Civitanova, il sindaco ospita i Rom a casa sua

Un atto di civiltà. Una buona azione. Un gesto d’amore. Chiamatelo come volete ma tant’è. Nulla di più. Eppure ha scatenato un tamtam su Facebook, un’indignazione all’interno della giunta e scalpore nella cittadini di Civitanova.

Il sindaco, Tommaso Claudio Corvatta, ha ospitato alcuni Rom nella sua seconda casa, in zona Villa dei Pini. Ecco la grande notizia. Le sue motivazioni? Quelle più giuste, quelle “umane”.

“Da privato – ha spiegato in una nota – debbo rispondere alla mia coscienza che mi impedisce di lasciare per strada al freddo un gruppo che ha grossi problemi di salute”.

A spiegare meglio la situazione è Laura Marzola, attivista di Cittadinanza attiva che ha organizzato, insieme al sindaco, il convegno “Rom-anticamente” e che sta cercando di raccogliere dei soldi per predisporre alla famiglia Ciuraru una roulotte.

“Il nostro primo cittadino sia come medico ma soprattutto come uomo – ha spiegato – ha ritenuto opportuno accogliere le nostre richieste di aiuto per la famiglia colpita dalla malattia. Non se l’è sentita di lasciare in strada una donna malata di tumore né tanto meno una donna incinta di tre mesi, con il patto che avrei comperato la roulotte. Nessuna lamentela dei vicini, massima pulizia della casa e massima riservatezza”.

Insomma nessun clamore. A Natale, si sa, siamo tutti più buoni. Ma dopo le accuse su Facebook, dopo i commenti poco gentili, i rom se ne sono andati, perché davanti a casa del sindaco sono iniziate le rappresaglie. Una vera e propria “persecuzione”, “una situazione inaccettabile e io credo – afferma Ida Marzola- che il problema serio sia il razzismo dilagante.

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Accuse forti, che però vengono avvalorate dai commenti del consigliere di opposizione Ciarpica che accusa il sindaco di aggirare il problema, di non aver avvisato le autorità competenti, pensando “di risolvere così la questione dell’alloggio per i nomadi, dopo il rifiuto degli stessi di pernottare a spese del Comune e quindi dei cittadini, presso un’area attrezzata di un paese limitrofo. Forse, l’emergenza umanitaria tanto paventata così non era? Sono convinto che non possa e non debba essere questa la strada da percorrere”.

Critiche a cui il sindaco ha risposto con fermezza “il problema esiste da anni, l’amministrazione di destra non ha saputo affrontarlo e ha scacciato di volta in volta i Rom da una zona all’altra, provocando disagi e proteste in tutta la città. Io da privato devo rispondere alla mia coscienza, e lui purtroppo non riesce nemmeno a distinguere l’attività istituzionale da quella del privato cittadino. Io ho seguito quello che la mia coscienza suggeriva, da sindaco invece rispondo alle esigenze collettivi nei limiti della legge e con gli strumenti dell’amministrazione”.

Per fortuna che la coscienza di qualcuno ancora si muove nella giusta direzione. Per fortuna che qualcuno, ancora, una coscienza ce l’ha.

Ilaria Bortot


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