Centro e Sud America

Chi sono i desaparecidos di Ayotzinapa?

Chi sono i desaparecidos di Ayotzinapa?

Cosa è successo quel giorno ad Iguala? Quello che è sicuro è che un centinaio di ragazzi indigeni provenienti dalla scuola normale rurale "Raúl Isidro Burgos" di Ayotzinapa, si è recato nel capoluogo, a 120 chilometri di distanza, per "sequestrare" tre autobus di una compagnia privata con l'intento di recarsi a Città Del Messico per partecipare all'annuale manifestazione in ricordo della strage di piazza Tlatelolco, dove il 2 ottobre del 1968 oltre 300 studenti furono massacrati dalla polizia. Va detto che il "sequestro" degli autobus per partecipare alla manifestazione studentesca del 3 ottobre, in Messico, è una "tradizione" che si…
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Prologo: le scuole del diavolo

Prologo: le scuole del diavolo

Caracol di Oventic, Stato del Chiapas, 31 dicembre 2014 Freddo, pioggia e fango. Sul grande palco nel cuore del villaggio controllato dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, il sub comandante insorgente Moises dà il benvenuto ai familiari delle vittime di Ayotzinapa. Sono i padri, le madri e i fratelli dei 43 studenti indigeni rapiti il 26 settembre scorso. Non portano né paliacate né cappuccio nero. Sul loro viso si legge solo sofferenza. Salgono lentamente sul palco, reggendo ciascuno una grande foto di un ragazzino scomparso. Dai guerriglieri e dalle guerrigliere zapatiste si alza un urlo di dolore: "Vivos los llevaron, vivos…
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Bombe in Cile. Chi mina la serenità del paese più sicuro del Sudamerica?

Bombe in Cile. Chi mina la serenità del paese più sicuro del Sudamerica?

  di Luca La Gamma, da Santiago Oggi a Santiago del Cile non è un giorno come tanti. Ogni 11 settembre semina panico e terrore in città da quel lontano 1973 che segnò il colpo di Stato. L’11 settembre 1973, la bomba a “La Moneda”, il suicidio del presidente socialista Salvador Allende, la morte dei fratelli Rafael e Eduardo Vergara Toledo, il golpe militare e la nascita della dittatura di Augusto Pinochet. Tutto questo rappresenta l’11 settembre. Ogni anno la città si barrica in casa. Per le strade del centro tafferugli tra esponenti di estrema destra, estrema sinistra e forze dell’ordine.…
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“I miei tre incontri con il Subcomandante Marcos”

“I miei tre incontri con il Subcomandante Marcos”

Testo e foto di Riccardo Bottazzo La prima volta che l’ho incontrato ero al caracol de La Garrucha. Ciondolavo in santa tranquillità nella mia amaca, sotto la tettoia che gli zapatisti avevano riservato a noi “internazionali”. Oh... mica una amaca qualsiasi! Era una di quelle intessute dai “presos politicos” e vendute per sostenere le lotte dall’interno delle carceri. I “presos” sono indigeni che hanno appoggiato la rebeldia e che per questo sono finiti dietro le sbarre dopo processi che definire “sommari” è fargli un complimento. Processi nei quali vengono interrogati e giudicati in una lingua - lo spagnolo - che…
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Dall’Africa a Cuba, alla ricerca del soffio vitale

Dall’Africa a Cuba, alla ricerca del soffio vitale

  di Loredana De Pace Ashè nella lingua africana Yoruba significa “soffio vitale”, energia del divino che tutto pervade. Ma Ashè è anche il titolo del progetto fotografico – divenuto un libro e un’esposizione itinerante – del medico perugino Paolo Ferrera. “Una vera riscoperta della cubanìa”, così il professor Francesco Pompeo dell’Università Roma 3 definisce il progetto fotografico Ashè di Paolo Ferrera, in occasione della presentazione del libro omonimo, avvenuta lo scorso novembre presso l’Instituto Cervantes, nella Capitale. In Ashè, Ferrera riesce nel difficile proposito di partecipare, da non praticante, ai rituali delle tre principali religioni afrocubane: la Santeria, il Vodù e…
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