Non sono razzista, ma…

Il razzismo si nutre di luoghi comuni, semplificazioni comunicative e analisi superficiali. Come combatterlo? A colpi di dati reali e comunicando. Si parlerà di questo, e di molti altri temi, a “ProMigrè – Festival delle migrazioni e delle genti”, che di terrà il 27 e 28 aprile 2012 a Bologna.


4 Comments

  • Aggiungo inoltre, visto che mi ero scordato, iniziativa molto bella, sfatare i luoghi comuni è un primo passo mai abbastanza tentato per creare rapporti sociali tra culture.
    Come si diceva sopra, ogni persona è una risorsa per lo stato, mai uno scarto.

  • Volevo dire pagata non in regole.
    Concludo dicendo che l’extracomunitario è e deve essere una RISORSA come tutti gli essere umani,
    non è uno scarto e ed è necessario che in questo Paese badiamo bene NOI a preservare la nostra cultura, non sono mai gli altri a sbagliare ma noi a non prendere le giuste misure!

  • Sono cresciuta in un paese estero (Svizzera) dove le regole venivano rispettate, ma anche e purtroppo infrante.
    I miei vicini di casa erano turchi, curdi, tamill, indiani oltre che svizzeri.
    Certo quando uno straniero va a trovare lavoro all’estero, a nessuno residente della nazione sta molto simpatica questa situazione. Vale anche per il neocolonialismo, rappresentato dallo sfruttamento illegale di preziose materie prime che “le nostre nazioni” fanno a scapito di quelle povere, a cui noi mandiamo i bollettini con “un offerta”!?
    Non pensate che all’estero non vivano le stesse situazioni. Certo forse qui c’è più permissivismo,
    ma è la stessa complicità che si usava nel periodo nazi-fascista per deportare le persone.
    Se ci sono cose che non vi stanno a genio forse è meglio chiamare chi di dovere, e se quest’ultimo non fa il suo mestiere allora dovete denunciare chi non fa il proprio lavoro.
    Non tutti gli stranieri vengono per sfruttare il nostro paese ed essere criminali.
    La gran parte di loro vuole vivere dignitosamente come noi, e se non c’è lavoro è perchè forse prima tutti volevano fare gli intellettuali e nessuno voleva fare lavori cosiddetti “umili”.
    Questo detto da una laureanda che ha sempre accettato tutti i lavori che venivano, senza mai storcere il naso in regola e anche sottopagata.
    Perchè invece non si ammette il fatto che adesso che la cuccagna è finita tutti facciamo le vittime, mentre prima ci comodava tanto inserire un extracomuniatrio a lavare i cessi sottopagato, perchè “Uh che schifo non lo voglio fare”? Dai ammettiamolo, i lavori sporchi non li vuole fare nessuno. Anche se personalmente lavare cessi non mi ha fatto schifo!
    Per i nomadi vale un discorso diverso, loro sono “protetti” dallo Stato Italiano e sono d’accordo che non è giusto mantenere una etnia solo perchè tale. Qui bisogna cambiare le regole.
    Questo è ciò che penso.

    • Lavoro in un campo nomadi da qualche mese e ho scoperto una cosa che mi ha sconvolto: i nomadi non esistono, i nomadi non sono nomadi, non vogliono esserlo, non vogliono vivere in camper ma darebbero tutto per una casa come la nostra. Non lo dico per criticarti, ma proprio perchè fino a poco tempo fa mi ero bevuto anche io la palla che ci è stata rifilata per anni, finchè non ho toccato la realtà con mano.
      Conosco “nomadi” che alla notizia di doversi spostare da roma nord a roma sud hanno avuto crisi isteriche e hanno fatto minacce pur di non spostarsi e sradicarsi dal quartiere.

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