India, liberi gli italiani detenuti. Ergastolo annullato

La Corte suprema indiana ha annullato oggi la condanna all’ergastolo di Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni, pronunciata dall’Alta corte dell’Uttar Pradesh, disponendone l’immediata liberazione.

ANSA – Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni, i due italiani rispettivamente di Albenga e di Torino per i quali la Corte suprema indiana ha annullato la condanna all’ergastolo potrebbero rientrare in Italia questo fine settimana. E’ quanto afferma la madre di Tomaso Marina Maurizio. I due italiani erano in carcere da febbraio 2010 con l’accusa d’aver ucciso a Varanasi il loro compagno di viaggio Francesco Montis.

“L’ambasciatore Mancini che ha seguito la vicenda e che ringrazio immensamente li porterà da Varanasi e Delhi. Quindi farà loro i documenti. Li imbarcherà su un aereo e torneranno a casa presto, forse già entro il fine settimana”, spiega la madre di Tomaso.

La telefonata tanto attesa e’ arrivata in Italia quando in India erano le 10,45 del mattino. E’ stato l’ambasciatore Daniele Mancini a chiamare i genitori di Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni per informarli della decisione della corte. “Per noi è una gioia immensa – spiega commossa Marina Maurizio – Sapevamo che i nostri ragazzi non avevano colpe. Ora è giusto che tornino a casa”. “E’ durata due giorni l’udienza – precisa -. Quindi i giudici della corte si sono ritirati in camera di consiglio. Stamane quando qui era con notte è arrivata la sentenza. Ancora non ci posso credere e pensare che avevo in tasca il biglietto ed ero pronta a partire per Nuova Delhi. Lo infileremo in un cassetto per sempre perché questa è una storia che ha segnato profondamente me e la mia famiglia”, aggiunge la donna. L’odissea di Tomaso, trentenne di Albenga, ed Elisabetta, quarantenne torinese, comincia nel febbraio del 2010. I due erano in vacanza in India con Francesco Montis, 30 anni, di Terralba, provincia di Oristano, amico di Tomaso e fidanzato di Elisabetta. Il 4 febbraio il giovane sardo si sente male: gli amici chiamano immediatamente i soccorsi e contattano l’ambasciata italiana. Francesco morirà poche ore dopo. La giustizia indiana comincia a indagare, e porta in cella a Varanasi Tomaso ed Elisabetta. Secondo gli inquirenti, sul corpo di Francesco ci sarebbero dei lividi, segno di una colluttazione.


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