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L’autorità palestinese fra repressione e collaborazione

 di Germano Monti Un attivista palestinese arrestato per aver postato alcuni commenti sulla sua pagina Facebook, un altro per aver promosso scioperi, manifestazioni a Ramallah e Nablus represse a suon di lacrimogeni e botte da orbi… sembrerebbe la cronaca dell’ordinaria quotidianità della violenza degli occupanti israeliani, invece sono gli ultimi episodi della repressione messa in atto dalle forze di polizia dell’Autorità Palestinese nei confronti di propri connazionali, episodi raccontati e documentati da Samantha Comizzoli, battagliera volontaria italiana nella West Bank. Abdullah Abdul Halin è stato arrestato martedì 4 novembre a Nablus dalla polizia palestinese, con l’accusa di aver pubblicato su Facebook frasi critiche nei confronti di Mahmoud Abbas, il presidente dell’Autorità Palestinese, nonché di essere un militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, storica organizzazione di sinistra e…
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L’Egitto apre il valico di Rafah per i feriti gazawi

È il terzo giorno dell'operazione Protective Edge e degli assidui bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Gli ultimi aggiornamenti documentano almeno 81 morti e più di 550 feriti dall'inizio degli indiscriminati raid aerei israeliani. di Federica Iezzi Khan Younis (Striscia di Gaza) - Tutto ha avuto inizio il 12 giugno con la scomparsa di Eyal Yifrah, Gil-Ad Shayer e Naftali Frenkel, dalla colonia di Gush Etzion, in Cisgiordania, nei pressi di Hebron. I corpi senza vita dei tre ragazzi furono trovati 18 giorni dopo. Alla notizia, è seguito l'omicidio di Mohammed Abu Khdeir, sedicenne palestinese, spietatamente bruciato, fino alla morte, nel quartiere arabo di Shu'fat a Gerusalemme Est. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha condannato aspramente l'assassinio del ragazzo palestinese. Ma, nonostante la mancanza di prove, non concede il beneficio del…
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Guerra e satira, le vignette di Latuff su Gaza

Undici vignette di Carlos Latuff sugli attacchi che Israele ha sferrato contro la Striscia di Gaza negli ultimi anni.  Carlos Latuff è un disegnatore brasiliano di origine libanese, specializzato in satira politica. I suoi lavori affrontano temi come antiglobalizzazione, anticapitalismo, pacifismo e antimilitarismo, soprattutto nei confronti delle ultime guerre condotte dagli Stati Uniti. È molto conosciuto per le sue vignette sul conflitto israelo-palestinese e sulle recenti rivoluzioni arabe. Lo stesso Latuff ha descritto il suo lavoro come controverso.     LEGGI ANCHE: Gaza sotto le bombe, otto anni di sangue – INFOGRAFICA ASCOLTA IL PODCAST: Il vignettista Mauro Biani e la Siria: il rapporto tra guerra e satira
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Essere rifugiati in Israele. Tra prigioni nel deserto e discriminazioni religiose

Nel cuore del deserto del Negev, circondato da chilometri di aridità e siccità, sorge il Centro di Detenzione Holot per richiedenti asilo. Maawiya Mohammed Adam, un sudanese di 28 anni che è entrato in Israele nel 2008 per fuggire dalla guerra civile del proprio paese, è stato detenuto a Holot per gli scorsi sei mesi. "Per i non ebrei", dice Adam, "cercare asilo nello Stato Ebraico è una cattiva idea". “Se io fossi stato un ebreo, ora starei in ottime condizioni e Israele mi riconoscerebbe lo status che merito. Ma siccome sono musulmano e nero, la mia sorte è sofferenza", ha dichiarato Adam a Yermi Brenner di Mint Press News. Si trova ora all'esterno di Holot, sotto il torrido sole estivo. "Israele si preoccupa di non avere musulmani e persone di colore…
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I 50 ragazzi israeliani contro l’esercito: “Non violeremo i diritti umani”

Cinquanta adolescenti israeliani hanno scritto una lettera al Primo Ministro Benjamin Netanyahu per dichiarare che si rifiuteranno di arruolarsi perché l'esercito occupa la terra palestinese. "La ragione principale per il nostro rifiuto è data dal fatto che ci opponiamo all'occupazione dei territori palestinesi da parte dell'esercito", hanno scritto i 50 ragazzi nella lettera a Netanyahu, pubblicata su Fb dal gruppo pacifista israeliano Yesh Gvul. I giovani obiettori hanno citato poi le "violazioni di diritti umani" in Cisgiordania, incluse "esecuzioni, costruzioni di colonie, detenzioni amministrative, torture, punizioni collettive e iniqua distribuzione di acqua ed elettricità". "Qualsiasi arruolamento", continua la lettera, "perpetuerebbe l'attuale situazione, quindi non possiamo essere parte di un sistema che fa queste cose". In Israele la coscrizione è obbligatoria (3 anni per gli uomini e due anni per le donne) e chi…
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