Consigli per l’estate: il giro del mondo in 24 libri

Alla fine di ciascuna puntata del nostro format di dirette #viaggiadacasa, abbiamo chiesto agli ospiti (giornalisti, scrittori, animatori culturali e attori) di consigliarci dei libri per conoscere più in profondità i paesi dove erano nati, cresciuti o che, per motivi personali o professionali, avevano influito radicalmente sul loro percorso.

La maggior parte di noi quest’estate non viaggerà oltre i confini nazionali, o forse non viaggerà proprio. Quale migliore occasione per lasciarsi trasportare da questi consigli di lettura? Ci sono romanzi, saggi geopolitici, appunti di viaggio. Alcune sono scelte “obbligate”, altre sono chicche non facilissime da trovare, altre ancora delle scelte sorprendenti. Le trovate tutte qui sotto, divise per aree geografiche. Buona lettura!

Due postille prima di lasciarvi alla lettura della lista:

  • un’altra cosa che potreste fare durante le vacanze è riascoltare tutte le puntate di #viaggiadacasa. Le trovate qui;
  • se poi, alla fine, siamo riusciti a convincervi a leggere almeno uno dei libri consigliati, fatecelo sapere (via fb o mail).

 

AFRICA SUBSAHARIANA

1. Burkina Faso — Cleophas Adrien Dioma consiglia L’enfer au paradis di Ansomwin Ignace Hien

Ansomwin Ignace Hien è nato nel 1952 a Zinkoni, Burkina Faso. Oltre che scrittore, è stato funzionario del Ministero del Commercio e direttore editoriale di una casa editrice di Ouagadougou. In questo romanzo espone le problematiche legate all’esodo rurale e alle sue conseguenze. Tanga e i suoi amici, studenti falliti, sono affascinati dalla città, che la immaginano come un luogo benedetto con lavoro e vita sociale in abbondanza. Ma la loro esperienza urbana è molto più dura di quanto si erano aspettati. Finiranno per essere accolti dal mondo della delinquenza e dalle sue leggi non scritte.

 

2. Kenya — Massimo Alberizzi consiglia It’s Our Turn to Eat: The Story of a Kenyan Whistle-Blower di Michela Wrong

Gennaio 2003: il Kenya è considerato modello di democrazia per tutta l’Africa. Ci sono appena state le elezioni pacifiche del suo nuovo presidente, Mwai Kibaki, che a sua volta nomina come “zar anticorruzione” il rispettato e anziano riformatore John Githongo. L’obiettivo è porre fine alle pratiche corrotte che hanno contaminato il regime precedente. Eppure solo due anni dopo lo scenario cambia diametralmente: Githongo è in fuga, ha raccolto segretamente le prove che mettono in discussione il funzionamento di tutta la nuova amministrazione. Incapace di rimanere in silenzio, Githongo fa la dolorosa e rischiosa scelta di rendere pubblico ciò che ha scoperto. Il risultato è un Watergate del Kenya. Un thriller politico che spiega come un pilastro dell’establishment sia diventato uno degli uomini più odiati e insieme ammirati dell’Africa.

3. Senegal — Modou Gueye e Aliou Diop consigliano La guerra di Boubacar di Francesca Caminoli

Il 17 giugno del 1944 l’Isola d’Elba fu liberata da uno sbarco alleato a comando francese. I primi a sbarcare sulla spiaggia di Marina di Campo furono i tirailleurs senegalesi. La spiaggia era minata e moltissimi soldati coloniali morirono. Partendo da questo fatto storico, l’autrice costruisce un romanzo in cui si intrecciano le vite di tre protagonisti. Un romanzo che dà voce agli “altri” che hanno combattuto per la libertà dell’Italia e dell’Europa più di sessant’anni fa, agli “altri” che oggi contribuiscono al nostro benessere mettendo in pericolo la propria vita, agli “altri” che vivono con difficoltà la spregiudicata corsa all’arricchimento della società occidentale di cui fanno parte.

