Con la riaffermazione della propria sovranità sulla Crimea, la Russia ha archiviato la linea seguita lungo il ventennio post-sovietico nelle relazioni con gli stati emersi dall’Urss. Il Kazakistan, che condivide con Mosca la più estesa linea di confine terrestre al mondo (circa 7000 km) è particolarmente chiamato in causa da tali sviluppi. Nel frattempo si è rianimato un potenziale irredentista nel nord che scuote le basi della convivenza interetnica interna e acuisce la lotta di fazioni interne suscitata dall’avvicinarsi dell’uscita di scena del presidente Nazarbaev. La complicata situazione kazaka è analizzata nel saggio di Fabrizio Vielmini Dopo la Crimea il Kazakistan? pubblicato all'interno di Oltre la Crimea: Russia contro Europa? Il volume, curato da Aldo Ferrari per l'Ispi, si avvale della collaborazione tecnica della Cooperativa Frontiere. Di seguito un estratto, a nostro…
Quando qualcuno mi chiede di parlare dei fatti accaduti lo scorso febbraio in Ucraina e a marzo in Crimea dico semplicemente che la società ucraina voleva dei cambiamenti e gli ha ottenuti mentre le persone della Crimea non volevano cambiare e anche loro hanno ottenuto quel che volevano. La rivoluzione ucraina spesso chiamata "Maydan" non era legata all'entrata nell'Unione Europea del Paese, come molti credono. Si trattava di una questione di dignità. Sebbene iniziata come una protesta pacifica contro il drastico aborto del processo di integrazione europea da parte del governo, si è trasformata ben presto in una rivoluzione di milioni di persone che non potevano più accettare le ruberie e gli abusi di un governo corrotto e di poche ricchissime persone. E come ogni rivoluzione anche questa ha…
Dopo l'intervento russo in Crimea e la conseguente inattività della polizia ucraina, i residenti filo-russi nella Penisola hanno deciso di creare delle "unità di autodifesa". L'obiettivo di questi gruppi armati è, secondo quanto dicono loro stessi, quello di mantenere la sicurezza ed evitare che le minoranze ucraine e tatare possano interferire con i programmi della Russia nella regione. "Sosteniamo la volontà della vasta maggioranza degli abitanti della Crimea", ha dichiarato Alexander Meduservsky, membro di un'unità attiva nel comune di Dobroe. Le unità includono civili, studenti, operai, veterani delle guerre afgane e cecene; in abiti civili o in tuta mimetica, alcune unità sfilano anche disarmate ma con il supporto delle forze russe e controllano strade, confini, uffici governativi, e altri edifici sensibili. Alcune organizzazioni internazionali, tra cui Human Rights Watch,…
Una settimana dopo il referendum che ha portato all'assorbimento della Crimea da parte della Russia, Mark Lowen - corrispondente dalla Crimea per la BBC - delinea cinque modi in cui la Regione sta attuando i cambiamenti per diventare parte della Russia. - Valuta: a breve le grivnie ucraine lasceranno il posto ai rubli russi - Luoghi pubblici: le scritte e le insegne - precedentemente in russo, ucraino e tataro crimeano - ora sono soltanto in russo - Passaporti: i cittadini di Crimea sono chiamati a scegliere se mantenere la nazionalità ucraina, diventando di colpo stranieri in terra natia, oppure se passare al passaporto russo - Televisione: per vedere programmi tv in ucraino, i cittadini di Crimea devono utilizzare tv via cavo o satellitare. Tutti i media principali hanno già fatto il passaggio…
È opportuno parlare di genocidio delle popolazioni russofone in Ucraina? Come si collocano le richieste di Mosca nel contesto del diritto internazionale? Perché questa guerra sta ricevendo una mediatizzazione straordinaria, specie se paragonata alla scarsa attenzione su altri conflitti in corso? Come poter ripensare il ruolo dell'ONU, alla luce dei suoi effettivi limiti? Partendo da questi aspetti cruciali ma spesso trattati superficialmente, Maria Stefania Cataleta – docente di Operazioni di pace e intervento umanitario presso l'Università Niccolò Cusano nonché avvocato abilitato innanzi alla Corte Penale Internazionale – delinea i contorni giuridici degli scontri avvenuti nel Donbass dal 2014 e delle attuali operazioni militari ordinate dal Cremlino contro Kyiv. di Maria Stefania Cataleta Le origini del conflitto che interessa l'Ucraina sono da ricercarsi nelle proteste europeiste di Maidan del novembre del 2013…