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Gli haitiani alla frontiera Usa e l’incognita Trump

A Tijuana migliaia di migranti haitiani sono bloccati dopo un lungo e pericoloso viaggio dal Brasile Caterina Morbiato, antropologa italiana esperta di temi migratori in Messico, ha da poco visitato la frontiera tra Tijuana e San Diego presso cui sono bloccati migliaia di migranti haitiani che, dopo un viaggio estenuante e rischiosissimo dal Brasile al Centro America e al Messico, rischiano ora di non poter entrare negli Stati Uniti, loro obiettivo finale. La vittoria di Donald Trump alle presidenziali americana ha, ovviamente, complicato la loro situazione. In breve, come si spiega la presenza migliaia di haitiani bloccati a Tijuana, in Messico? I migranti haitiani rappresentano in maniera emblematica la condizione di esilio ai tempi del neoliberalismo: la maggior parte degli haitiani che ora cercano di arrivare negli USA non parte…
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Il Marocco e il mito dell’ospitalità: la sfida dell’accoglienza

La situazione dei rifugiati nel Regno nordafricano è considerata "potenzialmente esplosiva". Ma in bilico tra proclami governativi e orrori gestionali (si pensi a Ceuta e Melilla), l'instancabile lavoro delle ong sta producendo risultati incoraggianti In Marocco sono 6471 le persone che rientrano sotto il mandato dell’UNHCR: 4437 rifugiati e 2034 richiedenti asilo. Dati statistici aggiornati al mese scorso1 dietro cui si nascondono storie di individui provenienti principalmente da Siria (3058), Yemen (451) e Costa d’Avorio (279), assieme a Congo (166), Iraq (133) e Repubblica Centrafricana (109). Per quanto queste cifre non eguaglino quelle di altri Paesi dell’area MENA in rapporto alla popolazione nativa di ciascuno, esse offrono comunque il quadro di una situazione potenzialmente esplosiva che presenta sì molte sfide, ma anche diverse opportunità, secondo il Consiglio Nazionale dei Diritti…
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Per uno sviluppo africano bisogna rinunciare a elemosina e cooperazione corrotta

"L'Africa non potrà mai sradicare la povertà affidandosi alla carità dei paesi sviluppati". Partendo da questo assunto, detto e ridetto ma mai veramente attuato, Jean-Pièrre Honla, esperto di economia africana e di sviluppo rurale, ha deciso di costruire un network virtuoso che creasse ricchezza effettiva in Africa. Una risposta concreta, dal basso, all'"aiutiamoli a casa loro" che tanto piace a certa politica nostrana. Del resto sono i paesi più sviluppati del mondo ad attirare il maggior numero di africani in fuga della povertà: l’88% di africani in fuga vive in un paese sviluppato (sessanta anni fa era meno dello 0,3%). Necessità di fuggire a fame e guerre da un lato, cooperazione e carità che non funzionano dall'altro. "Avevo notato che gran parte degli aiuti inviati in Africa dai paesi sviluppati contribuiva…
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Monika Bulaj e la ricerca del sacro attraverso la fotografia

Intervista alla fotoreporter polacca naturalizzata italiana, da decenni punto di riferimento della fotografia mondiale. A Frontiere News racconta la sua ricerca del sacro, anche "nei posti infelici del pianeta, dove ancora esiste la vita". Un viaggio costante nelle ultime oasi d'incontro tra fedi, zone franche assediate dai fanatismi armati e patrie perdute dei fuggiaschi di oggi. Luoghi dove gli dei parlano spesso la stessa lingua franca, e dove, dietro ai monoteismi, appaiono segni, presenze, gesti, danze e sguardi. In una parola: l'uomo, la sua bellezza, la sua sacralità inviolabile, ostinatamente cercata anche nei luoghi più infelici del Pianeta. L'ultima mostra di Monika Bulaj, “Dove gli Dei si parlano”, allestita presso i Frigoriferi Milanesi, presenta una selezione di immagini frutto di una ricerca profonda sul tema del sacro realizzata, in più di 15 anni di lavoro,…
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La crisi del Burundi rischia di estendersi

di Giovanni Gugg Oltre alla violenza e alle conseguenti ripercussioni umanitarie, una delle questioni che si pongono con maggior attenzione nella crisi politico-sociale del Burundi è quella della stabilità dell'intera regione. Per dare un'idea dell'entità della questione, dieci anni fa la rivista “Limes” scrisse di “Guerra Mondiale dei Grandi Laghi” in merito ai conflitti divampati durante gli anni Novanta. Già nel maggio 2015 il principale giornale rwandese riferì che “l'assenza di pace in Burundi significa in realtà mancanza di pace in tutta la regione”. Come l'ONU rilevava nel mese di luglio, la questione era ed è legata soprattutto all'alto numero di rifugiati burundesi nei Paesi vicini: attualmente sono oltre 240mila, secondo l'UNHCR, tra Repubblica Democratica del Congo, Rwanda, Uganda e Tanzania. Vi è, tuttavia, un inquietante fantasma che viene evocato da mesi, ovvero quello di un…
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