germania

Russia ieri e oggi: quando i prigionieri di guerra diventano persone

Russia ieri e oggi: quando i prigionieri di guerra diventano persone

Mosca, 1944. I russi hanno appena vinto la seconda guerra mondiale con un bilancio di oltre 20 milioni di connazionali morti. Il poeta Evgenij Aleksandrovič Evtušenko, allora bambino, in questo brano tratto dalla sua "Autobiografia preoce" racconta il corteo dei prigionieri di guerra tedeschi lungo i viali della capitale sovietica, circondati dagli sguardi e le urla d'odio delle donne a cui i nazisti avevano portato via parenti e dignità. Una pratica, quella del pubblico ludibrio dei nemici, drammaticamente contemporanea. Qui però succede qualcosa. Ad un certo punto i nemici diventano "uomini". Nel 1944 tornammo a Mosca, mia madre ed io, e fu la…
Read More
Faccia da turco

Faccia da turco

  Nel 1983 un giornalista tedesco di punta decide, dopo un'esitazione durata dieci anni, di valicare la frontiera che divide, in Germania, i cittadini tedeschi dagli immigrati turchi. Si "traveste da immigrato": inizia a farsi chiamare Ali, si mette lenti a contatto scure e si tinge di nero i capelli. Quindi mette un annuncio sul giornale nel quale si dichiara disposto a fare qualsiasi tipo di lavoro. Comincia così, con questa croce sulle spalle, la risalita del calvario dell'immigrazione. In questo passaggio del suo libro "Faccia da turco",  racconta una parte del percorso della sua personale Odissea.  L'inchiesta di Gunter è un documento unico sulle condizioni dei milioni…
Read More
Germania campione, vincono i figli degli immigrati

Germania campione, vincono i figli degli immigrati

  Estádio Beira-Rio di Porto Alegre, ottavi di finale dei mondiali Fifa. L'Algeria sta giocando la partita della vita contro una Germania contratta. Al 70', sullo 0-0, entra Sami Khedira, papà immigrato tunisino, mamma tedesca. Grazie alle sue giocate e all'intelligenza tattica che riesce a impartire alla squadra, la Germania trova le energie per battere gli avversari, ai tempi supplementari. Khedira è uno dei simboli di questa Germania di seconda-terza generazione, figlia (o nipote) di immigrati est-europei, arabi, turchi e africani che con il loro sudore e le loro lotte hanno contribuito a disegnarla per come è adesso. La vittoria…
Read More
“Il viaggio di Bereket”, diario day-by-day di un giovane migrante dall’Eritrea alla Germania

“Il viaggio di Bereket”, diario day-by-day di un giovane migrante dall’Eritrea alla Germania

Bereket ha 15 anni ed è partito dall’Eritrea puntando ad Amburgo, in Germania, per costruirsi una vita ed un futuro. Si muove solo, spostandosi con mezzi di fortuna, senza soldi e senza documenti. Ha già percorso 7.621 km in 719 giorni di viaggio. Sembrerebbe una delle tante storie che i media ci stanno insegnando a spersonalizzare circoscrivendo spesso il fenomeno in un freddo calcolo di costi o nel peggiore dei casi, di vittime. Questo viaggio però pur non essendo diverso da tanti altri ha uno scopo particolare. Save The Children ha infatti lanciato la campagna “Il viaggio di Bereket” - che prende…
Read More
Shoah, le scuse (tardive?) dell’Ungheria

Shoah, le scuse (tardive?) dell’Ungheria

"Dobbiamo delle scuse alle vittime perché lo Stato ungherese non è riuscito a proteggere i suoi cittadini dalla distruzione, e poi perché ha finanziato l'omicidio di massa". Per la prima volta l'Ungheria si è assunta le responsabilità per il ruolo svolto durante l'Olocausto. L'ambasciatore ungherese alle Nazioni Unite Csaba Korosi ha pubblicamente chiesto perdono, davanti all'assemblea ONU, per il passato del proprio paese. "Dobbiamo delle scuse alle vittime perché lo Stato ungherese non è riuscito a proteggere i suoi cittadini dalla distruzione, e poi perché ha finanziato l'omicidio di massa", ha dichiarato Korosi in occasione dell'evento ONU in ricordo del 70esimo anniversario della…
Read More
No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.