di Alessandro Pagano Dritto (Twitter: @paganodritto) (*Immagine di copertina: Fayez Serraj, parlamentare della HOR di Tobruk nominato Primo Ministro del futuro governo unitario libico dalle Nazioni Unite. Attualmente presiede il Consiglio Presidenziale, che di recente ha scelto 32 ministri in attesa di approvazione proprio dal parlamento orientale. Fonte: www.iltempo.it) Ottenute le nomine dei 32 possibili ministri dal Consiglio Presidenziale presieduto da Fayez Serraj, a sua volta futuro Primo Ministro, si attende adesso che il parlamento libico orientale le ratifichi e dia quindi inizio alla nuova fase, quella unitaria, della vicenda politica e bellica libica. Eppure tutti e tre i poli politici nazionali non mancano di motivi che potrebbero mettere in dubbio il pronto esito positivo dell'operazione: se infatti quella di Tripoli è l'opposizione più scontata, nemmeno lo stesso…
Dodici grandi ong impegnate nella difesa della libertà d'espressione e dei diritti umani hanno scritto una lettera congiunta per sollecitare le autorità marocchine in modo da porre fine agli anni di prigione e molestie che il giornalista Ali Anouzla sta affrontando. Anouzla rischia di affrontare dai dieci ai trenta anni di carcere con l'accusa di aver sostenuto il terrorismo pubblicando un articolo sul sito web Lakome, ormai bandito, che conteneva un link a un articolo del quotidiano spagnolo El Pais, che a sua volta includeva un video pubblicato dalla branca magrebina di Al-Qaida. Secondo gli attivisti, le accuse contro il giornalista, che ora lavora come redattore capo dell'edizione araba del nuovo sito Lakome2, sono in realtà una rappresaglia per aver coperto il cosiddetto Daniel scandal, nel quale si accusa re Mohammed VI di aver graziato un pedofilo seriale spagnolo condannato…
"Mi trovo in un ospedale da campo. Soltanto oggi circa 200 persone sono svenute; ieri invece sono state ricoverate sette persone per avvelenamento, dopo aver mangiato carne cruda di gatto. La situazione è davvero dura. Diversi bambini sono morti perché senza latte, ci sono famiglie costrette a mangiare rovi". Questa la testimonianza con cui un attivista di Madaya, che ha preferito restare anonimo, racconta l'orrore dei 40mila abitanti intrappolati in una morsa di miseria e fame. Le truppe di Assad hanno tenuto sotto assedio la città per mesi, tagliando ogni rifornimento di viveri e medicinali per "stanare i ribelli", fino a quando la pressione mediatica internazionale non ha convinto il governo ad allentare la presa. Mesi di fame e morte lavati via con un cenno del capo, che ha così mostrato "misericordia" concedendo di nuovo un…
Theca Gallery inaugura la stagione espositiva 2016 con la mostra "Beyond the curtain" dell’artista afgano Mohsen Taasha Wahidi, a cura di Marco Meneguzzo. L’opera di Mohsen Taasha Wahidi è caratterizzata da un forte radicamento alla cultura millenaria della sua terra, la Persia, per poi sviluppare una riflessione critica sulla situazione sociopolitica di Afghanistan e Pakistan, luoghi in cui vive. I suoi lavori raccontano una storia ferita, ritratta di volta in volta nella fusione di sagome umane senza volto, versi coranici e grida spezzate. Nelle sue opere Mohsen Taasha Wahidi unisce la sapienza della parola scritta, che usa spesso come sfondo oppure disegnando e dipingendo direttamente su pagine di Corano, all’uso simbolico del colore (rosso) e di dettagli iconografici ripresi sia dalla tradizione compositiva e grafica mediorientale. Mohsen Taasha Wahidi è stato esposto…
di Uruj Ehsan Sheikh* Siamo in un momento storico. Una rinnovata islamofobia è emersa nel mainstream. La retorica anti-islam dei candidati repubblicani e una recrudescenza di crimini d'odio contro i musulmani vanno avanti senza sosta. La crisi dei rifugiati siriani e iracheni continua in una spirale fuori controllo. San Bernardino, Parigi, Ankara, Baghdad e molti altri - la politicizzazione dell'Islam sta polarizzando molte persone, costringendole a prendere una posizione. In questo contesto sono andata a Guantanamo Bay, a Cuba, con altri 13 membri di "Witnesses against torture", un gruppo che chiede agli Stati Uniti chiudere il centro di detenzione di Guantanamo, una prigione della "Guerra al terrore" diventata sinonimo di tortura, isolamento e detenzione a tempo indeterminato. Come musulmana pakistano-americana ho sentito la necessità di essere parte di questa delegazione al fine di contestare l'esistenza di Guantanamo; un luogo che esiste per dei capri…