Modou Gueye e Aliou Diop consigliano anche Un viaggio color Senegal di Giulia Tabacco


NORDAFRICA

4. Algeria — Karim Metref consiglia Il figlio del povero di Mouloud Feraoun

Romanzo d’esordio di Mouloud Feraoun, Il figlio del povero è il punto di riferimento di una generazione di scrittori che negli anni ’50, passando attraverso il travaglio della lotta per l’indipendenza, hanno dato vita alla letteratura algerina contemporanea. Il romanzo, apertamente autobiografico – come già rivela il nome del protagonista, Fouroulou Menrad, anagramma di quello dell’autore, racconta l’infanzia e l’adolescenza, vissute in un villaggio tra le alture della Cabilia, del figlio di un contadino-emigrante che, grazie all’istruzione, riesce ad affrancarsi dal destino d’ignoranza e miseria della famiglia e di quasi tutti i coetanei.

5. Egitto — Catherine Cornet consiglia Mendicanti e orgogliosi di Albert Cossery

In un bordello del Cairo una giovane prostituta viene uccisa. Attorno a questa vicenda si muovono quattro personaggi: un filosofo, ex professore universitario e ora mendicante; il poliziotto incaricato delle indagini, il quale, nonostante la sua omosessualità, incarna i più rigidi precetti di ordine e moralità borghese; un poeta che sbarca il lunario vendendo haschisch e infine un anonimo impiegato, animato da velleità populistico-rivoluzionarie. E sono le loro storie le vere protagoniste del romanzo, così simili a quelle di tanti altri che compongono l’umanità variopinta e stracciona della casbah.

 

6. Libia — Nello Scavo consiglia Genocidio in Libia – Le atrocità nascoste dell’avventura coloniale italiana di Eric Salerno

Dagli orrori dell’avventura coloniale e fascista in Libia tra il 1911 e il 1931, all’immane tragedia contemporanea. Un classico del giornalismo storico riletto e riproposto, in una nuova edizione ampliata, per ragionare sulle vecchie ferite e sui legami con quanto avviene oggi nel Mediterraneo e nella nostra ex colonia. Una pagina oscura del passato italiano che vide deportazioni, bombardamenti, campi di concentramento e l’uso di gas proibiti dalle convenzioni internazionali. In questo volume le pagine più nere di quella vicenda vengono narrate, nei loro tratti essenziali, ricorrendo alla voce, ai resoconti e all’esperienza vissuta dei testimoni e dei protagonisti dell’epoca, messe a confronto con la retorica bellicista del fascismo prima, con il silenzio o la minimizzazione delle colpe italiane poi.

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7. Marocco — Brahim Maarad consiglia Marocco, romanzo di Tahar Ben Jelloun

 A onor del vero, Brahim Maarad consiglia tutti i romanzi di Tahar Ben Jelloun, scrittore che certamente non necessita di presentazione. Per motivi di spazio, tuttavia, è toccato a noi redattori l’ingrato compito di doverne sceglierne uno tra i tantissimi. Vi suggeriamo Marocco, romanzo. L’autore accompagna il lettore verso l’anima più autentica del Marocco, in un itinerario le cui tappe sono le città e i deserti, i ricordi personali e la storia ufficiale, le leggende della sua terra e le tracce lasciate dagli stranieri che l’hanno attraversata. Si parte da Tangeri, per poi proseguire verso Casablanca, Fes, Marrakech, fino ai sentieri meno battuti della Chaouia o a uno sperduto accampamento ai piedi dell’Atlante. Lo sguardo partecipe e affettuoso di Ben Jelloun non ignora nemmeno le ineguaglianze che ancora feriscono il suo amato paese.


MEDIO ORIENTE

8. Iraq — Sara Manisera consiglia Frankenstein a Baghdad di Ahmed Saadawi

 Il romanzo è ambientato a Baghdad durante l’occupazione americana nel 2005-2006. La città è costellata di esplosioni kamikaze, percorsa da violenze settarie tra sciiti e sunniti e altri gruppi, priva di un ordine statale e civile vero e proprio, immersa nella precarietà economica. Un misterioso personaggio raccoglie e mette insieme i pezzi di cadaveri prodotti dalle esplosioni e crea un “Frankenstein” che comincia a vivere e a vendicare le vittime. Un po’ alla volta questo mostro, su cui indagano inutilmente polizia e giornali, terrorizza la popolazione di Baghdad, passando a colpire anche vittime innocenti. ll romanzo di Ahmed Saadawi ha conquistato (anche) lettori e critici inglesi e americani. Perché unisce il fascino gotico a quello degli horror hollywoodiani.

