di Raffaele Spinelli In Cisgiordania i coloni starebbero ricevendo armi da Israele, in previsione degli eventi di fine settembre quando l’Autorità Nazionale Palestinese farà formale richiesta all’Assemblea Generale dell’Onu per il riconoscimento dello stato palestinese. È quanto afferma il quotidiano israeliano Ha'aretz: l’operazione - denominata dalle forze armate “Semi D’Estate” - preparerebbe i coloni e gli abitanti degli insediamenti cisgiordani a fronteggiare eventuali “disordini di massa”. L'esercito starebbe distribuendo gas lacrimogeni, granate assordanti e altri tipi di armamenti vari. L'intelligence israeliana ha tracciato una precisa linea rossa, oltre la quale nessun palestinese dovrà avere accesso e, nel caso ci proverebbe, lo farebbe a proprio rischio e pericolo. Nei territori occupati – dove sono presenti circa mezzo milione di coloni (tra cui molti integralisti religiosi) - si sono registrate, nelle ultime settimane, testimonianze…
Mentre veniva effettuata una perquisizione in un campo di rifugiati nel nord della Cisgiordania, un giovane palestinese è stato ucciso dai soldati israeliani all'uscita da una moschea. L'esercito era alla ricerca di un membro del Movimento della Jihad islamica ed ha erroneamente ritenuto che il ragazzo ne facesse parte. Al contrario, il palestinese non apparteneva a nessuna fazione politica. Cinque arresti si sono avuti durante la perquisizione. Già la notte precedente due edifici a Gaza erano stati bombardati da un raid aereo israeliano e successivamente gli israeliani si erano giustificati affermando che si trattava di depositi d'armi.
Il 15 maggio, l’anniversario della “catastrofe”, la “Naqba”, è più che mai presente tra i palestinesi. Nell’ultima settimana, sotto a un cielo nero con fuochi di assedio sono stati uccisi almeno 140 palestinesi, compresi 39 bambini, più di 950 sono i feriti. 10 mila palestinesi sono stati costretti ad abbandonare le loro case per mettersi al riparo dagli attacchi israeliani, ma a Gaza, una striscia di terra di 670 chilometri con due milioni di abitanti e i confini barricati dalle forze israeliane, non c’è molto spazio per ripararsi dal quarto arsenale più equipaggiato del mondo. Oggi negli attacchi israeliani sono morte dieci persone in un campo rifugiati e la palazzina che ospitava gli uffici di Al Jazeera a Gaza city è stata distrutta. L’escalation di violenza è cominciata la scorsa…
Intervista ad Aysar Al-Saifi di Ludovica Iaccino Nato e cresciuto nel campo profughi di Dheisheh, uno dei più grandi in tutta la Cisgiordania, Aysar Al-Saifi ricorda ancora gli aneddoti raccontati a tavola; parole sussurrate, sguardi complici, intere generazioni accomunate dalla voglia di libertà e dalla speranza di un futuro migliore. La paura, la sofferenza di famiglie dilaniate dal dolore, la pena di madri che piangono figli uccisi dai militari o dimenticati in prigioni che è impossibile visitare, sono ricordi lucidi nella sua mente. Tuttavia, Aysar – che ora vive in Italia – ricorda anche la resilienza del suo popolo, le amicizie indissolubili, i primi amori, i giochi di ombre alla luce di candele, l’amore di sua madre, la lotta per mantenere viva la memoria di un popolo martoriato dalla guerra, dall’occupazione israeliana,…
Il COVID-19 ha affossato economia e sanità pubblica in Palestina, già devastata dall'occupazione israeliana della Cisgiordania e dall'embargo a Gaza. I medici (israeliani e palestinesi) e le associazioni umanitarie stanno lanciando l’allarme. Secondo l’ultimo rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) sulla situazione economica in Palestina, il COVID-19 ha aggravato le terribili condizioni economiche nei territori palestinesi occupati. Già prima della pandemia, la stessa UNCTAD prevedeva un biennio ’20-’21 devastante per l’economia palestinese, con una stima di diminuzione del PIL pro capite tra il 3% e il 4,5%. In effetti, i tassi di povertà e di disoccupazione sono rimasti elevatissimi (attorno al 30%), il PIL pro capite è diminuito per il terzo anno consecutivo, la Cisgiordania ha registrato il suo tasso di crescita più basso…