Trasparenza sui Media: UE approva la petizione per nuova direttiva

La Commissione UE ha approvato la petizione sulla trasparenza dei media. La raccolta di firme è stata ufficializzata il 5 ottobre scorso. In pratica si chiede l’adozione di una nuova direttiva, che tuteli la pluralità dell’informazione in tutti gli Stati membri.

Il precedente – In passato è già stato chiesto all’Europa di regolamentare e proteggere il pluralismo dei media. Nel 2009, il Parlamento europeo, in occasione del voto sulla risoluzione, si divise in due. A chiedere l’intervento UE furono i liberali, le sinistre e i verdi. Alla fine però la risoluzione non fu approvata per una manciata di voti. Il blocco fu causato dal voto contrario del Gruppo Popolare e di alcuni deputati liberali irlandesi.

La nuova prospettiva – Attualmente le cose sembrano essere cambiate, lo scorso aprile infatti, è entrata in vigore la nuova normativa introdotta dal trattato di Lisbona, il “Diritto di iniziativa dei cittadini europei”. Esso permette alla società civile di chiedere alla Commissione europea di legiferare su una certa materia di interesse comunitario che non contrasti con i principi fondanti dell’Unione stessa. Le firme si possono raccogliere anche on line, il numero non deve essere inferiore a un milione e devono pervenire da almeno sette Stati membri. Una volta ricevute e controllate le firme, se tutti i requisiti vengono rispettati, i servizi della Commissione sono obbligati a lavorare sulla richiesta popolare, dando  inizio al processo legislativo.

I contenuti della petizione – Nella richiesta si fanno i nomi, a titolo esemplicativo, dei tre magnate internazionali che sono proprietari di televisioni: Viktor OrbánRupert Murdoch e Silvio Berlusconi. Per quanto riguarda il Primo ministro ungherese, tuttora in carica, avrebbe cercato in tutti i modi di sottomettere l’informazione del Paese; Murdoch, invece, è l’artefice della scalata ai media britannici tanto da arrivare ad influenzare direttamente il governo di Londra;per Silvio Berlusconi invece, si è citato il conflitto di interessi tra la sua carica politica rivestita negli ultimi anni e le sue televisioni.

Le dichiarazioni – Giovanni Melogli, responsabile affari europei dell’Alliance Internationale de Journalistes, una delle organizzazioni che ha dato origine alla petizione, é stato categorico: “Il caso Berlusconi deve diventare un antidoto per le future generazioni affinché in nessun Stato dell’Unione ci possa più essere una simile concentrazione di potere mediatico e potere politico”.

Massimo Maravalli


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