Nel ventre del drago

Da Manila a Taipei

Juvi: Quando ho deciso di partire ero ancora minorenne, quindi non potevo. Mia sorella era  a Taiwan e vedevo tutte le cose che poteva comprare, i soldi che mandava a casa e volevo fare la stessa cosa.

Ma io volevo partire subito, quindi ho pensato che l’unico modo era quello di comprare un nuovo nome. Nessuno voleva prestarmi il suo, quindi una persona mi ha aiutato a cambiare la data di nascita. Ho fatto un nuovo certificato di nascita con un anno in più. Ho fatto domanda in molte agenzie di recruitment specializzate per lavoratori che vogliono andare a Taiwan. Ma funzionano anche per altri paesi, soprattutto i paesi del golfo.

Mi hanno convocata: ho dovuto fare un’intervista ed esercizi fisici, per mostrare che ero in grado di sopportare la fatica. Poi ho dovuto fare un controllo medico: se hai il verme solitario non ti prendono, perché i cinesi dicono che se ce l’hai, sei pigra e non lavori. Ho dovuto pagare (nove anni fa) 100 euro per il cambio del certificato di nascita, 25 euro per le visite mediche e 2.500 euro per l’agenzia. L’ultimo passaggio è l’ottenimento di un documento che è siglato tra i due paesi per consentirti di lasciare le Filippine.

Jackie: Dopo, ti fanno fare un corso di orientamento che ti prepara alla vita in Taiwan, ti insegnano le cose principali per chiedere informazioni in cinese e altre cose basiche, che riguardano la vita di tutti i giorni. Il giorno della partenza, ci si incontra in un gruppo all’aeroporto (sono tutti lavoratori che hanno fatto lo stesso percorso). In tutto, ci vogliono oltre due mesi per svolgere il processo.

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Jackie: Appena arrivi a Taiwan, ti portano subito all’ospedale, dove ti fanno un check up completo, perché hanno paura che le persone paghino nelle Filippine per passare il test medico. Dopo di che, ti informano qual è il tuo posto di lavoro, ti dicono il nome dell’azienda e ti trasportano al dormitorio. Per arrivare a questo punto, abbiamo speso in tutto 3.500 euro a testa.

Appena arrivati, ci hanno preso i documenti, che restano con l’agenzia. A quel punto, siamo solo dei lavoratori, non siamo più persone con un documento. Il pagamento avviene tramite l’agenzia di recruitment: ricevono i soldi dall’azienda, che trattiene però una parte, (circa 100 euro al mese) e che ti danno solo a fine contratto. Questo prelievo forzato ha il senso di legare la persona al lavoro e all’azienda, ma anche quello di farti sentire un investitore nell’azienda stessa e, ovviamente, di farti sentire che ti sta aiutando, perché sta risparmiando soldi per te. Sono tre elementi importanti nella nostra cultura, che tutti riconoscono e accettano. Ci fanno sentire una risorsa per il loro capitale. I nostri soldi ci vengono dati alla fine del contratto, senza nessun interesse, anche dopo tre anni, dentro al’aeroporto, non prima. Questo per essere sicuri che non ci si fermi lì oltre la scadenza del contratto. Te li danno cash e tutti sanno, quando arrivi a Manila, che chi arriva da Taiwan ha una grossa somma cash con sé; è molto pericoloso.

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(continua nella terza pagina)


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