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«Golpe» a Tripoli. Come valutarli?

di Alessandro Pagano Dritto - @paganodritto Per la seconda volta in tre mesi a Tripoli il 12 gennaio si è gridato al «golpe»: addirittura al «golpe» islamista. Vengono in mente scene di Primi Ministri svegliati nel cuore della notte e giunte militari che l'indomani proclamano il proprio potere all'ombra di qualche oscuro e giovane ufficiale con le stellette; scene, queste, di cui la storia africana non è certo avara. Succede così anche in Libia? No, o almeno difficilmente sarà questo il caso. Quando infatti parliamo di «golpe» a Tripoli, dobbiamo capire, in questa Tripoli, con chi abbiamo a che fare e quanto valore dare a queste azioni. Due «golpe» in tre mesi: una storia che continua. I protagonisti dei due «golpe» - ottobre 2016 e gennaio 2017 - sono infatti uguali…
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Libia, il gheddafismo dopo il 2011

di Alessandro Pagano Dritto - @paganodritto The two hijackers and four airline crew members who had remained on board leave the #Afriqiyah aircraft pic.twitter.com/i88G4BMtBw — Libyaschannel EN (@LibyaschannelEN) 23 dicembre 2016 Il dirottamento dell'aereo libico atterrato a Malta potrebbe costituire, venissero confermati i dettagli, un primo, grande, caso di esposizione internazionale del gheddafismo libico. In mancanza di un'interrogazione ufficiale dei dirottatori - appena presi in custodia, mentre si scrive, dalle autorità maltesi - bisogna prendere le notizie che si susseguono come voci. Ciò che sembra chiaro, però, è che si tratti, appunto, di sostenitori del defunto Colonnello Muammar Gheddafi, morto a Sirte il 20 ottobre 2011 in circostanze mai chiarite nei dettagli, ma comunque dopo essere stato scoperto e preso da ribelli della città di Misurata: la città antigheddafiana per eccellenza…
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Libia, chi ha attaccato i terminali petroliferi?

Lo scorso 7 dicembre milizie forse riconducibili al Ministero della Difesa di Tripoli attaccano invano l'area dei terminali petroliferi. L'azione, che rimane di non sicura attribuzione, è però condannata dalle autorità della Capitale di Alessandro Pagano Dritto -@paganodritto Il giorno dopo il fallito attacco ai terminali petroliferi, nessuno pare volersi prendere la responsabilità di rivendicarlo ufficialmente e nella Capitale tutti, compresi i principali sospettati, sembrano prenderne le distanze: alcuni di sicuro, altri probabilmente. Forse perché l'azione, se confermata, potrebbe gettare ombre non lievi sui possibili responsabili e sulle autorità appoggiate dalle Nazioni Unite. Dichiarata la liberazione di Sirte dallo Stato Islamico il 5 dicembre 2016, dopo sette mesi di combattimenti, la sirtica rimane comunque una zona di conflitto. 7 dicembre 2016, attacco ai terminali petroliferi: coinvolto il Ministero della Difesa di Tripoli?…
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Quell’ebraismo che rifiuta il sionismo

di Riccardo Bottazzo La Terra Santa? "Appartiene esclusivamente al popolo Palestinese". Israele? "Uno stato illegittimo che non ha nessuna ragione di esistere". Ebraismo e sionismo? "Due concetti antitetici". Il chassidismo rifiuta il principio che sta alla base di questa ideologia: quello del diritto degli ebrei ad avere un loro Stato. Perlomeno sino a che il promesso Messia non busserà alle porte di Gerusalemme, inaugurando un'era di pace e prosperità sia per i vivi che per i morti. "Nell'attesa, noi preghiamo per un immediato e pacifico smantellamento dello Stato di Israele, perché i sionisti abbandonino la loro criminale ideologia e perché la terra di Palestina venga restituita ai loro legittimi proprietari. Così che anche in quei luoghi si possa tornare a vivere in pace come era nel passato". Parola di ebreo. Anzi,…
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Scacco matto ai curdi

di Valeria Ferraro e Joshua Evangelista Bloccare tutte le proprie attività all'interno del parlamento turco. Alla fine l'HDP (Halkların Demokratik Partisi) ha dato a Erdoğan l'unica risposta possibile, dopo che dodici dei suoi deputati, tra cui i due co-presidenti, sono stati arrestati. Questo significa che la terza forza del parlamento, con 59 seggi occupati, non parteciperà ai lavori plenari e delle singole commissioni. "Il gruppo parlamentare e l'esecutivo del partito hanno preso la decisione di interrompere il nostro lavoro negli organi legislativi, di fronte a questo grave attacco globale", si legge in un comunicato del partito. Non sederanno nelle comode poltroncine del meclis di Ankara, bensì andranno di "casa in casa, di villaggio in villaggio, di distretto in distretto" per incontrare il popolo. È l'ultimo capitolo di una lunga campagna condotta con…
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