Grillismi latini. L’antipolitica nell’America del Sud

di Logan Lee

FIGLI DELLA DITTATURA – Così venivano chiamati i giovani nati in Sudamerica durante le orrende dittature che si erano stabilite in quasi tutti paesi di quel continente, con il supporto di tutto l’Occidente con lo scopo di bloccare l’avanzamento di fazioni filo comuniste/socialiste (in alcuni casi interventi diretti nel rovesciare governi democraticamente eletti), ma che erano troppo piccoli per capire quanto stesse accadendo.

Questa intera generazione ha dovuto combattere con un altro male, minore sicuramente, ma comunque dannoso. La così detta transizione “lenta e graduale”: governi composti da civili proveniente dalle filiere militari o alternativamente personaggi eletti cavalcando l’ondata antipolitica con proposte populiste, ma di scarso effetto per le economie reali e il quotidiano della maggior parte degli individui. Proprio tra questi ultimi e il movimento guidato dal comico genovese si verificano parallelismi.

IL BACKGROUND DEL GRILLISMO LATINO – Gli esempi più eclatanti di grillismo sudamericano sono senza dubbio i governi di Carlos Menen in Argentina e di Fernando Collor in Brasile. Entrambi eletti come anti militari (Menen fu anche arrestato da una giunta militare) e con molte promesse di “pulizia” all’interno dei parlamenti, riduzioni costi della politica ed altre proposte populiste e di alto gradimento. Esattamente come è successo con il M5S, questi governi non godevano inizialmente dal supporto dei principali giornali e canali televisivi per poi cominciare a guadagnare sempre più spazio fino ad arrivare ad un consenso anche da parte dei “mass media”. Un altro fattore sul background di tutti questi personaggi è la loro origine risalente alla classe media/alta borghese raramente in grado di modificare in positivo la situazione delle classi meno privilegiate.

L’ISOLAMENTO NAZIONALE – Un secondo punto di coincidenza è la quasi (per non dire totale) completa mancanza di punti programmatici inerenti alla politica estera. Adesso, come allora per i paesi sudamericani, è impensabile ignorare le pressioni e le influenze esogene al mero sistema nazionale.

Una volta che si è scelto di essere parte del modello capitalistico mondiale occorre fare i conti con tutti i prodotti di questo sistema, in particolare la globalizzazione dei mercati e la predominanza della sfera finanziare su quella reale. Grillo e il suo movimento si stanno divertendo a proporre revisioni sulla aspetti correlati all’euro e alla comunità europea. Una linea molto simile si verificò in quasi tutto il continente sudamericano, con effetti devastanti nei due paesi principali (nonché economie trascinanti di quella zona). Il più grande errore commesso fu il tentativo di compiere politiche monetarie indipendenti e del tutto disconnesse con la realtà mondiale. Possiamo asserire tranquillamente che tale impostazione è destinata al fallimento (uno dei risultati fu proprio la moratoria dei titoli argentini che si è sentita anche in Italia).

Come ogni movimento/partito che cerca consensi nell’insoddisfazione sociale il M5S da una parte predica maggiore indipendenza dall’Unione Europea ma dall’altra si rivolge ad essa quando occorre esprimere la sua visione sulle seconde generazioni e il DDL ius soli del ministro Kyenge, purtroppo anche questo un cavallo vincente se si vuole stare in politica, visto l’accrescere del sentimento xenofobo su tutta la penisola.

POPULISMO E SINISTRE – L’ultimo, ma non meno importante, parallelo tra il grillismo e quei governi è un effetto collaterale molto grave risultato dalla retorica populista e dalla sempre più insistente diffusione nei principali veicoli comunicativi, ossia, l’accantonamento dei partiti di vera origine proletaria. Il Sudamerica ha dovuto attendere tra i 10/20 anni (alcuni, come il Paraguay, ancora sono li ad aspettare) per vedere un partito di sinistra al potere e, da allora, è iniziato un percorso di crescita economica. Un buon esempio è stata la salita del “Partido dos Trabalhadores” (letteralmente Partito dei Lavoratori) al potere brasiliano che riuscì non solo ad uscire dalla crisi generata dai governi precedenti, dittatoriali e poi quelli populisti, ma anche a diventare una realtà di carattere globale che sta servendo come punto di referenza alle altre nazioni vicine.


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