Sri Lanka, stato d’emergenza revocato dopo 28 anni. Ma è ancora rischio guerra civile

Il regime nazionalista di Mahinda Rajapaksa ha revocato lo stato d’emergenza che era in vigore dal lontano 1983; tuttavia verrà rimpiazzato con una legislazione anti- terrorismo «nuova di zecca», che andrà a prolungare e a rendere permanente la legge marziale. Secondo quanto riferito da Mohan Peiris, ministro della Giustizia, l’operazione non avrà come conseguenza la scarcerazione dei 12mila prigionieri politici tamil, forse anche di più, che si ritrovano detenuti privi di accuse formali dalla conclusione del conflitto nel maggio del 2009.

Non costituiranno oggetto di revoca i poteri emergenziali di esercito e polizia, nè saranno smilitarizzate le cosiddette «zone di sicurezza». Non decadrà la messa al bando di tutte quelle organizzazioni di tipo politico collegate all’Ltte, come per esempio le Tigri del fronte popolare di liberazione (Pflt). In più, continueranno ad essere in vigore quelle disposizioni di legge le quali limitano l’esercizio della libertà di stampa e di sciopero.

Forse non è una coincidenza il fatto che lo stato d’emergenza sia stato revocato proprio a pochi giorni dalla riunione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che avrà luogo il 13 settembre prossimo a Ginevra, quando saranno oggetto di discussione le accuse di crimini di guerra compiuti dal regime di Colombo. Lo scopo di Rajapaksa è quello di dare una nuova immagine di sé, evitando così l’avvio di inchieste internazionali ai danni del suo regime. Tuttavia nel 2009 non si parlò del fatto che a ben 40mila civili tamil venne tolta la vita da parte dell’esercito nell’arco di pochissimi mesi.Gli stessi Stati Uniti ed Unione Europea hanno i propri interessi a non voler incrinare i rapporti con un regime che detiene il controllo di un Paese geo-strategicamente molto importante come lo Sri-Lanka.

Secondo i suoi detrattori, Rajapaksa starebbe facendo di tutto per preparare terreno fertile ad una ennesima guerra civile, dal momento che non intende riconoscere la commissione di crimini di guerra e ha escluso qualsiasi eventuale riconciliazione post-bellica con i tamil.


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