di Valentina Ersilia Matrascìa
Immigrazione, nuovi italiani e seconde generazioni. Che posto hanno queste tematiche nell’agenda dei due candidati alle primarie del Partito Democratico? Qual è la posizione in materia dei due sfidanti al ballottaggio, il rottamatore Matteo Renzi e il segretario Pierluigi Bersani? Nel corso del confronto tv andato in onda ieri sera alla domanda della giornalista Monica Maggioni “Clandestini o migranti irregolari, come li chiamate? Per voi l’immigrazione è una questione di sicurezza o un’opportunità?” entrambi i candidati hanno espresso posizioni molto critiche nei confronti dell’attuale legislazione in materia di migrazioni, il contrasto alla clandestinità e un’apertura verso la necessità di una nuova legge di cittadinanza. “Bisogna – ha affermato Pierluigi Bersani – che i migranti non diventino clandestini. Noi, a trattare la regolarità a schiaffoni abbiamo accumulato un sacco di irregolarità e quindi dobbiamo metterci nelle condizioni di Paese civile che regola i flussi e che dà i diritti di cittadinanza quando è ora, per integrare veramente, insomma che fa le cose che hanno fatto Paesi che hanno avito esperienze di questo genere. Poi arriverà il momento che rifletteremo sui morti annegati nel Mediterraneo e ci vergogneremo, verrà quel momento”. Dello stesso parere anche Matteo Renzi per il quale “le leggi di questo Paese sono leggi assurde. Sa che un’azienda che si occupa di moda in Italia, a Firenze, nel nostro settore, non può scegliere un designer, o una scuola di formazione non può chiamare dei cervelli perché c’è la Bossi-Fini che li blocca, persino loro che possono portar intelligenza? La prima cosa da fare è cambiare la Bossi Fini ed essere capaci di farlo alla svelta”.
Critico sulle posizioni di Renzi, Khalid Chaouki, responsabile Nuovi Italiani del Partito Democratico, organizzatore dei comitati “Nuovi Italiani per Bersani” e promotore di “Insieme ai nuovi italiani. Un’alleanza per ricostruire l’Italia”, un appello di sostegno alla candidatura di Pier Luigi Bersani candidato Premier, già sottoscritto da Livia Turco, Khalid Chaouki, Luigi Manconi, Marco Pacciotti e Jean Leonard Touadi, a sostegno della proposta inerente i temi dell’immigrazione di Bersani sintetizzabile in tre punti: chi nasce e cresce in Italia è italiano; abrogazione della legge Bossi-Fini e del Pacchetto Maroni; diritto di voto amministrativo per chi risiede in Italia da 5 anni.
Il sindaco di Firenze – spiega Chaouki – “continua ad associare, come fa il centrodestra, il tema dell’immigrazione a quello della sicurezza, proponendo ad esempio di arruolare immigrati nelle forze dell’ordine per contrastare meglio la criminalità straniera. È un’idea arretrata, che vede l’immigrazione come un pericolo e che non ci appartiene”. Uno dei punti del programma del sindaco di Firenze alla voce “garanzia della sicurezza” tocca infatti il ruolo dell’immigrazione mettendo in rilievo la necessità di “un nuovo modello di ordine pubblico per la società multiculturale” che vede da una parte l’assunzione di “agenti di origine straniera o di seconda generazione per favorire un modello di ordine pubblico adeguato ad una società sempre più multiculturale” e per il quale “più in generale, le questioni complesse della criminalità e dell’immigrazione vanno affrontate con fermezza e con razionalità, rifiutando ogni automatica assimilazione tra criminalità e fenomeni migratori”. Proponendo infine una riduzione drastica dell’ “irregolarità, in quanto potente fattore criminogeno, attraverso rimedi adeguati ed efficaci, che prevedano l’uso del sistema penale solo come extrema ratio. Questo è il modo migliore per ridurre il contributo dei gruppi immigrati al crimine. Capire perché altri gruppi riescono ad integrarsi e sostenere i fattori positivi di integrazione è l’altro passaggio fondamentale”.
Anche sui temi della cittadinanza, secondo Khalid Chaouki, è possibile notare una differenza nel pensiero dei due candidati. “Su questo tema – afferma – Renzi ha cambiato idea nel corso della campagna elettorale, aprendo progressivamente sui requisiti, ma anche la proposta attuale per chi è arrivato in Italia da piccolo, cioè il completamento di due cicli scolastici prima di diventare italiano, mi sembra un passo indietro. Questo cambiare frequentemente posizione comunque mi preoccupa, voglio sperare che siano sbandamenti da campagna elettorale..”. Per Bersani come ribadito anche durante il confronto tv la riforma della cittadinanza dovrà rappresentare una delle priorità del nuovo governo. “Un ragazzo figlio di immigrati che studia qui, con i nostri figli, è un italiano, secondo me, dal primo giorno”.
Elemento da non sottovalutare però, contestualmente alle primarie, è la partecipazione delle comunità straniere nella scelta del candidato premier della coalizione di centro sinistra. I cittadini dell’Unione europea residenti in Italia e i cittadini extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno e di carta di identità, come previsto dalla delibera del Coordinamento nazionale delle Primarie, “hanno diritto di voto presso il luogo di residenza come essa è comprovata dalla carta di identità, oppure in seggi appositamente costituiti dai Coordinamenti provinciali” nonostante non possano poi votare alle prossime elezioni politiche. “La procedura macchinosa – continua Chaouki – non ha aiutato nessuno, tanto meno gli stranieri. Inoltre, la maggiore consapevolezza porta anche a non accontentarsi più del voto alle primarie, se poi manca il vero diritto di voto. La partecipazione di domenica vuole essere anche uno stimolo in questa direzione”.
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