Una chiacchierata sul doc ‘La febbre di Gennaro’

Luca La Gamma intervista Gennaro Giudetti, protagonista del film, il regista Daniele Cini e la produttrice Claudia Pampinella

Cosa spinge un ragazzo a lasciare tutto per dedicarsi anima e corpo ad aiutare gli ultimi della terra? Lo abbiamo chiesto in questa video intervista a Gennaro Giudetti, cooperante classe 1990 che ha fatto una vera e propria scelta di vita e dalla sua amata Taranto ha deciso di mettersi in viaggio (a soli 19 anni) verso le terre più pericolose del globo, fino ad arrivare ad aiutare i migranti in mare aperto. Alla chiaccherata hanno partecipato anche il regista Daniele Cini e la produttrice Claudia Pampinella. L’intervista è stata organizzata in collaborazione con Minerva Pictures.

IL FILM – Non è tanto una scelta religiosa, né solamente etica o politica, a motivare le scelte fatte negli ultimi nove anni da Gennaro Giudetti. C’è una specie d’irrequietezza, di febbrile bisogno di rendersi utile, di sete di giustizia, che emerge continuamente dai suoi racconti e dalle immagini che hanno testimoniato alcuni percorsi della sua vita: troppo grandi per la sua giovane età, ma anche possibili proprio grazie ad essa, grazie a una testarda, coraggiosa (e forse perfino un pizzico incosciente) energia di ventenne, che ha scelto la via del volontariato in zone di alto rischio.

Il documentario parte da un vortice d’immagini e di racconti e cerca di penetrare nel presente, tentando di capire cosa significhi oggi, per un giovane, prendere una decisione del genere. I conflitti con la famiglia, i tormenti sentimentali, la precarietà delle amicizie, i problemi economici: tutte le tematiche che interessano quell’età e quel tipo di vita.

Perché la vita di Gennaro Giudetti è un po’ fuori del normale, ma allo stesso tempo è esemplare.
E permette di raccontare non solo una scelta come la sua, ma tutte le scelte che attraversano i sogni di molti giovani: il bisogno di uscire dal proprio orizzonte ristretto, di trovare un senso alla propria vita, di capire la propria identità.

La vicenda di Gennaro raggiunge uno dei punti drammatici più alti il 6 novembre del 2017, quando, partito come mediatore culturale, in una nave dell’organizzazione non governativa Sea Watch nel Mediterraneo, si trova a dover affrontare direttamente la decisione di salvare la vita di qualcuno con le proprie mani e di lasciare invece altri al proprio destino. Una scelta terribile, sproporzionata al suo compito e alla sua età. Da quel giorno, che è stato interamente ripreso dalle telecamere della ONG, Gennaro diventa il testimone pubblico di quel disastro umanitario.
Televisioni, istituzioni, persino il Parlamento europeo: tutti vogliono ascoltarlo.

La sua vita accelera sempre di più: lo incontriamo di ritorno dal Niger, per capire come aiutare i disperati che attraversano il deserto, poi lo seguiamo in Colombia, in un territorio colpito da una guerra civile, dove si espone come scorta disarmata a difendere quei contadini minacciati dagli squadroni della morte, in Palestina ad accompagnare a scuola i bambini palestinesi, in Libano per organizzare, insieme alla Comunità di Sant’Egidio e la Chiesa Valdese un corridoio umanitario con i profughi siriani in fuga dalla guerra, poi in Congo dove, con Medici Senza Frontiere, per combattere l’Ebola e il colera, ha coronato il suo sogno di diventare operatore umanitario, infine di nuovo in mare con Sea Watch dove lo raggiunge la notizia della pandemia.

A questo punto Gennaro, a inizio 2020, torna ad aiutare l’Italia, insieme a Medici Senza Frontiere negli ospedali di Lodi e Codogno, in piena emergenza coronavirus, proseguendo poi anche nello Yemen, facendo tesoro dell’esperienza con l’ebola in Congo per contenere i contagi del Covid 19. Perché al contrario di queste epidemie, La Febbre di Gennaro produce effetti secondari vantaggiosi. Soprattutto su quei giovani che condividono le stesse scelte: esperienze profonde, affetti duraturi, orgoglio di aver salvato vite umane. Ecco perché è una febbre, la sua, che dovrebbe contagiare tutti.

Diretto da Daniele Cini, prodotto da Claudia Pampinella per Talpa Produzioni, in co-produzione con D4 Srl e realizzato in collaborazione con Medici Senza Frontiere, Associazione Comunità Giovanni XXIII e Sea Watch è distribuito da Minerva Pictures. Attualmente lo si trova su: Amazon Prime Video, Sky, Rakuten, Chili, Apple TV, Google Play, The Film Club.


Profilo dell'autore

Luca La Gamma
Luca La Gamma
La sua formazione giornalistica inizia a 20 anni quando avvia una serie di collaborazioni con piccole testate romane occupandosi di sport e sociale. A 25 anni diviene giornalista pubblicista e a 26 decide di partire per la Spagna, tappa fondamentale per la sua crescita personale. Laurea in Lingue e letterature moderne alla Sapienza di Roma e in Editoria e giornalismo alla Lumsa di Roma. Attualmente consulente per la comunicazione in INPS. Viaggiatore, sognatore e amante della vita in tutte le sue sfumature, si identifica in Frontiere News perché è la voce fuori dal coro che racconta quelle storie che non vengono prese in considerazione dall’élite giornalistica.

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