E’ cominciata questa mattina alle 9 sull’isola di Lampedusa, il lembo di terra più a sud del continente europeo, la prima visita pastorale di Papa Francesco. Appena atterrato, il pontefice ha voluto deporre in mare una corona di fiori in memoria dei circa 25 mila migranti morti negli ultimi 20 anni nel tentativo di raggiungere l’Italia. Il lancio della corona è avvenuto davanti al porto di Lampedusa da una motovedetta della Guardia costiera che in otto anni ha tratto in salvo dal mare circa 30 mila persone. Accompagnato da un corteo di barche di pescatori, Francesco è poi sbarcato sul molo Favaloro dove ha incontrato un gruppo di 50 migranti di origine nord africana a cui ha stretto la mano ad uno ad uno, intrattenendosi con loro per alcuni minuti. In particolare con un giovane che gli ha consegnato una lettera e si è rivolto al pontefice chiedendo aiuto. “Noi siamo fuggiti dal nostro Paese per due motivi, politico e economico”, ha detto il giovane migrante, “Per arrivare in questo luogo tranquillo abbiamo superato vari ostacoli, siamo stati rapiti da vari trafficanti. Siamo costretti a rimanere in Italia perché abbiamo lasciato le impronte digitali e per questo non possiamo andare via. Quindi chiediamo agli altri Paesi europei di aiutarci”.
Davanti a 10 mila persone Papa Francesco ha poi celebrato messa nel campo sportivo di Lampedusa. Durante l’omelia ha spiegato che la decisione di venire sull’isola è nata dopo l’ennesima tragedia del mare: “Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta, il pensiero vi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza”, ha affermato il Papa, “Ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta”. Il Papa ha poi chiesto perdono per i trafficanti di esseri umani “che sfruttano la povertà degli altri” ed ha attaccato “la cultura del benessere che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza”.
Il Papa ha anche voluto incoraggiare e ringraziare “gli abitanti di Lampedusa e Linosa, le associazioni, i volontari e le forze di sicurezza, che mostrano attenzione a persone nel loro viaggio verso qualcosa di migliore”. Papa Francesco ha infine rivolto un pensiero “ai cari immigrati musulmani che oggi, stasera, stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali”. “La Chiesa vi è vicina”, ha aggiunto, “nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie. A voi, ‘O ‘scià”.
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