Dopo la morte del 16enne Hussein al-Jaziri, ucciso negli scontri per il secondo anniversario della nascita della rivoluzione in Bahrein, il Centro per i diritti umani nel Paese del Golfo ha diffuso foto e filmati – come riporta Misna – che testimoniano che la polizia ha fatto uso di fucili a pompa (e altre armi) di produzione italiana, tedesca e sudafricana; i dirigenti del Centro hanno quindi chiesto formalmente ai governi europei di fermare la vendita di queste armi – essendo possibili mezzi di morte – alla polizia del Bahrein.
In effetti l’Archivio Disarmo Italiano ha reso noto che, negli ultimi anni sono state vendute armi al Bahrein: soprattutto armi sportive e carabine, ma non mancano rivoltelle, pistole e fucili, oltre ai loro accessori, per un totale di centinaia di migliaia di euro. Questo commercio era stato già denunciato anche dall’attivista Maryam al-Khawaja nella nostra intervista.
Emiliano Rossano
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