11 settembre: l’America ricorda, al-Qaeda torna a minacciare

Puntuali, nel giorno dell’undicesimo anniversario dei quattro attentati che devastarono gli Stati Uniti, sono arrivate nuove minacce di al-Qaeda. Sempre rivolte all’eterno nemico, gli Stati Uniti, colpevoli di una costante “politica d’opposizione all’Islam”. Le minacce sono state inviate, come di consueto, attraverso un videomessaggio.

Tra i numerosi volti apparsi in video, sono stati ripresi in primo piano quelli del leader del principale movimento terroristico islamico, al-Ẓawāhirīe, e del suo portavoce americano, Adam Gadahan. Il gruppo ha reso, così, il proprio “tributo” nel giorno dell’anniversario dell’attacco: “Gli Stati Uniti sono in guerra con l’Islam e i musulmani americani devono essere pronti ad affrontare un nuovo olocausto”.

Il video dell’orazione minatoria è stato condiviso sul web da centinaia di utenti, ed è circolato attraverso i forum riconducibili alla jihad islamica. Ad alimentare le invettive dei fondamentalisti, sarebbe stata la politica di Barack Obama. Secondo il portavoce di al-Qaeda, il Presidente degli Stati Uniti starebbe conducendo una percorso politico all’insegna di una netta chiusura verso la religione islamica.

“L’America è chiara nella sua opposizione”- ha dichiarato Gadahan, che poi si è scagliato contro la politica imperialista a stelle e strisce. “Oggi, i musulmani americani vengono uccisi nello Yemen, domani saranno uccisi a New York e Los Angeles. Siate pronti a un olocausto”- ha infine concluso, trionfalisticamente, il terrorista.

Ma non solo accuse e minacce sono arrivate dal gruppo dei pervicaci terroristi. Gli uomini di al-Qaeda hanno stilato, infatti, una puntuale serie di tutte le sconfitte subite dagli Stati Uniti, cercando di discreditare la Nazione e le scelte, in materia di politica estera e difesa, compiute dall’amministrazione Obama.

L’orazione, orpellata persino di un titolo (“La verità è arrivata e la menzogna è morta”) e registrata anche  in arabo, inglese e urdu, è stata diffusa nelle ore successive a una propagandistica dichiarazione di sostegno ad Abu Yahya al-Libi, numero due di al-Qaeda, e referente della propaganda jihadista, ucciso da un drone americano.

L’elogio era stato rivolto sempre dal leader delle forze terroristiche islamiche, il medico egiziano al-Ẓawāhirīe, che ha preso il posto di Osama Bin Laden a seguito della sua uccisione, da parte delle forze speciali americane. Correva il maggio del 2011. A distanza di poco più di un anno, la sua politica non è affatto cambiata. A dimostrarlo, le continue minacce, tra cui le ultime, lanciate nel giorno della memoria.

 Emilio Garofalo

 


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