebashi, un diplomatico che cura gli interessi dei ribelli a New York, si tratterebbe di un tentativo di costringere la Nato a interrompere gli attacchi. Sono molti i libici che preferirebbero interrompere gli scontri durante il Ramadan, ma le truppe di Gheddafi “non smetterebbero di combattere e noi non gli daremo la possibilità di rinforzare il suo esercito demoralizzato”.

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Nel frattempo in Egitto il Ramadan infiamma l’atmosfera tra i contendenti ad occupare il posto vagante appartenuto per trent’anni a Mubarak. Partiti islamici e secolarizzati si giocano i voti degli abitanti dei quartieri più poveri del Cairo distribuendo supporti per il digiuno e cibo.


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