“Il Parlamento europeo ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell’Unione europea senza discriminazioni”. Questo il testo, all’art. 8, con cui nel 2007 l’Unione Europea introdusse la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.
Secondo il dossier sull’omo-transfobia in Italia che ogni anno Arcigay diffonde per l’occasione, nel 2012 sono stati sette gli omicidi di omosessuali e trans, a cui si aggiungono tre vittime nel 2013; una ricostruzione del numero di “omocidi” stilata solo sulla base di fonti a stampa e che molto probabilmente sottostima la vera entità del problema. Nell’intero arco del 2012 sono stati inoltre più di trenta i casi di omofobia che hanno assunto rilevanza pubblica tra violenze, estorsioni, rapine, bullismo e atti vandalici; nel 2011 erano invece oltre 50.
“Questi numeri non rappresentano alcuna flessione ma fotografano solo l’interesse dei media al fenomeno, che evidentemente è diminuito. Sette omicidi solo nel 2012, a fronte dei due nel 2011 sono un’enormità. Restano incalcolabili le violenze non denunciate, così come non si contano più le dichiarazioni pubbliche omofobe da parte di esponenti politici e religiosi. L’omofobia non dà tregua a gay, lesbiche e trans italiane e non aiuta a comprendere la vastità del fenomeno l’assenza di un osservatorio pubblico”, ha dichiarato Flavio Romani, presidente di Arcigay.
“Alcune persone sono gay/lesbiche/bisex/trans. Fattene una ragione!” Questo il testo della campagna di sensibilizzazione che Arcigay ha ideato per questo 17 maggio. Decine di migliaia di manifesti, cartoline, locandine, adesivi e magliette con questi slogan, stampati a caratteri cubitali bianchi e neri su sfondo rosso, in tutto il territorio italiano.
“E’ un messaggio semplice e diretto che contiene un prezioso invito al rispetto di tutti e tutte. E’ una richiesta inequivocabile che rivolgiamo a chi non vuole un confronto con questo tema. Gli italiani devono prendere semplicemente atto che l’amico, il parente, il vicino può anche essere gay, o lesbica o trans, che hanno la stessa dignità e devono avere gli stessi diritti. E che tutto questo giova alla società intera ed è una conquista di civiltà”, ha spiegato Flavio Romani.
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