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La Norvegia deporta un richiedente asilo disabile verso l’Afghanistan

Il 25 ottobre 2014 il governo norvegese ha deportato Gholam Nabi, un richiedente asilo disabile proveniente dalla provincia di Ghazni nel sud dell’Afghanistan. In questa provincia secondo la Commissione Indipendente per i Diritti Umani dell'Afghanistan nel novembre del 1998 sono state massacrate decine di persone da parte dei talebani solo perché appartenevano all’etnia hazara. Quattro di queste persone uccise erano parenti di Gholam Nabi. Nabi è stato deportato su una sedia a rotelle dall’aeroporto di Gardermoen, ad Oslo. Nabi è arrivato in Norvegia nel febbraio del 2008 all’età di 17 anni. Il suo unico desiderio era quello di avere una vita normale, lontana dalla violenza e dalla morte. Appena arrivato ha inoltrato la richiesta di protezione internazionale. Pochi mesi dopo, mentre stava uscendo da un café nel centro di Oslo con alcuni suoi…
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“Libertà e democrazia”, gli egiziani romani contro il colpo di Stato

Yasser Arafa è uno dei leader del comitato “Libertà e Democrazia per l’Egitto” che con Khaled Ismail mi ha ospitato nel suo garage per parlare di quello che sta accedendo in Egitto. Sono anni che ormai vivono e lavorano a Roma, ma da un anno sono attivi sia a Roma che a Milano con il loro comitato e le loro iniziative antigolpiste. Intervista di Carlo Barberio Quando nasce ufficialmente il comitato? Il comitato “Libertà e Democrazia per l’Egitto” nasce ufficialmente il 27 luglio 2013 in seguito agli avvenimenti che hanno interessato l’Egitto negli ultimi mesi culminati con il rapimento e la destituzione del presidente Mohamed Morsi e l’ascesa al potere del regime militare di Abdel Fattah Al-Sisi. Il comitato da chi è formato? Tra i promotori del comitato vi sono uomini e donne italo-egiziani che credono nella libertà del popolo…
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Egitto alle urne per eleggere il successore di Morsi

di Maddalena Goi Il 26-27 maggio, l’Egitto, è chiamato alle urne per eleggere il futuro successore di Morsi. Mentre le elezioni 2012 hanno visto cinque candidati contendersi la presidenza, oggi sono solo due i candidati presenti sul palcoscenico presidenziale dell’Egitto, da una parte l’ex comandante delle forze armate egiziane Abdel Fattah al-Sisi e dall’altra il politico egiziano Hamden Sabahi di orientamento socialista. Quest’ultimo si era già candidato per le presidenziali del 2012 ottenendo il terzo posto col 20,7% di voti. Ma il candidato favorito resta solo uno - considerato un eroe nazionale, il "leone", colui che ha sconfitto il terrorismo e salvato il paese dalla violenza e dalla minaccia islamista rappresentata dai Fratelli Musulmani. Al-Sisi, 59 anni, ufficiale militare, ex capo dell’Intelligence, presidente del Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF), il 26 marzo 2014 ha dato le sue dimissioni…
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“Caro Zaia, sono musulmana e italiana: rispetta la mia identità”

Mi chiamo Hagar Haddouch, e sono iscritta al corso di studio di “Lingue, culture e civiltà dell'Asia e dell'Africa mediterranea” all'Università Ca' Foscari. Sono una cittadina italiana di origine marocchina, musulmana, e non porto il velo. Qualche giorno fa mentre sorseggiavo il mio caffè, comodamente seduta al bar, l'occhio mi è caduto su un articolo: “Piscina riservata alle musulmane, l'ira di Zaia : - E' inaccettabile”. Si parla di una bella iniziativa proposta dal comune di Mestre, ovvero per un'ora e mezza, la domenica, una delle piscine comunali permetterà l'ingresso a sole donne e bambini.  Dunque la piscina non è riservata a sole musulmane e proprio in questo risiede, a mio avviso, l'importanza dell'iniziativa. Con il tempo gli immigrati diventano cittadini italiani, ma a loro, spesso di origine sociale modesta…
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La pena di morte nel 2013 – Infografica interattiva

Immaginate di essere imprigionati, in attesa di essere impiccati. Di sentire continuamente il rumore del ferro battuto dagli operai che preparano il patibolo destinato a voi. Selwyn Strachan, ex prigioniero del braccio della morte di Grenada Sono almeno 778 le persone messe a morte nell'arco del 2013, costituendo un aumento del 15% rispetto al 2012 (a esclusione della Cina, dove la pena capitale è considerata segreto di stato). Lo si legge nell'ultimo rapporto di Amnesty International, secondo cui poco meno dell'80% di tutte le esecuzioni sono state registrate tra Iran, Iraq (principalmente per accuse di terrorismo) e Arabia Saudita (tra cui tre minorenni al momento del reato), ma anche Usa e Somalia sono tra i principali paesi responsabili del maggior numero di uccisioni. Sono invece quattro (Indonesia, Kuwait, Nigeria e Vietnam) i paesi che hanno ripristinato esecuzioni capitali nello…
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