Una yemenita alla scoperta del calore del Sud Italia

di Ebla Ahmed

Come si può costruire una convivenza pacifica e collaborativa all’interno del nostro stato in cui le migrazioni hanno messo in contatto culture diverse? Si può costruire tale convivenza tra popoli confinanti, che sempre più si avvicinano a causa della globalizzazione economica e dei flussi migratorî? Il velo, quando è imposto, è a causa della politica di quel Paese oppure è la religione? L’Islam moderato esiste? Le donne islamiche come combattono l’estremismo? La violenza sulle donne è una questione di religione?

Sono questi solo alcuni argomenti che sono stati trattati e domande che mi sono state poste in ambito di un incontro culturale , a Vietri sul mare. Vietri sul Mare è un paese di poco più di ottomila abitanti, in provincia di Salerno, all’inizio della Costiera amalfitana. L’evento si è svolto nella sala consiliare del Comune, nell’ambito di una serie di incontri di “Arte in Movimento”, rassegna culturale organizzata dall’ Associazione “Saranno Vietresi” www.sarannovietresi.it sotto la direzione artistica del dottor Guido Mastroianni. Vietri con queste manifestazioni vuole gridare al mondo intero che è pronta al dialogo e alla tolleranza, perché “uno degli obiettivi di questa seconda edizione della rassegna – spiega – dice il Guido Mastroianni – è, appunto, quello di ampliare i confini culturali del nostro paese, invitando alla rassegna non solo artisti e personalità del luogo, ma ospitando esperienze culturali, apparentemente a noi distanti”.

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Ad accogliermi c’erano il sindaco, Francesco Benincasa, l’ assessore alle pari opportunità Antonietta Raimondi, il presidente del consiglio comunale Mario Pagano e il consigliere Cesare Marciano.

Lungo ed interessante è stato il dibattito che, oltre a me, ha coinvolto attivamente i relatori e i cittadini presenti. Dopo le varie domande che ho ritenuto intelligenti e che hanno dimostrato una certa preparazione e curiosità sul tema da parte di un pubblico di diverse età, ho immediatamente notato anche un senso di rispetto da parte della comunità del paese, pronto ad ascoltare e non a giudicare la religion musulmana e le donne islamiche come me.

A Vietri “dialogo” vuol dire scambio profondo di ragioni, interazione reale e reciproca. Il dialogo a Vietri è stato parlare con franchezza, sapendo di aver di fronte una controparte disposta ad ascoltare anche eventuali critiche. Un “dialogo” ridotto a scambio di convenevoli sarebbe stato solo una finzione, una recita. E a Vietri questo non c’e stato.

Il paese è aperto al “rispetto” e alla “tolleranza”, due concetti che non richiedono ipocrisia e astensione da ogni giudizio. Durante l ‘incontro ci sono stati giudizî equilibrati, meditati, uniti all’umiltà di ascoltare ed accogliere i giudizi altrui. Nella convinzione che la comune ragione, i comuni valori naturali, possano portare a punti d’incontro.

Si pensa sempre che il nord di qusta nostra Italia sia sempre più avanti del “povero” sud. Si pensa che al nord la gente sia più preparata. Non è vero. In questo paese affacciato sul mare a due passi da Salerno, ho percepito una sensibilità speciale. Molto più sincera dell’aria che ho respirato nei miei precedenti appuntamenti al nord. Benvenuti al Sud, quindi, vuol dire anche questo. Cioè che qui trovi gente pronta ad ascoltare. E per me già basta per dire che Vietri ha vinto.

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Al termine del dibattito sono stata anche omaggiata di una poesia del poeta Vincenzo Tafuri che voglio condividere con voi:

Il velo, un filtro al tuo viso, fiore di profumi.

Le labbra, sipario rosso nel fuoco del mistero.

Silhuette sospesa, fruscio di seta, danza d’amore

nell’armonia del tempo.

Lo sguardo, saette di luci;

ammaliante, morbido, delicato, tenero, intrigante,

passionale.

Il fascino inebriante dell’attimo.

La terra amara, rughe di sudore,

il canto del sorriso nelle carezze

calde di sole.

E’ libero il cielo nella scia azzurra all’audace

Pensiero.

Lo sguardo, parole mute nell’estasi del silenzio.

Insomma, per concludere, Vietri mi ha regalato una magnifica serata culturale ricca di sana umanità, senza la vuota liturgia del nulla. La genuinità del dibattito, la profondità dell’argomento trattato e uno stimolo alla riflessione nell’avvincente sentiero della conoscenza tra i popoli.


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