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Così l’occupazione schiaccia il cristianesimo in Palestina

Fondatore del Monastero di Sant'Ephrem a Taybeh, l'unico villaggio interamente cristiano di tutta la Palestina, Padre Jacques Frant racconta la vita di un monaco sotto occupazione militare Jacques Frant è un monaco melchita, giunto alla fede e all’amore per il popolo palestinese dopo una vita travagliata e sofferta. Nato a Parigi nel 1950 da padre polacco e madre turca, entrambi ebrei, a 16 anni prese coscienza dei tragici eventi della Shoah vissuti dalla sua famiglia. Questa pesante eredità lo condusse verso una posizione netta contro il razzismo, entrando nelle case degli immigrati, nordafricani e italiani in particolare. “Non fu facile superare la paura dell’altro”, commenta Padre Jacques. “Soprattutto con gli algerini, visto che si era appena conclusa la Guerra d’indipendenza. Ma è stato così gratificante!”. Visse in prima linea il Maggio parigino, uscendo persino…
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Noi donne afghane, tradite da Nato ed Europa

Trump ribalta il suo programma elettorale annunciando l’invio di 4000 militari in Afghanistan. La Germania non potenzierà la sua presenza sul territorio, ma appoggia prontamente il cambio di rotta a lungo termine degli USA. Si promette l’apertura del dialogo tra il governo afghano e i talebani, ma con l’aiuto degli alleati. Intanto in Europa si continua a discutere di diritti umani e terrorismo. Invitata a Bruxelles dal Parlamento europeo, lo scorso 12 luglio la scrittrice e attivista Malalai Joya ha aperto con toni inevitabilmente duri il suo intervento durante l’audizione sui diritti della donna in Afghanistan della Sottocommissione per i diritti dell’uomo. “Il popolo afghano è stato tradito da chi ha promesso aiuto. L’occupazione degli USA e della NATO non ha fatto che raddoppiare i nostri problemi e questo governo, appoggiato dagli Stati…
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Marocco, la protesta del “Rif” spiegata (bene) in 5 punti

Perché la mobilitazione del “Rif” marocchino continua ad andare avanti? Cinque elementi da tenere a mente per comprenderne meglio le dinamiche Il Marocco non ha mai conosciuto, in tutta la sua storia contemporanea, una mobilitazione popolare così importante come quella che si sta verificando, da più di otto mesi, nell’estremo nord del paese, il Rif. Neanche negli anni in cui, nel mondo, le rivolte popolari di sinistra o quelle islamiche hanno toccato il picco massimo, il Paese ha conosciuto un coinvolgimento popolare di così grande portata, come quello in corso nelle città e nei villaggi del Rif. Nemmeno al culmine della “Primavera Araba” del 2011 le sue manifestazioni e le sue marce furono così notevoli. Dopo l’ondata di arresti che ha visto coinvolti più di 189 attivisti e la campagna di repressione…
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I cristiani stanno davvero abbandonando il Medio Oriente?

Nelle settimane scorse si è parlato molto, sui social media, di un articolo scritto da Maria Abi-Habib per il Wall Street Journal, dal titolo “Christians, in an Epochal Shift, Are Leaving the Middle East”. Qui potete leggerlo integralmente. Il pezzo tratta numerosi problemi, ma la sua tesi centrale può essere sostanzialmente riassunta nel titolo. Non intendo criticare il messaggio in sé. È chiaro che la percentuale di cristiani in Medio Oriente sia infatti in calo. È una affermazione palese, ma cosa aggiunge concretamente? Non molto. Non mi concentrerò dunque sull'articolo in sé, perché ciò che mi ha più allarmato è stato il seguente grafico. Penso che concordiamo tutti sul fatto che i lettori tendino a ricordare le immagini più del testo. Questo articolo ha ricevuto gran parte del proprio traffico grazie a commenti del genere:…
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Serbia-Siria, la rotta del Coyote

I ribelli siriani avrebbero ricevuto mitragliatrici pesanti provenienti da una fabbrica di proprietà della Serbia. Il traffico sarebbe avvenuto tramite un magnate bulgaro, passando per un campo d'addestramento saudita. L'inchiesta di BIRN e OCCRP ebbraio 2016: indossando scarpe da ginnastica, jeans scoloriti e un maglione decorato con la parola "Life", il ventitreenne Salam (nome fittizio) posa insieme al suo ultimo kit, una mitragliatrice pesante, fresca di produzione e di recente consegnata al battaglione del Free Syrian Army, di cui è membro. Le foto, pubblicate sul profilo Facebook del combattente, non hanno attirano subito l'attenzione, perdendosi nel flusso dei selfie con armi provenienti dalle fazioni in guerra in Siria. La provenienza dell’arma e come ha viaggiato per giungere in un cortile polveroso nel nord della Siria risultavano dati di scarso interesse per…
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