Il documentario di Emanuela Del Re racconta la storia della comunità cristiana irachena prima e dopo gli effetti della presenza dell'ISIS, dando voce a uomini, donne e bambini a cui il Califfato ha dichiarato guerra. di Nicolamaria Coppola egli ultimi 15 mesi, circa 125 mila cristiani delle aree adiacenti a Mosul e della piana di Ninive sono stati costretti ad abbandonare le loro case solo perché hanno scelto di rimanere cristiani rifiutando le condizioni imposte dai miliziani dello Stato Islamico. L’ISIS, in nome di un falso Dio, pretende di purificare la terra dell’Islam da tutti coloro che sono takfir (apostati, sicché empi): sciiti, alawiti, aleviti, drusi, yazidi, ebrei, circassi, sufi e, appunto, cristiani. A tutti gli apostati vengono lasciate tre possibilità per poter restare nei territori del Califfato: convertirsi all'Islam…
di Alessandro Pagano Dritto - @paganodritto Il vertice di Vienna del 16 maggio 2016 ha stabilito in via - parrebbe definitiva, ma comunque non ancora ufficiale - le richieste libiche per un coinvolgimento della comunità internazionale in chiave antiterroristica: invio di armi e addestranmento di truppe, ma niente presenza diretta sul suolo. Tuttavia, al di là degli annunci teorici, la pratica rimane ancora complessa sia per le persistenti divisioni interne alla Libia in ambito politico e militare sia per lo scetticismo con cui anche gli ambienti militari di Washington sembrano aver accolto le non ancora dettagliate richieste del Presidente Fayez Serraj. Il 16 maggio 2016 si è tenuto a Vienna un vertice internazionale sulla Libia. A patrocinare la sessione i rappresentanti di due paesi, che alla sua conclusione ne…
di Nicolamaria Coppola Il mondo sembra essersi accorto degli yazidi solo in seguito all’arrivo dei miliziani jihadisti di Daesh a Mosul e nella provincia di Niniveh. È stato in quell’occasione che si sono visti uomini, donne e bambini costretti a fuggire dalle loro case e rifugiarsi sul monte Sinjar mentre le truppe dell’ISIS entravano nella omonima città e la annettevano al loro neonato Califfato. Le tragiche storie delle donne yazide, rapite, vendute come schiave e stuprate dagli uomini del Califfato, poi, hanno fatto inorridire tutti noi, e Vian Dakhil, la donna yazida membro del Parlamento iracheno, ha commosso il mondo con il suo appello disperato lanciato tra le lacrime all’inizio di agosto 2014: “Salvateci!”. Noi di Epos, però, conosciamo la comunità yazida da molto prima che questa diventasse tristemente nota…
Colore: rosso fuoco. Materiale: legno laccato. Interamente realizzata a mano. Modello artigianale e unico. Non privo di eleganza nella sua sobrietà. Vi ci potete accomodare - e gratuitamente! - se passate per via Carducci, nel cuore di Mestre. Ma non è questa la panchina di cui vogliamo raccontare la storia, ma di quella che c’era prima. Prima che il Brugnaro Luigi - lui si firma sempre col cognome davanti al nome che gli pare più corretto - sindaco di Venezia, la sradicasse a colpi di ruspa assieme a tutto il malcapitato plateatico che ci sorgeva attorno. E non senza aver prima chiamato a rapporto la stampa locale per mostrare come, con la ben quotata politica della ruspa, si possa risolvere il famoso “degrado” che umilia la città. La panchina, quella…
di Parveen Akhtar - Università di Bradford* In Pakistan esistono possibilità minime che il figlio di un autista di autobus possa ottenere una posizione politica elevata nella capitale del paese. Ma ora il popolo di Londra ha eletto Sadiq Khan - figlio di un immigrato pakistano, un autista di autobus - ad essere il loro primo sindaco di fede musulmana. Sebbene non possa influenzare la politica economica ed estera della nazione, Khan sarà responsabile di aspetti fondamentali della vita di Londra: dai trasporti all'edilizia, dalla sicurezza all'ambiente. Ed essere eletto direttamente da al sindaco di Londra un mandato personale che non ha nessun altro parlamentare di Westminster. Il padre di Khan è stato uno delle centinaia di uomini pakistani immigrati in Gran Bretagna negli anni '50 e '60, in cerca della…