Testo e immagini di Stefano Romano
Si è conclusa a Roma la prima grande conferenza a livello mondiale sulla Diaspora Filippina. Dal 27 al 29 settembre, si sono incontrati in un grande Hotel della capitale, le rappresentanze delle varie comunità filippine sparse per il mondo; la crema dell’intellighenzia a livello politico, sociale e culturale. I membri del Global Filipino Diaspora Council (GFDC), in collaborazione con l’Ambasciata Filippina a Roma e la Commission of Filipinos Overseas (CFO) dalle Filippine, hanno dato vita alla prima Conferenza Europea che segue la Prima assoluta D2D avvenuta a Manila nel Settembre del 2011; con la partecipazione inoltre del Comune di Roma, L’Organizzazione Internazionale della Migrazione in Italia (IOM) e il Scalabrini International Migration Institute (SIMI), presente con il direttore Fr. Fabio Baggio.
Alla conferenza sono giunti membri delle comunità filippine da più parti dell’Italia, dall’Inghilterra, Grecia, Germania, Olanda, Norvegia, Repubblica Ceca, Svezia, Danimarca, Malta, Israele, Arabia saudita, Filippine, USA, ognuno a portare la propria esperienza in quanto rappresentante o fondatore di una organizzazione. Secondo quelle che sono state le parole propositive di Mrs. Marie Luarca-Reyes, la Presidente del comitato organizzativo della D2D, la conferenza è nata con l’obiettivo di stabilire un dialogo, e portarlo avanti, tra tutti i filippini in Europa, per poi presentarsi uniti alla Seconda D2D che avverrà nelle Filippine il prossimo anno.
Molti sono stati gli interventi rilevanti nel corso dei tre giorni. Prima di riportarvene alcuni, che a mio avviso sono sembrati decisivi, vorrei inoltre ricordare la presenza del Filipino Women’s Council italiano, che ha caratterizzato come moderatore l’ultima giornata. L’evento è stato presentato da Pia Eliza Gonzalez, giornalista e consigliere al XVI Municipio di Roma. Il tutto sotto gli occhi e la parola dell’Ambasciatore delle Filippine in Italia, Mr. H. E. Virgilio Reyes Jr. che ha aperto ufficialmente la maratona tematica il 27 settembre, dopo i rispettivi inni nazionali delle Filippine e dell’Italia.
Le tre giornate si sono alternate in sedute tematiche nella mattina, con diversi oratori, e diversi workshop nel pomeriggio. Mentre l’ultima giornata, dopo la cena si sono esibiti gruppi di danza folkloristici, moderni, rapper e una famosa cantante arrivata dalla Filippine: Rachelle Ann Go; presentazione della serata da parte di Mr. Armand Curamang. Tra gli interventi che hanno più colpito nella prima giornata, ricordiamo quello di Mr. Manuel L. Quezon III, Sottosegretario e Presidente dello Sviluppo delle Comunicazioni e della Pianificazione Strategica. Il Dott. José Angel Oropeza, Direttore dell’Organizzazione Internazionale della Migrazione, il quale ha rimarcato quanto sia positiva per lo sviluppo dei paesi la migrazione, anche se con luci ed ombre perché in alcuni paesi l’immigrazione è ancora vista come una minaccia, come una sottrazione del lavoro della popolazione locale da parte dei lavoratori stranieri, mentre ogni migrante sa quanto sia importante il suo apporto alla società in cui vive, al suo miglioramento. E dimenticando quanto a volte la migrazione sia una scelta obbligata per chi fugge dalle guerre, e dalle cattive condizioni climatiche dei rispettivi paesi, spesso morendo in viaggio, come insegnano le stragi nel Mediterraneo dei recenti anni. “We are changing the world!” sono state le sue ultime parole. Dall’Italia ha poi parlato Mr. Luigi Cal, Direttore dell’International Labor Organization-Italy, fondata nel 1919 e da allora portatrice di una messaggio di reciproca cooperazione tra i vari paesi, non solo a livello governativo ma anche delle associazioni locali delle singole comunità migranti. Ha riportato il sunto della conferenza che ha avuto luogo a Ginevra, da cui è emerso quanto siano necessarie delle istituzioni che proteggano il lavoratore migrante; insistendo sul ruolo basilare della donna, e del lavoratore domestico, spesso invisibile e fragile, seppure vitale per il sostegno economico del paese in cui lavoro e da cui proviene, grazie alle rimesse. Ha concluso la prima parte Mrs. Imelda Nicolas, Segretario CFO da Manila, la quale ha sottolineato come i migliori esperti sulla migrazione siano i filippini stessi. Il suo discorso è stato supportato da un breve video “Responding to the Challange of Migration and Development” che ha mostrato l’estensione della diaspora filippina, con 214 milioni di migranti – ad oggi – che vivono fuori dal proprio paese, di cui 10 milioni sono filippini. Molto importante poi è stato il discorso del Dr. Natale Forlani, Direttore Generale dell’Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il quale ha annunciato una revisione entro dicembre della modalità di inserimento dei lavoratori stranieri, per superare la recente Sanatoria che presenta più ombre che luci. Una nuova modalità che non comprenda click-day o sanatorie. E, cosa assai rilevante, ha anticipato anche un programma, in collaborazione con le regioni, nel settore del servizio alle persone (che rappresenta il 60% dell’occupazione dei filippini in Italia), che da l’opportunità di frequentare gratuitamente dei corsi di formazione per i lavoratori, e per il quale sono stati già stanziati dal Governo 40 milioni di euro. Sono già 2000 in Italia i lavoratori stranieri che stanno completando i primi corsi di formazione.
