“Il Maggiore non è il cesso degli zingari”, gridava il leghista Manes Bernardini, candidato al Senato, mentre chiamava a raccolta i suoi militanti, circa una ventina, intorno all’ospedale di largo Nigrisoli a Bologna.
Una ronda, con tanto di bandiere e volantini, per cacciare i “nomadi molesti” che da mesi sono dentro l’ospedale e come recita il comunicato dell’iniziativa “tra sporcizia e degrado, infastidendo pazienti e visitatori e facendo irrispettoso chiasso”.
I leghisti controllano tutte le stanze dell’ospedale, persino i bagni dove vengono trovati nomadi intenti a lavarsi. Quando vengono trovati gli si intima di abbandonare la struttura. Tra i dipendenti dell’ospedale c’è chi parteggia per il Carroccio e chi invece contesta l’iniziativa strumentandola politicamente.
“La ronda anti nomadi dentro l’ospedale Maggiore è uno spettacolo disgustoso”, ha commentato di Sergio Lo Giudice, capogruppo del Pd a Bologna. Mentre l’assessore alla sanità di Bologna Luca Rizzo Nervo ha sottolineato che il tema sollevato dalla Lega Nord esiste ma non può essere affrontato con “carnevalate fuori tempo massimo”.
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