Lei, una donna musulmana che lavorava come fonico e interprete a Torino, si era rifiutata di rimuovere il velo in un tribunale – dove si trovava per esercitare la professione – come richiesto dal giudice Giuseppe Casalbore. A fine anno il contratto non le viene più rinnovato dall’Isp, l’Istituto stenodattilo professionale. La società, che fornisce servizi al ministero della Giustizia, si giustifica appellandosi a una riduzione del lavoro e del numero di udienze. Ma la donna è convinta che il motivo sia nel suo atteggiamento. Si fa quindi assistere dai legali Paolo Berti e Alida Vitale. Dopo due udienze davanti al giudice del lavoro la donna ha ottenuto vittoria. L’Isp ora deve riassumerla con un contratto a tempo indeterminato per 40 ore a settimana e rilasciarle un risarcimento di mille euro. Lei tornerà a lavoro il 16 novembre prossimo.
Profilo dell'autore

- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
Asia & Oceania22 Dicembre 2024Yasuke, il samurai africano che stupì il Giappone del XVI secolo
Europa22 Dicembre 2024Come i nazisti si appropriarono del nudismo socialista per veicolare il mito della razza ariana
Nord America21 Dicembre 2024“Uccidi l’indiano, salva l’uomo”: La storia dimenticata dei collegi per i nativi americani
Asia & Oceania21 Dicembre 2024Wu Zetian, l’imperatrice che riscrisse le regole del potere in Cina