Il secondo giorno della D2D ha avuto come tema iniziale: “I diritti dei migranti – Cittadinanza, Politiche per l’integrazione e la reintegrazione” ed è stato coordinato da Mrs. Cherry Joy Veniles, Assistente Esecutivo della Commission on Filipinos Overseas (CFO). La parola è stata dunque presa da Mr. Romulo Salvador, City Councilor di Roma Capitale, e primo consigliere storico delle comunità migranti di Roma, il quale ha spiegato come si svolgono le votazioni in Italia e le leggi italiane che riguardano, in primo luogo, gli immigrati: come la ius solis; e le battaglie del presente che la rappresentanza delle comunità immigrate sta portando avanti in ambito legislativo – su tutte i diritti di cittadinanza e il permesso di soggiorno. Anche perché, come ha specificato Mr. Romulo, senza il permesso di soggiorno si privano le persone dei loro diritti fondamentali. Ha poi parlato Mrs. Cecilia Jimenez, Insegnante di Diritto Internazionale, la quale con estrema lucidità ha intitolato il suo discorso: “Integration: know your rights!” (Integrazione: conosci i tuoi diritti!), rimarcando come l’integrazione non accada senza motivo, e che l’integrazione possa essere significativa solo se basata sulla dignità dell’essere umano, riconoscendo e tutelando i suoi diritti. Una buona integrazione è facilitata dall’informazione, dall’organizzazione e deve essere, sempre, il frutto di una collaborazione e di una mutua attività. In quanto insegnate di diritto, Mrs. Jimenez, ha evidenziato come i lavoratori migranti appartengano a due società, la terra madre – le Filippine – ma nello stesso tempo anche al paese ospitante, che si traduce anche in una appartenenza e conoscenza del suo sistema legale e giuridico. Ha esposto i risultati della Convention dell’Unione Europea sui diritti del lavoratori migranti e le loro famiglie (UN CMW) che ha stabilito la fondamentale tutela di tutti i lavoratori migranti, inclusi quelli senza documenti. E di come siano fondamentali dei corsi pre-partenza, con seminari, per i lavoratori migranti che diano più informazioni possibili sui paesi di destinazione. La Commissione ha evidenziato anche i casi in cui i filippini all’estero sono vittime di abusi da parte dei datori di lavoro, senza che però ci sia nessuna fiducia da parte delle istituzioni nelle loro parole. La sfida in Europa, ha concluso Mrs. Jimenez, è il riconoscimento del contributo dei lavoratori migranti alla sviluppo dell’Europa.
A seguire c’è stato il vigoroso intervento dell’Ambasciatore delle Filippine presso Abu Dhabi, Mrs. Grace Princesa, che ha puntato sulla prospettiva storica delle Filippine, ovvero di cosa devono andare fieri i filippini. Perché l’unità di un popolo, la forte identità, è l’antidoto migliore ai veleni interni della Diaspora, che è per sua natura sempre una divisione. E l’unità principale è in Dio – Bathala, ricordando che senza l’arrivo degli spagnoli, le Filippine sarebbero state uno stato musulmano, e che questo deve far riflettere sul senso di fratellanza e unità nella diversità del popolo dalle mille isole. E che le Filippine sono sempre state un paese ricco, perciò non ha mai avuto bisogno di conquistare altri paesi, ma è invece stato sfruttato. Di seguito ci sono stati dei workshop, divisi in due gruppi con i diversi rappresentanti dei filippini all’estero, i quali hanno risposto tutti alla domande sulla loro visione dell’integrazione. Quale sia per il loro il segno del successo di una buona integrazione.
