In un'intervista fiume Gideon Levy, che per aver raccontato l'occupazione di Gaza ha dovuto girare con la scorta, racconta cosa vuol dire fare giornalismo in Israele di Riccardo Bottazzo Un israeliano come tanti. Nato e cresciuto in una Tel Aviv in perenne stato d’assedio e bombardato sin dai primi anni di scuola dalla macchina della propaganda. Così si racconta il giornalista Gideon Levy ai ragazzi del liceo artistico Guggenheim di Venezia che ha incontrato nell’aula magna del loro istituto giovedì scorso. Un israeliano come tanti con soltanto una particolarità in più. Lui si è fatto delle domande. “Sin da bambini ci raccontano che le sole vittime siamo noi, che gli arabi vorrebbero buttarci tutti a mare, che il nostro esercito è il più morale del mondo, che è cosa normale…
La foto in copertina è di Michal Jašek Cara Europa, forse avrai sentito le dichiarazioni dei nostri politici e pensato che noi siamo un po' ipocriti e che non apprezziamo l'essere parte dell'Unione. Ti potrebbe sembrare che abbiamo dimenticato il nostro passato doloroso, nel quale i nostri concittadini sono stati costretti a lasciare il paese: 80mila ebrei durante l'Olocausto; milioni di tedeschi, spesso antifascisti, dopo l'Olocausto; 25mila cecoslovacchi nel 1948; circa 300mila dopo il 1968. Potresti esserti chiesta cosa è successo al paese che ha donato al mondo Karel Čapek, Tomáš Garrigue Masaryk e Václav Havel. Da quanto tempo i cechi sono diventati così ininfluenti, scettici e codardi? Cosa è successo agli ideali di solidarietà, generosità e umanesimo? Non farti prendere dal panico! Non siamo così cattivi. E' solo l'impressione che i nostri rappresentanti politici…
di Joshua Evangelista La notte del 24 aprile 1915 il Governo ottomano arrestò ed imprigionò circa 250 intellettuali armeni. Iniziò quello che tutti noi conosciamo come Genocidio degli armeni. Tra la primavera e l'estate del 1915, in tutte le aree non coinvolte direttamente nella guerra, gli armeni furono deportati dalle proprie abitazioni. Gruppi composti da decine di migliaia di persone tra cui donne e bambini furono guidati, per centinaia di chilometri, verso il deserto siriano. Ufficialmente si chiamava “programma di reinsediamento”. Le testimonianze dei sopravvissuti sono colme di racconti sul trattamento brutale dei deportati. Delle vere e proprie marce della morte, fatte, come ha raccontato qualcuno, “con precisione chirurgica”: l'enorme numero di persone fu allontanato dalle proprie abitazioni senza la necessità di distruggere gli immobili, spesso promessi dall'esercito ai mercenari…
"Fratelli e sorelle musulmani: grazie." Condividiamo, dalla pagina Facebook The Jewish Standard, una foto in cui due persone di fede islamica si sono recate presso la locale sinagoga dichiarandosi "guardiani dei credenti e delle loro case di adorazione". "Molti dei miei amici", ha commentato Ayse Cindilkaya su EUISA-EU, "sono ebrei che si battono per un'Europa inclusiva. Abbiamo speso molto tempo insieme per organizzare eventi di dialogo religioso. La loro insicurezza di questi giorni addolora anche noi. Appoggiamo la campagna Twitter #IGoToSynagoge perché l'ebraismo sia vissuto in famiglia, nella comunità e nelle sinagoghe. Le nostre preoccupazioni sono molto simili. Gli hashtag per partecipare alla campagna sono: #IGoToSynagogue #WeMustStickTogether #AllLivesMatter #MuslimsAndJewsRefuseToBeEnemies #ChildrenOfAbraham LEGGI ANCHE: - La moschea di Parigi che salvò gli ebrei durante l’Olocausto - “Difendere cristiani ed ebrei? Dovere di ogni musulmano” - Le più belle sinagoghe…
Questo è il messaggio più pericoloso che possa arrivare. L'assioma dello 'scontro tra civiltà' - i cui sostenitori non possono né dimostrarlo né metterlo in discussione - sostiene che giudaismo e Islam siano incompatibili. Ed è l'Islam - seguendo questo paradigma - a fungere da parafulmine delle accuse e delle paure dell'Occidente. Quello che questa posizione evita di dire è che esiste una lunghissima e consolidata storia di pacifica convivenza tra i credenti delle due religioni monoteistiche. Nel 711 gli ebrei accolsero con speranza la conquista musulmana della Spagna. L'esercito dei mori lasciò la difesa di Cordoba nelle mani degli ebrei; Granada, Malaga e Siviglia furono invece protette da un esercito misto di ebrei e mori. Dopo un secolo di persecuzioni per mano dei cristianissimi visigoti, gli ebrei spagnoli poterono…