La doppia vita di Solomon Perel, nella Hitlerjugend per sopravvivere all’Olocausto
“Sei ebreo?” Questa domanda, secca e brutale, venne rivolta nel 1941 a un ragazzo di 16 anni di nome Solomon Perel. Intorno a lui, un gruppo di soldati tedeschi armati aspettava la risposta. Una parola sbagliata avrebbe significato la condanna a morte. Perel decise di giocare la sua carta più pericolosa. Tra sangue freddo e disperazione, pronunciò le parole che gli avrebbero salvato la vita ma che lo avrebbero anche costretto a vivere in una trappola identitaria senza via d'uscita: “Ich bin Volksdeutscher. Sono un 'tedesco etnico' ". Con quella frase, Perel si separò per sempre dal ragazzo ebreo che era stato. Nacque così Josef Perjell, il suo "nuovo sé", un'identità…