Un raduno europeo “anti-islamico” organizzato dall’estrema destra danese si è risolto in un grande flop: meno di 200 militanti sono arrivati a Aarhus, città della Danimarca, mentre erano qualche migliaio gli oppositori della protesta. Secondo le forze dell’ordine sono addirittura 100 le persone che hanno preso parte al corteo. Mentre il portavoce della Lega, ovviamente, ha affermato che i partecipanti sono stati tra i 300 e i mille. Per l’occasione è stato schierato un imponente esercito di polizia e i negozi sono stati chiusi nel timore di possibili disordini. Un ottimo risultato invece per la contro-manifestazione, indetta da “Aarhus per la diversità” che ha raccolto 4000 persone contro le 2000 previste.
di Gioacchino Andrea Fiorentino Gli Stati Uniti, paese multietnico per antonomasia, vivono giorni di reale seppur intangibile scissione a causa della campagna per la promozione culturale della Sharia, organizzata dal Circolo Islamico del Nord America. La legge coranica si è infatti trovata al centro di numerose critiche da parte delle frange più conservatrici del paese, spaventate da una possibile imposizione islamica anche nel sistema giuridico statunitense. Newt Gingrich, in un discorso datato 2010, commentava così le suddette prese di posizione anti-Sharia: “I jihadisti puntano a utilizzare gli strumenti politici, culturali, sociali e religiosi in modo da sostituire la civiltà occidentale con un’imposizione radicale della Sharia”. L'islamofobia si è affermata a partire dall’11 Settembre, come spiega Akbar Ahmed, docente dell’Università di Washington, che intervistato dalla CNN continua: “Si sta eccedendo nel giudizio di questa situazione; in America…
Sì al velo islamico in udienza. Lo ha deciso il Csm, sollecitato dal Tribunale di Torino, dopo che un giudice aveva allontanato dall'aula un'interprete che si era rifiutata di togliersi il velo. Secondo il giudice si contravveniva alla norma che impone di seguire le udienze "in silenzio e a capo scoperto". Non è stato dello stesso avviso il Csm secondo cui, fermo restando il regolare e corretto svolgimento dell'udienza, va garantito il legittimo esercizio del diritto di professare la propria religione.
Una gaffe televisiva che potrebbe costare cara al candidato repubblicano Rick Santorum. In un'intervista a MSNBC Alice Stewart, la portavoce dell'ex senatore della Pennsylvania, ha affermato che quando Santorum ha definito nei giorni scorsi le politiche del presidente Obama come guidate da una "falsa teologia" si riferiva alle politiche presidenziali "radicalmente islamiche". Solo dopo che l'intervista è andata la Stewart ha realizzato di aver fatto una gaffe e ha immediatamente telefonato a MSNBC correggendo il tiro, almeno stando a quanto riportano i giornali. La Stewart ha quindi precisato che si riferiva alle "politiche radicali sull'ambiente" di Obama. Insomma, piovono critiche da tutte le parti verso Santorum. La sua nomina come candidato unico dei repubblicani alla Casa Bianca è particolarmente osteggiata da Donald Trump, secondo il quale sarebbe un "regalo per i democratici.…
A fare notizia, non è solo la scomparsa prematura della regina del pop, ma anche l’indecente articolo pubblicato sul sito Pontifex Roma, dove è stata associata la morte della cantante alla sua recente conversione all’Islam, avvenuta pochi giorni fa. Secondo il firmatario dell’articolo, tale Carlo Di Pietro, la scomparsa di Whitney Houston potrebbe essere ricondotta ad un monito di Dio dovuto a questo cambio di religione. L'articolo del sito cattolico usa queste precise parole: "La stessa Houston, secondo indiscrezioni, avrebbe dichiarato di aver trovato nell'Islam una dimensione di serenità, dopo le pesanti vicende personali che l'avevano vista coinvolta. Ecco i risultati. Monito di Dio?" Sullo stesso sito, questa volta però a firma di Bruno Volpe, compare un altro articolo sul decesso dell'artista (dal titolo "La morte della Houston come l'aids. Un segnale!") su cui…