Evidenza

La (proficua?) ambivalenza del “refugees welcome”

La (proficua?) ambivalenza del “refugees welcome”

di Livia Bernardini e Ivan Bonnin Negli ultimi giorni, in particolar modo sulla scia dell'esodo siriano (e non) verso il Nord Europa, abbiamo assistito a un'intensificazione della spettacolarizzazione mediatica del fenomeno migratorio in fieri. Senza dubbio quest'ultimo, che, viste le sue proporzioni, anche volendo non può più essere ignorato, è tanto impressionante quanto destabilizzante per la coscienza collettiva dei popoli europei. Tuttavia, non possiamo né dobbiamo ignorare che la comunicazione dell'irruzione di un qualsivoglia evento sia sempre filtrata attraverso dispositivi mediatici che operano coerentemente con l'interesse del potere costituito, o quantomeno ne sono profondamente influenzati. Dunque, saper decostruire le narrazioni…
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Noi iracheni sunniti devastati da Isis e milizie sciite

Noi iracheni sunniti devastati da Isis e milizie sciite

Laith è uno dei tanti giovani iracheni emigrati in Giordania alla ricerca di un futuro migliore, lontano dalla violenza settaria e dalle crudeltà perpetrare dall’ISIS. È arrivato ad Amman nel 2013 e da allora si divide fra università e lavoro, cercando di vivere il più possibile lì quella vita normale che gli è stata negata a Bagdad. Prima di quella data, nel 2012, la percentuale di iracheni presenti sul territorio del Regno Hashemita era pari al 7%, ma, col precipitare degli eventi nella Mezzaluna fertile lo scorso anno, l’UNHCR ha registrato un afflusso giornaliero di 250 persone in cerca di…
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Il mare di sabbia

Il mare di sabbia

di Stefano Rota La terza intervista che viene pubblicata nel blog Transglobal ha coinvolto tre giovani nigeriani richiedenti asilo. Vi si delinea quello che, a mio parere, rappresenta un nuovo periodo delle migrazioni verso l’Italia, che ha nel “profugo” il suo soggetto centrale e predominante. Le due precedenti interviste pubblicate in questo blog, Vedevo tutto bianco e Nel ventre del drago, hanno provato a descrivere, nei termini oggettivamente - e soggettivamente - limitati che un’intervista può concedere, rispettivamente il primo e il secondo periodo. Con l’intervista che segue, quindi, si intende provare a chiudere il cerchio, il cui tratteggio è cominciato…
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Balkan road, carceri siberiane e Alzheimer: il meglio della fotografia etica 2015

Balkan road, carceri siberiane e Alzheimer: il meglio della fotografia etica 2015

"I confini europei sono pieni di campi profughi abitati da migliaia di persone in attesa di conoscere il loro futuro. Negli ultimi quattro anni, il lavoro di documentazione di questa crisi ha abbracciato la maggior parte dei paesi che sono colpiti da questo fenomeno. La proposta è di ampliare ulteriormente l’indagine fotografica sulla rotta dei migranti che attraversano le zone balcaniche, in particolare tra la Macedonia e la Grecia; di sviluppare una relazione sul confine interno europeo di Calais, dove molti rifugiati cercano di raggiungere il territorio inglese illegalmente come le leggi vigenti non permettono loro di muoversi legalmente; e per completare la documentazione sulla crisi…
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Quello che ci insegna l’Islanda

Quello che ci insegna l’Islanda

di Riccardo Bottazzo Akureyri, Islanda - Terra di ghiaccio e fuoco, di vulcani e geyser, di pozze bollenti e ghiacciai eterni. L'Islanda non è solo l'isola dei toponimi impossibili, dove le estati trascorrono senza luna e gli inverni senza sole. È anche l'unico angolo d'Europa dove i cittadini hanno saputo rovesciare il governo, arrestare i finanzieri responsabili del crack, ribaltare le ricette neoliberiste lasciando fallire le banche e riscrivere la Costituzione via internet mettendo al primo posto i Beni Comuni e le libertà digitali. L'Islanda insomma, ha saputo trovare la spinta per saltare oltre il baratro della crisi economica che aveva messo…
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