Immigrati al voto: Cagliari e Lecce centri di partecipazione multietnica

Prima Cagliari, poi Lecce. Due differenti appuntamenti elettorali che hanno chiamato alla partecipazione le comunità di immigrati. Nel capoluogo sardo, Lina Zhan, esponente e rappresentante della comunità cinese, laureatasi a Cagliari in Scienze Politiche, è stata proclamata presidente delle Consulta degli stranieri: otto preferenze sulle quindici dei rappresentanti della Consulta l’hanno condotta alla guida dell’organo preposto al confronto e alla collaborazione con gli uffici comunali.

La Zhan ha ringraziato le comunità multietniche e tutti gli elettori per la partecipazione e per l’espressione del voto: “Ringrazio chi ha creduto in me, spero di non deludervi. Abbiamo una grande opportunità per creare una vera società multicolore. Dobbiamo lavorare tutti assieme come una grande squadra per proporre progetti validi all’amministrazione”.

La consultazione cagliaritana ha riservato, inoltre, sei preferenze Sene Daouda e un voto a Saltana Ahmetovic. Durante la prima pubblica assemblea svoltasi a Palazzo Bacaredda,  il sindaco Zedda, insieme con il presidente del Consiglio, Ninni Depau, ha salutato il discorso della Zhan consegnandole una copia della Costituzione italiana.

Cambio di scena. Lecce. Conclusasi la campagna elettorale per l’elezione del consigliere comunale aggiunto, si sono tenute, due giorni fa, le operazioni di un voto che, anche nel capoluogo della provincia salentina, ha piena identità multietnica. Coinvolte le comunità di immigrati: dalle 8 della mattina, si sono recate alle urne di via Palmieri, per scegliere tra sette candidati il 33esimo consigliere di Palazzo Carafa. Poco più di 4500 elettori, tutti extracomunitari regolari, residenti a Lecce.

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La figura del consigliere aggiunto, benché sprovvista del diritto di voto nelle sedute del Consiglio comunale, risulta di notevole importanza: potrà rappresentare le comunità straniere nel palazzo di Città, recando le loro istanze, forte anche della facoltà consultiva del proprio ruolo. Nutrita la presenza, al seggio, di stranieri che lavorano a servizio delle famiglie (i filippini e i cingalesi liberi dal lavoro sono stati i più numerosi). Lunedì “riservato”, invece, ai venditori ambulanti, liberi dalle loro mansioni.

Rispetto al 2007, il numero degli elettori stranieri è aumentato più del doppio. Nella tornata precedente, infatti, se ne contavano circa 2000.  Le procedure elettorali salentine riservate agli immigrati si sono contraddistinte per l’ordine e la serietà, differenziandosi notevolmente, stando anche a quanto riportato da alcuni organi di stampa pugliesi, dalle elezioni politiche e amministrative.

Rigore nel controllo, serietà nelle procedure di vigilanza, ordine nel contrasto alle irregolarità. Pochissime le lamentele, perché questi “leccesi d’adozione” sono profondamente attenti al rispetto delle regole, nonostante l’integrazione continui ad essere, per loro, una difficile conquista.

Quelle che seguono sono le parole di Halima Hamilou, unica donna in corsa per il posto di consigliere aggiunto. Marocchina, 51 anni, in Puglia da 23 per stare accanto al marito, madre di Midiha e Zinedine, proprietaria di una bancarella in piazza Libertini: “Mi piace la politica, e credo che anche noi immigrati dobbiamo impegnarci in prima persona per ottenere maggiori diritti”.

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Integrazione, rispetto, buoni propositi. Convivenza civile tra salentini e immigrati, perché la capitale del Barocco, dicono i rappresentanti delle comunità multietniche all’unisono, è un luogo che sa essere accogliente e che può ancora migliorare. Sono questi gli obiettivi che si intende raggiungere, anche con lo strumento della partecipazione.

Alla fine, i risultati: a Lecce, a sedere in Consiglio con i 32 colleghi consiglieri, sarà Sugitharan Navaratnam, 37enne cingalese. Eletto con 447 preferenze, il 37% dei voti espressi. Una vittoria, di certo, non esclusivamente sua, ma collettiva, di tutti gli immigrati.

Emilio Garofalo


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