di Uruj Ehsan Sheikh* Siamo in un momento storico. Una rinnovata islamofobia è emersa nel mainstream. La retorica anti-islam dei candidati repubblicani e una recrudescenza di crimini d'odio contro i musulmani vanno avanti senza sosta. La crisi dei rifugiati siriani e iracheni continua in una spirale fuori controllo. San Bernardino, Parigi, Ankara, Baghdad e molti altri - la politicizzazione dell'Islam sta polarizzando molte persone, costringendole a prendere una posizione. In questo contesto sono andata a Guantanamo Bay, a Cuba, con altri 13 membri di "Witnesses against torture", un gruppo che chiede agli Stati Uniti chiudere il centro di detenzione di Guantanamo, una prigione della "Guerra al terrore" diventata sinonimo di tortura, isolamento e detenzione a tempo indeterminato. Come musulmana pakistano-americana ho sentito la necessità di essere parte di questa delegazione al fine di contestare l'esistenza di Guantanamo; un luogo che esiste per dei capri…
"Fratelli e sorelle musulmani: grazie." Condividiamo, dalla pagina Facebook The Jewish Standard, una foto in cui due persone di fede islamica si sono recate presso la locale sinagoga dichiarandosi "guardiani dei credenti e delle loro case di adorazione". "Molti dei miei amici", ha commentato Ayse Cindilkaya su EUISA-EU, "sono ebrei che si battono per un'Europa inclusiva. Abbiamo speso molto tempo insieme per organizzare eventi di dialogo religioso. La loro insicurezza di questi giorni addolora anche noi. Appoggiamo la campagna Twitter #IGoToSynagoge perché l'ebraismo sia vissuto in famiglia, nella comunità e nelle sinagoghe. Le nostre preoccupazioni sono molto simili. Gli hashtag per partecipare alla campagna sono: #IGoToSynagogue #WeMustStickTogether #AllLivesMatter #MuslimsAndJewsRefuseToBeEnemies #ChildrenOfAbraham LEGGI ANCHE: - La moschea di Parigi che salvò gli ebrei durante l’Olocausto - “Difendere cristiani ed ebrei? Dovere di ogni musulmano” - Le più belle sinagoghe…
Tolosa – Più di seimila persone hanno partecipato alla marcia silenziosa interconfessionale in ricordo della quattro vittime della strage di Tolosa, uccisi da Mohammed Merah. Alla manifestazione hanno partecipato rabbini e imam, che hanno sfilato abbracciati. Il rabbino francese Gilles Bernheim ha spiegato che marciare insieme vuol dire riconoscere e difendere i valori condivisi della Francia, che hanno a che fare con la solidarietà, il rispetto del prossimo e della giustizia. “Ed è molto importante che i nostri fratelli musulmani e i nostri fratelli cristiani e noi stessi, solo per parlare di religioni monoteiste, siamo qui insieme vicino alla scuola della strage” – ha concluso Gilles. A fargli eco anche Hassen Chalghoumy, imam di Drancy che ha detto: “Questo non è l’Islam, non ci ha nulla a che fare. Chi…
È finita nel sangue la manifestazione organizzata dai Copti per protestare contro la distruzione di una chiesa cristiana da parte dei musulmani al Cairo. Le versioni sull’accaduto sono contrastanti. In un primo momento si è creduto che forze contro-rivoluzionarie avessero attaccato il corteo, provocando la reazione dei copti che, nella confusione, si sarebbero scagliati contro le forze dell’ordine, che hanno risposto al lancio di alcune bombe molotov. Poi si è parlato di provocazioni da parte dei Fratelli musulmani che avrebbero provocato la reazione dei Copti ai danni delle forze dell’ordine, che avrebbero aperto il fuoco facendo una strage. Il bilancio è di 24 morti e 176 feriti. Gli scontri non si sono fermati. Gruppi di copti e di musulmani si sarebbero affrontati nei quartieri della città con bastoni e pietre. La manifestazione aveva come ulteriori obiettivi la richiesta di rimozione del governatore…
di Maddalena Goi Il 26-27 maggio, l’Egitto, è chiamato alle urne per eleggere il futuro successore di Morsi. Mentre le elezioni 2012 hanno visto cinque candidati contendersi la presidenza, oggi sono solo due i candidati presenti sul palcoscenico presidenziale dell’Egitto, da una parte l’ex comandante delle forze armate egiziane Abdel Fattah al-Sisi e dall’altra il politico egiziano Hamden Sabahi di orientamento socialista. Quest’ultimo si era già candidato per le presidenziali del 2012 ottenendo il terzo posto col 20,7% di voti. Ma il candidato favorito resta solo uno - considerato un eroe nazionale, il "leone", colui che ha sconfitto il terrorismo e salvato il paese dalla violenza e dalla minaccia islamista rappresentata dai Fratelli Musulmani. Al-Sisi, 59 anni, ufficiale militare, ex capo dell’Intelligence, presidente del Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF), il 26 marzo 2014 ha dato le sue dimissioni…