9. Siria — Asmae Dachan consiglia Le mie poesie più belle di Nizar Qabbani

“La poesia è la patria delle cose che si ribellano a loro stesse, e delle forme che rifuggono la propria forma”. Così Nizar Qabbani, poeta siriano, considerato tra i più importanti poeti del mondo arabo moderno, apre questa raccolta di poesie, per la prima volta tradotte in italiano. Una raccolta speciale perché frutto di una selezione compiuta dallo stesso Qabbani. Le mie poesie più belle raccoglie, infatti, i componimenti che il poeta definì le sue poesie-chiave, “quelle che lasciano dietro di loro domande… fiamme… fuoco… e fumo”. Postfazione di Paola Caridi.

 

10. Turchia — Murat Cinar consiglia Alba di Selahattin Demirtas

Le figure femminili sono protagoniste dei dodici racconti, alcuni dei quali autobiografici, che compongono questa raccolta: madri, ragazze, bambine, donne in carriera, di estrazione diversa ma accomunate dalla volontà di affermare la propria libertà, l’indipendenza dalle convenzioni, il diritto di amare. Spaziando dalla storia di una coppia di rondini, che diventa metafora della violenza di genere e di stato, a quella di Seher, che insieme all’amore trova la morte, Selahattin Demirtas rivela un talento narrativo capace di coniugare ironia, critica sociale e scavo psicologico. Una bambina di cinque anni, un ricordo d’infanzia, una lettera al censore della corrispondenza della prigione in cui è detenuto diventano per lui il prisma attraverso cui scomporre la luce di un’umanità ricca di sentimenti ed emozioni.

11. Yemen — Laura Silvia Battaglia e Taha al-Jalal consigliano From the Land of Sheba di Abdullah Al-Baradouni

 Sebbene lo Yemen sia una delle più antiche regioni abitate del mondo, in Occidente è uno dei luoghi meno conosciuti. L’antico Yemen è menzionato nella Bibbia come la casa dell’incenso e della mirra, che una volta era più costosa dell’oro; ma cos’altro sappiamo di questo posto che i romani chiamavano Felix Arabia? Mentre le storie si muovevano spesso con il commercio, forse alcune delle nostre prime storie sono nate nei leggendari boschi di incenso dello Yemen e hanno viaggiato con le carovane in tutto il mondo. I romani definirono questa terra “felice”, a causa della diversità geografica della regione e della sua storia che risale a migliaia di anni fa. Le leggende ci dicono, infatti, che Sana’a, l’attuale capitale, fu fondata dal figlio di Noè, Sem. Questa raccolta ci regala un ricco assortimento di racconti popolari di questa antica terra. Abdullah Al-Baradouni (1929–1999) è considerato lo scrittore yemenita più noto a livello internazionale. Ha scritto principalmente poesie (suddivise in 12 libri) ma si è occupato anche di politica, folklore e letteratura.

Laura Silvia Battaglia e Taha al-Jalal consigliano anche Letteratura araba contemporanea dalla nahḍah a oggi di Isabella Camera d’Afflitto.


ASIA

12. Cina — Gabriele Battaglia consiglia Il fiume al centro del mondo di Simon Winchester

Porta aperta della Cina sul mondo, che collega il cuore interno dell’Impero rosso a Shangai, alle metropoli della costa, lo Yangtze nasce tra le montagne ai margini del Tibet e percorre circa 6300 chilometri in terra aspra prima di sfociare nelle acque del Mar Cinese Orientale. Seguendo il sogno del suo autore, questo libro ci conduce nell’anima stessa del Regno di Mezzo. Nelle sue pagine, riviviamo gli anni dei difficili rapporti tra le compagnie commerciali europee e i mandarini manchu, l’atmosfera peccaminosa della Shanghai dominata dai ganhster, lo stupro di Nanchino, le feroci lotte all’interno del Partito Comunista durante la Rivoluzione Culturale.

