Il 13 marzo 2015 Papa Francesco ha annunciato il Giubileo straordinario della Misericordia. Per gestire l’organizzazione del grande evento – che comincerà l’8 dicembre 2015 e terminerà il 20 novembre 2016 e che vedrà l’arrivo nella Capitale di milioni di pellegrini e visitatori da tutto il mondo – è stata creata una speciale cabina di regia sul Giubileo, alla quale partecipano Governo, Comune di Roma, Regione Lazio e Vaticano. In seguito all’annuncio del Giubileo, il tasso di sgomberi forzati di famiglie rom nella città di Roma è sensibilmente aumentato, passando da una media di meno di tre sgomberi al mese nei primi tre mesi dell’anno a una media mensile di quasi dieci da marzo a settembre 2015.
L’Associazione 21 luglio ha sin da subito espresso preoccupazione, temendo il ripetersi di situazioni in cui, nella Capitale, all’organizzazione di grandi eventi corrisponde un aumento significativo delle azioni di sgombero. Gli sgomberi forzati realizzati in occasione del Giubileo del 2000, ad esempio, portarono alcuni a parlare di “Giubileo nero degli zingari”. La preoccupazione dell’Associazione 21 luglio si è tradotta in una richiesta formale di informazioni al riguardo alle autorità di Roma la quale, fino ad oggi, è rimasta inevasa.
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UN ESEMPIO EMBLEMATICO: RIPETUTI SGOMBERI FORZATI A VAL D’ALA
Il 9 luglio 2014 alcune famiglie rom, 39 persone in tutto tra cui anche vari minori e un neonato, vengono sgomberate forzatamente da un insediamento informale nei pressi della stazione Val d’Ala a Roma. Lo sgombero viene comunicato esclusivamente a voce, in assenza di consultazioni, non viene prodotta alcuna notifica formale né vengono offerte compensazioni per la perdita di beni privati. Le ruspe abbattono le abitazioni di fortuna e le famiglie vengono lasciate per strada.
Solo dopo alcuni giorni di sit-in di fronte al Dipartimento Politiche Sociali e alla sede del Municipio III – che aveva promosso lo sgombero – alle famiglie viene offerta una sistemazione alternativa presso la “Ex Fiera di Roma”. Dopo 5 giorni passati senza elettricità e riscaldamento, il 30 novembre 2014 le famiglie vengono rimpatriate in Romania. A fine febbraio 2015, nel corso di un sopralluogo, l’Associazione 21 luglio incontra le medesime famiglie nuovamente distrutte, senza preavviso né notifica formale. Viene offerta come alternativa abitativa esclusivamente un rifugio temporaneo per mamme con bambini, che viene rifiutato dalle famiglie. Dopo quattro giorni di sit-in davanti al Dipartimento Politiche Sociali con temperature che raggiungono i 40°C, le famiglie vengono trasferite nel “Centro di raccolta rom” di via Salaria, una struttura sotto- standard e riservata ad ospitare soli rom, con la promessa dell’Assessore alle Politiche Sociali di avviare percorsi di integrazioni volti all’autonomia. Per le varie operazioni le autorità di Roma ad oggi hanno speso una cifra stimata di 219.582 €.
PADRE ZANOTELLI ADERISCE ALLA CAMPAGNA “PECCATO CAPITALE”
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