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La mia anima gemella mi aspettava all’uscio della moschea – puntata 3

La mia anima gemella mi aspettava all’uscio della moschea – puntata 3

"Quando tornai a casa, abbracciai forte mia madre, ed ero riluttante a togliermi da quell’abbraccio. Ero come un soldato che ha perso sul campo di battaglia, ferito a morte, che torna a casa ancora vivo mentre i suoi genitori sono sopraffatti dal dolore". Di Jemy Haryanto (leggi la seconda puntata) UNA BUONA NOTIZIA. Giorno dopo giorno andavo avanti con cuore turbato. Come un aquilone dalla corda spezzata, che viene trasportato dal vento. Di qua andava bene. Di là anche. Ma per fortuna riuscivo a trattenere i desideri che sorgevano in me, in modo da non cadere in comportamenti negativi. Al contrario, iniziai a trascorrere…
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In bilico tra sociale e profit, partire o no? Storia di un’emigrazione rimandata

In bilico tra sociale e profit, partire o no? Storia di un’emigrazione rimandata

di Francesca Addei “Lasciare la sicurezza di una vita tra precariato e disoccupazione per l'incerto di un futuro in un altro Paese fa paura, tanta paura. Perché anche se qui il presente e il prossimo futuro sono una merda, é sempre la tua merda. Totalmente assuefatta al suo odore non ti accorgi nemmeno di vivere avendola ben oltre il collo. Finché non arriva qualcuno che ti apre la finestra, ti fa vedere e sentire oltre te stessa. Una vita migliore, quei diritti prima negati ora diritti realmente auspicabili, un futuro per cui tornare a sognare. Ora non puoi più fare finta…
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Tranquilli, è il cadavere di un irregolare

Tranquilli, è il cadavere di un irregolare

di Joshua Evangelista Urrà! Possiamo tirare un grande sospiro di sollievo. La vittima identificata nella strage di Prato è un irregolare. La nostra coscienza è sollevata, non dobbiamo essere tristi a tutti i costi. Anzi, a leggere i commenti nei quotidiani online c’è quasi da esultare: “Sette in meno”, scrive qualcuno, come se la convivenza sia una partita a dama dove per sopravvivere devi fagocitare le pedine dell’avversario. E chissà qual è questo avversario. In questa veglia funebre capovolta, a rassicurare c’era anche Repubblica.it: con un'apertura cubitale sull'irregolarità del riconosciuto ci faceva indignare ma non dispiacere; viene quasi da pensare che…
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Leonard, dall’Uganda ai soprusi del ‘face-to-face’ all’italiana

Leonard, dall’Uganda ai soprusi del ‘face-to-face’ all’italiana

Leonard è un uomo di 44 anni; ha lasciato l’Uganda nel 1994, per raggiungere l’Italia. Da allora ha svolto diversi lavori, incontrando anche persone che hanno approfittato della sua condizione difficile e scontrandosi continuamente con la macchina burocratica italiana. La storia di Leonard non rappresenta di certo un caso isolato, e per Frontiere News vuole concludersi con un appello di solidarietà. Intervista di Eleonora Dutto Leonard perché hai scelto di lasciare il tuo paese e venire a lavorare in Italia? In Uganda ero un vigile urbano, ero giovane ed ambizioso: volevo fare un salto di qualità con un’esperienza all’estero, dove imparare…
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Uk, 19enne ucciso di botte perché italiano: “Ci rubi il lavoro”

Uk, 19enne ucciso di botte perché italiano: “Ci rubi il lavoro”

Massacrato di botte a soli 19 anni. Joele Leotta, un ragazzo di Nibionno - nel Lecchese - è stato ucciso nella sua casa a Maidstone, nella contea di Kent (50 chilometri a sud di Londra). La polizia ha effettuato finora nove arresti per quello che sembrerebbe essere un omicidio a sfondo razziale. "Ci rubi il lavoro" avrebbero infatti gridato gli assassini mentre pestavano Joele e l'amico con cui divideva l'appartamento. L'amico è sopravvissuto; è finito in ospedale in seguito alle lesioni al collo, alla testa e alla schiena, ma è stato dichiarato fuori pericolo. La vittima, che lavorava nel ristorante italiano “Vesuvius”, aveva recentemente…
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