13. Pakistan — Ejaz Ahmad consiglia Trasgressione di Uzma Aslam Khan

 Un intreccio internazionale di amore e inganno, rivalità e destino. Dia, figlia di un coltivatore di seta, Riffat, è una donna d’affari innovativa e decisa. Come sua madre, Dia a prima vista appare senza restrizioni, è vivace e intraprendente. In una parola, sembra libera. Ma la libertà ha i suoi confini e saltarne il recinto può portare risultati inaspettati. Daanish, invece, è tornato a Karachi per il funerale di suo padre dall’America, una terra dove ci sono molte regole ma poche restrizioni. Quando Dia e Daanish si incontrano, sfidano tutte le formalità. Per creare lo spazio in cui Dia e Daanish possono creare qualcosa insieme, dovranno rompere gli equilibri di entrambe le proprie famiglie.

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AMERICHE

14. Argentina — Riccardo Bottazzo consiglia In Patagonia di Bruce Chatwin

Dopo l’ultima guerra, alcuni ragazzi inglesi, fra cui l’autore di questo libro, chini sulle carte geografiche, cercavano l’unico luogo giusto per sfuggire alla prossima distruzione nucleare. Scelsero la Patagonia. E proprio in Patagonia si sarebbe spinto Bruce Chatwin, non già per salvarsi da una catastrofe, ma sulle tracce di un mostro preistorico e di un parente navigatore. Li trovò entrambi. Eppure, eccolo di nuovo: l’inesauribile richiamo, il vagabondo trasalire di un’ombra – il viaggiatore – fra scene sempre mutevoli. E nulla si rivelerà così mutevole come la Patagonia, che si presenta come un deserto. Pubblicato nel 1977 come opera prima, questo libro appartiene alla specie, oggi rarissima, dei libri che provocano una sorta di innamoramento. La Patagonia di Chatwin diventa, per chiunque si appassioni a questo libro, un luogo che mancava alla propria geografia personale e di cui avvertiva segretamente il bisogno.

15. Messico — Fabrizio Lorusso e Christian Peverieri consigliano Demasiado Corazon di Pino Cacucci

Bart, un gringo con la faccia da latino, varca la frontiera a Tijuana, scendendo in Messico per l’ennesimo incarico che svolgerà con la consueta indifferenza: uccidere un uomo che potrebbe minacciare gli interessi di una multinazionale farmaceutica. Ma a Tijuana arriva anche un battagliero videogiornalista italiano. Leandro, e le loro strade fatalmente si incontrano. Da una parte il cinismo dell’esecutore professionista, dall’altra la passione ferita ma non piegata dell’utopista: eppure scatta qualcosa di simile a un rapporto, a una complicità sotterranea contro le dinamiche di un potere occulto e assassino. Tra i due personaggi, però, il vero protagonista del romanzo rimane il Messico, paese dal “troppo cuore”, terra orgogliosa e fiera, oltraggiata e saccheggiata per secoli, che malgrado tutto rifiuta di arrendersi al dominio del nuovo colonialismo.

Fabrizio Lorusso e Christian Peverieri consigliano anche Capitalismo Gore di Sayak Valencia, Los cárteles no existen di Oswaldo Zavala, Il collare di fuoco e Il collare spezzato di Valerio Evangelisti, Quelli del San Patricio di Pino Cacucci, Santa Muerte Patrona dell’Umanitá di Fabrizio Lorusso.

16. Repubblica Dominicana — Raúl Zecca Castel consiglia La breve favolosa vita di Oscar Wao di Junot Diaz

 Oscar è un ghetto-nerd dominicano obeso e goffo, ossessionato dalle ragazze, dai giochi di ruolo e dai romanzi di fantascienza e fantasy. Prima che lui nascesse, sua madre ha lasciato la Repubblica Dominicana di Trujillo per rifugiarsi nel New Jersey, dove Oscar vive sognando di diventare il nuovo Tolkien e, più di ogni altra cosa, di trovare l’amore. Per riuscirci, deve sfidare il micidiale fukú, l’antica maledizione che perseguita i membri della sua famiglia da generazioni, condannandoli al carcere, alla tortura, a tragici incidenti e soprattutto alla sfortuna in amore. La prosa vivida e giocosa di Junot Díaz, che incarna la molteplicità di luoghi, culture e linguaggi alla base del romanzo, ci trasporta dalle periferie americane contemporanee al sanguinario regno del dittatore dominicano Rafael Leónidas Trujillo, mentre la storia del mite e sventurato giovane si intreccia a quella della sua gente e della sua terra, che finiranno per plasmarne il destino.

