Domenica scorsa, intorno alle 23.30, la città di Chieti è stata teatro di un attacco omofobo. Durante un aperitivo gay friendly alcune persone sono state aggredite da un gruppo di tifosi del Chieti Calcio e ragazzi che indossavano magliette con simboli nazisti. Inizialmente l’aggressione è stata soltanto verbale; in un secondo tempo però sono volate bottiglie e sassi contro i ragazzi seduti al bar, cinque dei quali sono rimasti feriti. Secondo la testimonianza di alcuni presenti uno degli aggressori aveva una spranga di ferro con cui minacciava i gay.
Denunciato l’accaduto al numero verde del Gay center. Claudio Minetti, del circolo Arcigay Triangolo Rosa di Chieti racconta che “le aggressioni omofobe a Chieti non sono una novità” e che già “nel dicembre scorso” erano stati aggrediti “due studenti”. La denuncia di Minetti espone anche un altro fatto grave: “la polizia è arrivata dopo tre chiamate, a quasi un’ora di distanza dell’accaduto”. Nel raccogliere le testimonianze – dice Minetti – ci si è resi conto che “si è trattato di un assalto vero e proprio. Alcuni avevano bandiere del Chieti Calcio e altri indumenti con svastiche e simboli di estrema destra”.
“Raccogliamo questa denuncia – spiega Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center – facendo appello alle autorità locali di fare piena luce sull’accaduto e denunciando ancora una volta la necessità che ci sia un impegno politico nel varare norme che contrastino la violenza omofoba. Quanto avvenuto a Chieti è ancor di più preoccupante perché e’ stata un’aggressione di gruppo organizzata e con uno sfondo ideologico di estrema destra di fronte ad altri giovani che stavano pacificamente trascorrendo una serata”.
La tifoseria teatina si tira immediatamente fuori dalla vicenda e un portavoce degli ultras, che ha preferito non rendere noto il suo nome, ha dichiarato: “Abbiamo una mentalità moderna, che rifiuta l’idea dell’omofobia. Una sciarpa neroverde esprime l’amore per una squadra e non l’odio per gli esseri umani. Noi, in questa vicenda, non c’entriamo”.
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Ragazzi, giocare a fare i giornalisti va bene, ma a patto che lo si faccia con cognizione di causa. Questo articolo diffama una fazione che con l’accaduto non ha niente da spartire. Tra gli aggressori non c’erano “ultras del Chieti”. Parlando di ultras, attaccate i gruppi organizzati i quali, ripeto, non erano affatto presenti. La Digos di Chieti, per altro, si è pronunciata proprio oggi: ha smentito ci siano feriti ed ha dichiarato si trattasse di alcuni ragazzi, molto probabilmente minorenni. Per cortesia ve lo chiedo: il vostro lavoro svolgetelo come Dio comanda. E’ finita l’era delle menzogne e delle esagerazioni da mercato rionale: le voci fanno in fretta a circolare. BASTA con la DISinformazione!