Gitanistan, lo stato immaginario delle famiglie rom salentine

Oronzo è un macellaio. Figlio di Giuseppe Rinaldi detto “Seppu lu Zingaru”, negli anni ‘80 gestiva attraverso la ditta di famiglia gran parte del commercio di cavalli in Puglia, sdoganando e vendendo più di 200 cavalli a settimana. Claudio Giagnotti in arte “Cavallo”, nipote di Oronzo, è un musicista ed un produttore musicale. Figlio di un italiano e di una rom, è un rom al 50%. Il suo gruppo musicale Mascarimirì è uno dei più conosciuti nel panorama della musica tradizionale salentina.

Ma pochi sanno che Mascarimirì è una parola di origine rom, significa “Oh Madonna mia”. Nel 2010 Cavallo si dedica all’album dal titolo Gitanistan. Inizia un viaggio personale dentro le sue origini, la sua verità. Scopriremo perché in Salento è una tradizione mangiare carne di cavallo. Scopriremo le origini della suggestiva danza Pizzica Scherma, una tradizione salentina che al pari della Notte della taranta attira ogni anno folle di turisti. Due cerchi si incontrano. Due culture, quella dei contadini e quella dei rom, interagiscono fino a creare nuovi nuclei familiari: la famiglie rom-salentine.

Perchè in Salento si mangiano i “Pezzetti di cavallo”?

locandina gitanistanIn seguito ai numerosi conflitti causati dall’irrequietezza ottomana nella zona balcanica dal 1400 in avanti, un folta comunità di famiglie nomadi appartenenti alle etnie dei Rom e degli Arbereshe fuggono via mare e sbarcano sulle coste calabresi che in quel periodo venivano chiamate, Le Calabrie. Le famiglie Rom si fermano per poco in queste zone, ma notano una particolare danza fatta dai contandini: la danza delle spade. Poco dopo i Rom si muovno verso Nord, arrivando a Napoli dove non vengono accolti benevolmente dai nobili napoletani grazie alle loro capacità magiche e profetiche. Le famgilie nobili napoletane come i De Rinaldis, i Bevilacqua erano così superstiziose che diedero ai rom dei documenti a mo’ di lasciapassare per potersi muovere liberamente sul territorio. Questi fogli una volta fuori dai confini campani divennero i loro documenti d’identità. Assunsero così i cognomi dei nobili napoletani che li avevano protetti. In seguito si spostarono verso il Salento dove riuscirono ad individuare le necessità dei contadini salentini e trasformare le loro esigenze in attività commerciali. Diventarono allevatori di cavalli che i contadini acquistavano per lavorare la terra, portando in Salento cavalli da tutte le parti d’europa grazie ai loro contatti Rom in ogni territorio. Con l’avvento della rivoluzione industriale e delle macchine, il cavallo non era più utile ai contadini. Allora i Rom iniziarono a macellare i cavalli in esubero e vendere la loro carne. Diventarono allevatori di cavalli per il macello. Diventarono macellai e commercianti di carne di cavallo. Un commercio ancora più florido del precedente che cambiò radicalmente anche le abitudini culinarie del Salento. Queste famiglie si stabilizzano definitivamente nella provincia di Lecce e di Brindisi contribuendo alla crescita della società e delle tradizioni del territorio.

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LA PRESENTAZIONE

Il documentario sarà presentato domenica 20 dicembre 2015 alle ore 20 al Teatro Vascello – via Giacinto Carini 78, Roma – dall’Associazione 21 luglio. La partecipazione all’evento, organizzato con il patrocinio del Municipio Roma XII, è gratuita.

La proiezione del film-documentario (che ha una durata di 1h 10 minuti) sarà preceduta da uno spettacolo tenuto dai bambini rom che partecipano al laboratorio di arte-educazione “Amarò Foro” (La nostra città) dell’Associazione 21 luglio.

A conclusione del film sono previsti una esibizione musicale di Claudio “Cavallo” Giagnotti, che riproporrà alcuni brani dei Mascarimirì, e un dibattito al quale interverranno il deputato Khalid Chaouki, il registaAndrea Segre, i giornalisti Giulia Innocenzi (Anno Uno, La 7), Christian Raimo (Internazionale) e Bianca Stancanelli, Antonio Ciniero (docente di Sociologia delle Migrazioni e delle Culture presso l’Università del Salento), il presidente dell’Associazione 21 luglio Carlo Stasolla e i registi di Gitanistan, Pierluigi De Donno eClaudio “Cavallo” Giagnotti. Modererà il dibattito lo scrittore e blogger Saverio Tommasi.

 

Gitanistan, distribuito da I Wonder Pictures, è una co-produzione MaxMan Coop., Freim Produzioni, Dilinò (Centro di Musiche Alternative e del Mediterraneo). 

Il film-documentario è stato realizzato grazie al contributo di Fondazione Apulia Film Commission, Cineteca di Bologna, Regione Emilia Romagna.

 

 


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