Il 4 dicembre 2015 sbarcava a Pozzallo Murad Al Ghazawi, un siriano oggi 22enne in fuga dalla tragedia del suo paese. Arrivato in Italia, l'accoglienza non è stata come l'avrebbe immaginata: ritenuto legato ad una formazione jihadista vicina a Daesh, il giovane è stato detenuto per un anno con l'accusa di terrorismo. Pochi giorni fa la sentenza: assolto "per insufficienza e/o contraddittorietà della prova". IL PASSAPORTO DELLO STATO ISLAMICO Nel telefono di Murad è stato trovato un documento in arabo ritenuto un "passaporto dello Stato Islamico", un "lasciapassare per jihadisti per muoversi in Europa" o un "diploma dell'Isis", a seconda delle interpretazioni. In realtà la "dichiarazione di non miscredenza", così è intitolato il documento, è stato rilasciato a nome di un certo "Mamo Al Jaziri". Un errore che un'accurata traduzione avrebbe subito messo in risalto. E dopo una breve ricerca…
di Joshua Evangelista* “Dobbiamo rendere sicuro il nostro paese. Guardate cosa è successo la scorsa notte in Svezia”, tuonava Donald Trump una settimana fa in Florida, davanti a migliaia di sostenitori in estasi. “La Svezia, chi l'avrebbe mai immaginato! Ne hanno presi tanti e ora devono affrontare problemi inaspettati”, proseguiva nel ragionamento, collegando questo non meglio specificato fatto svedese alle politiche d'accoglienza di Stoccolma. Eppure nei giorni precedenti al discorso di Trump la polizia svedese non aveva registrato alcun attentato terroristico di matrice islamica o comunque riconducibile ai migranti. L'imbarazzante uscita del neopresidente degli Stati Uniti ha scatenato l'ilarità degli scandinavi, capeggiati dall'ex primo ministro Carl Bildt che ai suoi follower su Twitter ha chiesto quale droga avesse ispirato un discorso così infelice. Al di là dell'ampio debunking collettivo sulle…
Il cosiddetto muslim-ban emesso da Donald Trump sembra aver fornito uno spunto ai suoi alleati. L'Arabia Saudita sta infatti lavorando ad un provvedimento per imporre una procedura investigativa da effettuare a priori prima di concedere l'ingresso a cittadini del Pakistan. Un filtro che segue il triste record di deportazioni di cittadini pakistani: negli ultimi quattro mesi, il Regno dell'Arabia Saudita ha infatti ordinato l'espulsione di circa 40mila lavoratori pakistani. Come riportato da Saudi Gazette, le decine di migliaia di lavoratori stranieri sono state deportate a causa di visti scaduti e non meglio specificati motivi di sicurezza. Diversi pakistani sono stati espulsi perché accusati di traffico di droga, contraffazione e furto; sembrerebbe però che il governo saudita sospetti che i lavoratori espulsi abbiano legami con il sedicente Stato Islamico e con altri gruppi jihadisti. Un fatto innegabile è che le deportazioni di massa siano avvenute dopo…
Nati e cresciuti da esuli, non si sentono rappresentati e sono disposti a tutto per raggiungere l'Europa Rama è una ragazza palestinese che vive in un campo profughi del Libano e sogna di diventare una giornalista. È allieva di Luca Steinmann, che alla Scuola del giornalismo per i giovani palestinesi del Libano sostenuta da Lebanon Support e Majed Abu Sharar Foundation insegna fotogiornalismo e film-making. Rama sa che dentro un campo profughi non potrà mai essere una giornalista professionista. Ma lei sogna l’Europa. Nei suoi racconti spesso parla della Palestina e del desiderio di tornare in quella che sente essere la sua terra, pur non avendola mai vista. Migrando in Europa, dice, un giorno potrebbe ottenere un passaporto europeo con il quale recarsi in Israele, cosa che oggi le viene impedito. In Europa, dice, otterrebbe i diritti…
Di Aliza Goldberg - Traduz. dall’inglese di Annamaria Bianco Siamo continuamente esposti alle loro immagini: sono lì, che si affollano sul bagnasciuga dopo lo sbarco, camminano in massa in una strada polverosa, dormono a gruppi in una tenda-riparo per rifugiati. Sono i profughi siriani, in fuga da una guerra civile che dura da cinque anni, ma le loro foto somigliano a quelle degli anni Settanta e Ottanta, quando erano i rifugiati vietnamiti a scappare da una guerra decennale. A settembre 2015, il presidente Barack Obama ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero accolto 10.000 rifugiati siriani in un anno. I Governatori di 31 dei 52 stati degli USA, in tutta risposta al piano di reinsediamento del presidente, hanno negato il posto ai rifugiati. Ciononostante, i 10.000 rifugiati sono comunque riusciti…