Parole come pistole in “Resistenza sonora”, il nuovo album dei Kalafro

di Teodora Malavenda

Le loro voci vengono dal sud ma trasmettono dei contenuti che vanno al di là dei confini geografici. Lo scorso gennaio viene pubblicato per Reliefe Record il loro ultimo progetto discografico. Venti tracce in cui si mescolano suoni folk, rap e reggae per un risultato finale probabilmente impegnativo ma trascinante.

L’album in questione si chiama Resistenza Sonora e le voci che lo interpretano sono quelle dei Kalafro. La band si forma a Reggio Calabria nel 2002 distinguendosi sin da subito per il carattere militante e i messaggi impegnati che trasmette alle giovani generazioni. Politica (nel senso più nobile del termine), mafia, amore per la propria terra e meridionalismo sono le tematiche su cui insiste. Sono proprio i Kalafro a scrivere e a cantare per primi in Italia il brano contro la costruzione del ponte sullo stretto. No al Ponte in brevissimo tempo circola nei canali on air e on web e diventa colonna sonora delle manifestazioni di protesta.

Il 2007 è una data impegnativa per il gruppo. Viene selezionato per il Sunsplash (il più importante festival reggae europeo) e divide il palco con Sud Sound System, Beenie Man e Israel Vibration. Seguono tanti concerti, un cd ufficiale (Briganti) fino alla recente collaborazione con il Museo della ‘ndrangheta, un’istituzione nazionale che attraverso i molteplici linguaggi della cultura, si impegna a demolire i falsi valori mafiosi. Resistenza Sonora ottiene il finanziamento del Museo e assurge ad invito esplicito “all’insurrezione popolare armata”, un’insurrezione in cui le armi non sono le pistole ma le parole. Quelle di cui Nicola Casile, Simone Squillace, Francesco Creazzo, Bruno Timpano e Francesco Carlo si servono per esortare i giovani e i meno giovani a non abbassare lo sguardo di fronte alle angherie del sistema criminale.

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Nella playlist c’è anche spazio per una dedica passionale alla propria terra, ancora oggi oggetto di grandi e invisibili flussi migratori (Calabria Mia) e per una lettura ironica degli atteggiamenti caricaturali di alcuni meridionali (Terrone). Nel disco anche un omaggio alla vecchia formazione dei Musicanova con un remake in chiave street di Brigante se more (Briganti). Attualmente i Kalafro sono in tour per l’Italia a bordo di un’automobile confiscata ad un boss palermitano. Un gruppo da vedere e da ascoltare. Un gruppo che resiste e invita alla resistenza.


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