Conoscenza della lingua, stabilità economica, collaborazione con le altre culture, sicurezza legata alla legalizzazione dei documenti sono le risposte che hanno accomunato i filippini giunti da ogni parte del mondo. Le risposte sono state poi discusse insieme dai vari relatori. Ricordiamo come ultimo intervento, per la bellezza del significato, quello che Mr. Romulo Salvador ha spiegato a chi chiedeva su come debbano essere rappresentati i diritti dei filippini all’estero. Con alle spalle una lunga storia di battaglie, Mr. Romulo ha detto che “noi” non abbiamo bisogno di un trono nella vita politica delle cità in cui viviamo, basta anche una panca, purché possiamo essere utili alla nostra comunità. Nel pomeriggio si è parlato della “Sicurezza economica dei filippini all’estero e delle loro famiglie”, presieduta da Mrs. Maris Gavino, Presidente dell’Associazione romana Pilipinas-OFSPES.
L’ultimo giorno si è focalizzato il Costo Sociale della Migrazione nelle famiglie, soprattutto legato ai giovani. Moderatrice è stata Mrs. Maris Gavino, Presidente dell’Associazione romana Pilipinas-OFSPES. Tra i vari interventi ricordiamo quello di Mrs. Charito Basa, la quale in quanto Fondatrice e vice-presidente del Filipino Women’s Council ha fatto le veci della Fondazione Atikha. Tra gli interventi ricordiamo le parole di Mr. Samuel Bernal, giurista dalla repubblica Ceca, che ha esortato gli ascoltatori ad essere fieri di essere filippini, con l’obbligo di smettere di pensare che esserlo sia invece un handicap. Ricordando come i filippini siano tra i migliori lavoratori al mondo, multilingue e con una forte adattabilità a qualsiasi lavoro: ma rinunciando a qualsiasi mentalità vittimistica. E che questo è alla base per le nuove sfide del futuro, prima tra tutte iniziare ad avere sempre più operatori privati filippini nel business, nuovi imprenditori. Mentre Mrs. Carol Medel-Anonuevo, Deputy Director dell’UNESCO in Germania, ha puntato i riflettori sul dolore della separazione tra figli e genitori, dove i figli sono quelli a pagare il costo sociale più alto. Secondo la sua opinione l’educazione è il valore fondamentale per il quale i lavoratori sono all’estero. Investire nell’educazione equivale e migliorare la vita dei migranti, senza dimenticare mai di ascoltare quali siano i veri desideri e bisogni dei figli, sia nella terra madre che nei paesi che li ospitano. Durante un workshop è stato ricordato da Ms. Audrey Abarintos, membro del Filipino Women’s Council italiano, come ad esempio, la Fondazione Atikha in Filippine, offra ai bambini dei lavoratori all’estero dei training-day in cui si mostra ai bambini quale sia una giornata tipo di un lavoratore domestico, sicché da fargli capire la dura realtà di chi è lontano, permettendo inoltre di fargli acquisire un giusto valore ai soldi che ricevono. Ad infiammare la platea, in conclusione, è stato il discorso di Mrs. Loida Nicolas Lewis, avvocato e Presidente del Global Filipino Diaspora Council a New York, la quale ha mostrato un video di una forte protesta di tutto il popolo filippino contro il furto di petrolio avvenuto da parte dei cinesi nel Luglio del 2011, e per cui le Filippine, così come l’Indonesia e la Malesia, hanno perso una cifra considerevole di denaro: “Non dobbiamo sacrificare i nostri lavoratori o le nostre seconde generazioni, mandandole a lavorare all’estero, se possiamo essere tra i paesi più ricchi al mondo con il petrolio che i cinesi ci hanno sottratto indebitamente!”.
Alla fine sono stati eletti i membri per ogni rappresentanza nazionale per la futura D2D in Filippine. Durante la conferenza stampa conclusiva l’entusiasmo era palpabile, per un passaggio storico della grande comunità filippina mondiale. Avere una singola voce e anima per un popolo sparpagliato in ogni angolo del pianeta, superando le ramificazioni delle diverse associazioni. Consentendo anche un abbraccio simbolico tra il Pinoy Overseas American Delegation con la delegazione Europea, creando così quella comunità globale che era il proposito iniziale della D2D. da ora è possibile iniziare a pensare di creare nuovi importanti leader politici filippini nel mondo, come ha sostenuto Mr. Romulo Salvador: “basta mentalità parrocchiale, è ora di giocarsela ad un alto livello”.
L’appuntamento è dunque rimandato all’anno prossimo, in Filippine.
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