L’Italia di oggi è molto meno provinciale di quel che sembra. Mentre si discute di ius soli, immigrazione ed emigrazione, il numero di iscritti a facoltà di lingue orientali aumenta sempre di più, gli istituti superiori hanno cominciato ad attivare su richiesta corsi extra curricolari finalizzati al loro apprendimento e sono state create specifiche classi di concorso per il TFA a fruizione di giovani che guardano ben oltre al di là del loro naso; giovani assetati dalla voglia di conoscere sempre meglio questo mondo in espansione, che non temono il diverso, ma vogliono comprenderlo. E le istituzioni, nei loro luoghi di formazione per eccellenza, cioè le scuole, stanno pian piano cominciando a mettersi al passo.
Una tendenza questa in cui il Sud ha giocato d’anticipo, quando già alla fine degli anni Novanta, a Maddaloni (CE), la fondazione Villaggio dei Ragazzi “Don Salvatore Angelo” (http://www.villaggiodeiragazzi.it/ ) ha introdotto l’insegnamento del russo e dell’arabo come terza lingua, accanto ai canonici inglese e francese all’interno del suo Liceo Linguistico Europeo. Oggi è stata intrapresa anche la sfida del cinese, con l’attivazione di corsi specifici a partire dal prossimo anno scolastico 2014/2015, fortemente voluta dalla Preside Giovanna D’Onofrio che, intervistata, ha raccontato la storia della Fondazione, nata nell’immediato dopoguerra per volontà del sacerdote Angelo, scomparso nel 2000, e in particolare le difficoltà e le soddisfazioni seguite alla scelta lungimirante di non limitare la conoscenza del mondo esclusivamente all’Europa. Una scelta coraggiosa che hanno assecondato in pochi: la prima classe di arabo creatasi contava soli 5 iscritti che sono arrivati nel 2004 a sostenere il primo esame di stato in lingua araba in Italia; un vanto per questa piccola istituzione del casertano che tuttavia è più nota nel circondario campano per i suoi altri poli scolastici, Istituto Professionale Alberghiero in primis.
“Al momento dell’iscrizione al liceo, i ragazzi non hanno ancora piena consapevolezza delle proprie aspirazioni future e sono spesso influenzati dai genitori nella scelta di un percorso o di un altro…” ha commentato così la Preside la scarsa affluenza di iscritti a curricula non europei al liceo ed il loro successivo contrastante boom all’università. “Le lingue spesso seguono delle mode dettate dai media, come per lo spagnolo, mentre viene ad esempio sottovalutata l’importanza del russo, nonostante l’enorme numero di turisti di tale nazionalità che vengono ogni anno in Campania!” ha osservato ancora rispetto alla situazione della propria scuola, che conta 150 iscritti ripartiti in 6 classi.
La docente di arabo, Grazia della Rocca, è scesa invece più nei dettagli pratici della didattica, sottolineando come la particolarità del loro caso implichi anche sfide d’altra natura, fra cui quella di dover inventare da zero dei programmi ministeriali – che non esistono per le lingue extra europee – sul calco dei modelli delle lingue classiche o di reperire manuali e libri di testo da far adottare agli alunni. Nonostante l’entusiasmo, l’impegno e l’interesse di molti il MIUR, infatti, ancora arranca a rispondere con tempestività a simili esigenze.
In tutta Italia, l’unico altro caso analogo è rappresentato dal Liceo Falcone di Bergamo, dove con il “Progetto Oriente” sono attivi dall’anno scolastico 2010/2011 corsi curricolari di arabo, cinese e giapponese.
Centro privilegiato di mediazione tra la cultura europea, continentale e orientale da una parte e quella dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo dall’altra, il Villaggio dei Ragazzi, costituisce con la sua storia ventennale un esempio a cui guardare all’interno dell’attuale società, dove manca ancora una serie coscienza dell’integrazione; un laboratorio di cittadinanze consapevoli e nuove, che trascendono i confini.
Profilo dell'autore
- Giornalista pubblicista dal 2012 e dallo stesso anno vagabonda fra Europa, Medio Oriente e Nord Africa. Traduttrice, anche. Il cuore come il porto della sua Napoli, scrive per lo più di interculturalità e mondo arabo-islamico.
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