Raúl Zecca Castel consiglia anche La festa del Caprone di Vargas Llosa e Galindez di Montalban

17. Stati Uniti — Emiliano Bos consiglia Il confine di Don Winslow

Art Keller pensava che una volta scomparso Adàn Barrera avrebbe trovato pace. Si sbagliava. A prendere il posto che è stato di Adán, e prima ancora di suo zio don Miguel Angel, ci sono già Los Hijos, la terza generazione. E ora, a capo della Dea, Art si rende conto che in realtà i nemici sono dappertutto: nei campi di papavero messicani, a Wall Street, alla Casa Bianca. Gente che cerca di farlo tacere, sbatterlo in galera, distruggerlo, ucciderlo. Con II confine, Don Winslow tira le fila di una storia di violenza e vendetta, corruzione e giustizia, ormai divenuta leggenda. E dipinge un ritratto di straordinaria potenza dell’America d’oggi.


BALCANI ED EUROPA ORIENTALE

18. ALBANIA — Arbër Agalliu consiglia Te Jetosh Ne Ishull (Vivere su un’isola) di Ben Blushi

Nell’aprile del 2008, Ben Blushi pubblicò il suo romanzo d’esordio, Të jetosh në ishull (Vivere su un’isola). Nel giro di un paio di mesi, il libro vendette oltre 30.000 copie, un vero primato per il mercato albanese. Il romanzo ripercorre la storia dell’Albania sotto l’impero ottomano (XV-XVIII sec.), con una vasta e controversa trattazione dell’islamizzazione del Paese. Secondo Blushi gli albanesi sono stati condannati da Dio a vivere tra i greci e i turchi, in un costante e precarissimo equilibrio tra cristianesimo e islam, tra alleanze con l’Occidente e l’Oriente. Tutto questo, avrebbe portato gli albanesi a cambiare posizione con una facilità estrema.

19. BULGARIA — Valerio Evangelista consiglia: Sotto il giogo di Ivan Vazov

Probabilmente il romanzo bulgaro più famoso sia in Bulgaria che all’estero. Quando l’ha scritto, Ivan Vazov era esule in Russia. Una novella molto ampia, con una trama fantastica amorosa che si intreccia nella Bulgaria alla vigilia della liberazione nazionale dall’impero ottomano. Un libro importante per capire la vita nella Bulgaria ottomana e le ragioni che portarono al movimento rivoluzionario. La rivolta scoppiò nell’aprile del 1876 a Koprivshtitza. Il movimento di liberazione fu completamente schiacciato in meno di due mesi dall’esercito e dai paramilitari turchi. La violenza delle conseguenti rappresaglie provocò una forte indignazione in tutta Europa e la guerra russo-ottomana che seguì portò alla creazione di uno stato bulgaro autonomo.

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Valerio Evangelista consiglia anche: Confine: Viaggio al termine dell’Europa di Kapka Kassabova

20. SERBIA — Tatjana Đorđević Simic consiglia: Hamam Balkania di Vladislav Bajac

Un libro ambientato per metà nell’Impero Ottomano durante il 16esimo secolo e per l’altra nei giorni nostri. Si parte dalla storia di due amici, entrambi prelevati da bambini dalle loro case e inseriti nella guardia privata del sultano turco: Sokollu Mehmed Pasha, che da pastorello serbo diventa gran visir e Koca Mimar Sinan, il ‘Michelangelo dell’Est’. Le loro vicende ci forniscono una visione straziante della religione e dell’identità. Quindi si torna ai nostri tempi; qui ascoltiamo la voce dell’autore, che condivide con i lettori esperienze e riflessioni su fede, identità e nazione.

