Da un’analisi dei nuovi testi scolastici dell’Arabia Saudita emerge che agli studenti di tutte le età vengono inculcati stereotipi contro cristiani, ebrei e minoranze islamiche.
In seguito agli attacchi terroristici che dell’11 settembre 2001, diversi analisti si sono chiesti se l’istruzione istituzionale abbia avuto un qualche ruolo nella formazione dei 15 seguaci di ‘Usama Bin Laden coinvolti con gli attentati.
In particolare veniva fatto notare che molti passaggi dei libri di testo autorizzati dal regno saudita diffondevano “intolleranza e odio” verso cristiani ed ebrei.
Saleh al-Fawzan, autore di alcuni dei controversi libri di testo sul monoteismo islamico, è noto per aver affermato che “la schiavitù è parte dell’islam” e che “le fotografie sono vietate perché peccaminose”.
Negli anni seguenti le autorità saudite promisero più volte di portare avanti riforme che mirassero a rimuovere i testi scolastici inneggianti allo scontro con l’Occidente. Nel 2006 fu assicurato agli Stati Uniti la messa a punto della riforma, ma un’indagine portata avanti da alcuni funzionari sauditi ha dimostrato l’esatto contrario. Nel 2010 un’inchiesta della BBC ha reso noto che i libri di testo sauditi continuassero a predicare antigiudaismo e omofobia.
Nel 2012 Robert Bernstein espresse il “profondo disappunto nel constatare che il governo saudita continua a stampare libri di testo che incitano all’odio e alla violenza contro minoranze religiose”. Il fondatore di Human Rights Watch si riferiva al caso di un libro di terza media che apostrofava come “scimmie” il “popolo del Sabbath”, cioè gli ebrei, e come “suini” gli “infedeli della comunione con Gesù”, cioè i cristiani.
“Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti”. – Art. 18 Dichiarazione universale dei diritti umani
E viene ancora da Hrw l’ultima segnalazione dell’odio nei libri di testo che circolano in Arabia Saudita. Il programma scolastico di quest’anno si poggia infatti su volumi che definire discriminatori sarebbe riduttivo. Il linguaggio riservato a chi non segue l’interpretazione wahabita dell’islam sunnita supera ogni limite di decenza e rispetto.
“Sin dalla prima elementare viene trasmesso agli scolari l’odio verso chi è percepito come di una fede o di una dottrina di pensiero diversa”, ha dichiarato Sarah Leah Whitson, responsabile Medio Oriente per Human Rights Watch. “Le lezioni d’odio vengono consolidate di anno in anno”.
Il programma del corrente anno scolastico – denominato al-tawhid (monoteismo) – disprezza sciiti e sufi ed etichetta ebrei e cristiani come “miscredenti”, con i quali i veri musulmani non devono avere nulla a che fare. Ben 45 libri di testo e manuali rivolti a studenti di elementari, medie e superiori.
IL “VERO” ISLAM
La visione monolitica dell’islam offerta dai libri di testo sauditi si scagliano in primis contro le correnti minoritarie sorte in seno all’islam stesso. Sciiti e sufi sono condannati soprattutto per i pellegrinaggi alle tombe di figure religiose verso cui è riconosciuta particolare devozione e per l’intercessione di intermediari nelle suppliche a Dio, atti ritenuti dalle autorità saudite come dimostrazione di shirk, cioè di politeismo. La conseguenza immediata è la non appartenenza al “vero” islam, e quindi la dannazione eterna.
In un volume della seconda media viene espresso che la mistica sufi è da considerare come “un percorso perverso, che ha mosso i primi passi nella pretesa di ascesi – o estrema autodisciplina – per poi diventare vera e propria innovazione illecita, perversione ed esagerazione verso ciò che è puro”.
DA “POPOLO DEL LIBRO” A “MISCREDENTI”
Le critiche più dure vengono però rivolte ad ebrei e cristiani, paragonati ai wathaniyeen (cioè pagani) e descritti come kuffar, “miscredenti”.
Secondo un libro di testo rivolto agli studenti della prima media sarebbe infatti compito del “buon musulmano” interrompere ogni relazione con ebrei, cristiani e pagani. Chi non agisce in questo modo, recita il libro, “è egli stesso un miscredente”.
Una delle accuse mosse a chi aderisce al sufismo è di imitare i cristiani nel “festeggiare la nascita del profeta”, perché i “miscredenti associatori” celebrano la nascita di Gesù.
“Secondo l’Islam, Dio ha dato ai musulmani la responsabilità di stabilire il benessere per tutti gli uomini, siano essi cristiani, ebrei, sabei, pagani o altro. Asilo e protezione non sono garantiti solo a chi crede in Dio, ma anche a quelli classificati come idolatri. Come è comandato nel Corano, i musulmani hanno il dovere di proteggerli mentre vanno da un luogo ad un altro, anche a costo della propria vita. Questo è un criterio importante che i musulmani devono rispettare: non ostacolare, ma piuttosto garantire, la sicurezza delle persone e la loro libertà.
Come ordinato nel Corano, i musulmani devono invitare le persone “alla via del Signore con saggezza e parole giuste” (Corano, 16:125) e sostenere le loro credenze nella maniera più gentile e incoraggiare le persone a fare il bene.
Nel Corano, i monasteri, le chiese e le sinagoghe sono menzionati come luoghi di culto protetti da Dio (Corano, 22:40). Quindi se gli ebrei o cristiani vogliono adorare nei loro luoghi di culto, dovrebbero essere in grado di farlo liberamente e senza ostacoli.
Qui l’intero rapporto di Human Rights Watch.
Profilo dell'autore
- Dal suo Abruzzo ha ereditato la giusta unione tra indole marinara e spirito montanaro. Su Frontiere, di cui è co-fondatore, scrive di diritti umani e religioni.
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