Medici israeliani salvano da morte certa un bimbo palestinese di sette mesi

Foto di Matthew Bell

Un’equipe di medici di un ospedale israeliano ha salvato da morte certa Odai, un bambino palestinese di sette mesi. Haniya, la nonna del bimbo lo ha portato da Gaza per farlo sottoporre a un intervento a cuore aperto.

Odai è nato con un buco nel suo cuore e questo rendeva inefficiente il lavoro cardiaco. Un lato del muscolo era circa un terzo più grande di quello che avrebbe dovuto essere. Il foro è stato occluso tramite inserimento di Gore-tex. Senza il delicato intervento chirurgico Odai non sarebbe vissuto a lungo. Nessun ospedale di Gaza infatti dispone di by-pass così tecnologicamente avanzati.

“In questo caso lo abbiamo preso in tempo”, ha detto Jeffrey Godwin, medico della Tanzania e membro di Save a child’s heart, un’organizzazione no-profit israeliana. “Il paziente migliorerà come qualsiasi altra persona e avrà una vita normale”.

Save a child’s heart è un gruppo di cardiochirurghi pediatrici, prevalentemente israeliani, che ha salvato oltre 2.600 bambini con difetti cardiaci congeniti provenienti da 36 paesi tra cui Iraq, Giordania, Sudan, e l’Autorità palestinese.

Haniya ha dichiarato che il personale dell’ospedale ha trattato il nipote molto bene. “La gente è buona. Le persone comuni sono buone ovunque. Non abbiamo problemi tra di noi”.

“Speriamo che questo è un buon segno per la pace” ha detto il nonno di Odai esprimendo la sua gratitudine verso i medici. Ha ricordato con affetto i giorni prima dell’Intifada, quando gli arabi di Gaza interagivano con gli israeliani su base giornaliera.

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“Forse una famiglia come la nostra un giorno potrà andare a visitare un parente malato in un ospedale israeliano. E, forse, le relazioni tra palestinesi e israeliani torneranno alla normalità. Questo è quello che desideriamo”.

“Queste ultime tre settimane sono state incredibilmente difficili”, ha detto Taghreed, la madre del piccolo”. Ma ci ha aiutato molto chiamare l’ospedale e sentire il nostro bambino emettere dei suoni”.

“Devo essere l’uomo più felice del mondo”, ha esclamato infine, Alì, il padre ventunenne di Odai.


3 Comments

  • “Non sono cittadino di nessun posto, non ho bisogno di documenti e non ho mai provato un senso di patriottismo per alcun paese,
    ma sono un patriota dell’umanità nel suo complesso. Io sono un cittadino del mondo.”
    (C. Chaplin)

  • E’ il concetto di “nazione” che rovina il cuore degli uomini! ognuno di noi è prima “fratello” e poi, forse, italiano, israeliano,palestinese,americano,ecc……amo queste meravigliose manifestazioni di Amore puro e vero

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