 

21. UCRAINA — Olga Tokariuk consiglia: Mesopotamia di Serhij Žadan

Nove personaggi destinati ad assumere di volta in volta un ruolo da protagonista, comprimario o comparsa, attorniati da un’umanità varia, spesso bislacca e dolente, ma sempre alla ricerca di una felicità dai contorni indefiniti che immancabilmente sfugge. Il ritratto a un tempo ironico e spietato di una generazione pronta a tutto, in un’epoca instabile, nei meandri di una città-labirinto, con le sue strade anonime, i cortili, gli androni, le periferie sommerse dalla polvere, le fabbriche, i garage, il fiume. In un paese che fatica a trovare la propria identità, sospeso com’è tra un passato ambiguo e un futuro incerto. Nove racconti collegati a formare un romanzo pieno di ritmo e pulsante di energia – con un contrappunto lirico finale.


EUROPA OCCIDENTALE

22. GERMANIA — Simone Zoppellaro consiglia: Guerra senza battaglia: una vita sotto due dittature di Heiner Müller

A oltre quindici anni dalla morte, Heiner Müller resta, insieme a Bertolt Brecht, il maggiore drammaturgo tedesco del Novecento e tra i più acuti interpreti delle travagliate sorti del proprio Paese, prima e dopo la svolta del 1989. Una vita sotto due dittature riassume il percorso di un artista multiforme e controverso, che dopo l’inquieta giovinezza nella Germania hitleriana ha attraversato, da protagonista suo malgrado, l’intera vicenda storica della DDR, dalla nascita fino al clamoroso tracollo. La sua vita e la sua opera si rivelano emblematiche per indagare il complesso rapporto fra un intellettuale del suo calibro e il potere, da cui è scaturita una singolare commistione di atteggiamenti opposti: fedeltà e dissenso nei confronti del regime, vocazione al conflitto e opportunismo strategico. Dal suo racconto – conciso e quasi epigrammatico, ricco di aneddoti e battute fulminanti – affiora l’autoritratto di un paese schiacciato tra utopia e repressione, prigioniero di illusioni e inganni che l’autore svela con implacabile lucidità. Un paese amato e odiato, contro il quale Müller ha combattuto, con le sole ma affilatissime armi del paradosso e dell’ironia, un tipo di guerra particolare, quella che non prevede battaglia.

23. PORTOGALLO — Luca Onesti consiglia: Novecento lusitano di Davide Mazzocco

Le pagine di Novecento lusitano sono un viaggio in dieci tappe: ogni racconto è un decennio del XX secolo e un luogo lontano dalle luci e dai clamori delle grandi città portoghesi. Sulle rive dell’Atlantico, un pescatore subisce la fascinazione dell’arte. Nella pianura dell’Alentejo, una giovane donna e il suo futuro sposo preparano l’anfora che suggellerà la loro unione. Un fratello percorre le campagne lusitane in cerca di vendetta. A Coimbra, un gruppo di amici vuole fare la rivoluzione a ritmo di rock. Sulle alture del Minho, un contadino chiede giustizia a un giudice. Sulle montagne del Portogallo, alcuni uomini devono far fronte a un rogo che mette a rischio la sopravvivenza di un intero villaggio. L’idea alla base del libro è, infatti, quella di raccontare dieci storie a partire dalla geografia meno nota, quella di chi, chinandosi su una mappa, la penetra con occhi che conoscono il territorio.

24. REGNO UNITO — Sabrina Provenzani consiglia: Chavs di Owen Jones

Un saggio dello scrittore e commentatore politico britannico Owen Jones che parla degli stereotipi su parte della classe lavoratrice britannica (e della classe lavoratrice nel suo insieme). In alcune aree dell’Inghilterra del Nord chav è un termine offensivo usato per descrivere i giovani delle classi meno abbienti che si vestono con abiti sportivi. Il libro ha fatto molto parlare di sé e il critico Dwight Garner del New York Times lo ha incluso tra i migliori dieci volumi di saggistica del 2011.

 

 


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