L’8 marzo delle donne afgane – 2

 di Basir Ahang

Vi sono molte donne che credono che la loro unica opportunità per fuggire alla violenza sia il suicidio, mentre altre cercano un futuro migliore attraverso l’educazione. Ci sono anche alcune donne che fuggono da casa di nascosto grazie all’aiuto di amici.

Le ricerche purtroppo mostrano come l’opzione del suicidio stia aumentando tra le donne. “Ci sono stati 150 casi di tentato suicidio tra le donne dalla primavera di quest’anno. 45 donne sono riuscite nell’intento di porre fine alla propria vita, mentre le altre sono ancora perennemente minacciate. Siamo molto preoccupati per l’incremento dei suicidi tra le donne.” Afferma Aziza Khair Andesh, responsabile della rete della Società Civile della Provincia di Herat.

Ms. Khair Andesh crede che l’impunità dei criminali che portano le donne a commettere suicidio stia incrementando il numero stesso dei tentativi di suicidio. Ha inoltre aggiunto: “Trenta persone accusate di aver indotto al suicidio le loro mogli non sono ancora stati arrestati”.

Ms. Andesh afferma che ci sono una serie di diversi fattori dietro il suicidio di una donna, come la violenza famigliare cronica, la povertà, la disoccupazione, la malattia mentale e l’analfabetismo; e pensa che sia molto importante che il governo e le organizzazioni per i diritti delle donne facciano di più per prevenire questo disastroso fenomeno. La salute e il benessere delle donne è molto importante per il futuro dell’Afghanistan.

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Tuttavia non è facile per le donne tentare di cambiare vita da sole; spesso infatti le donne che ad esempio vogliono prendere parte alla vita sociale uscendo così dal proprio nucleo familiare vengono sottoposte a molestie. Una studentessa dell’università di Kabul, ha raccontato di esser stata minacciata di morte da alcuni studenti della scuola di sharia.

“Il vento aveva fatto scivolare il velo dalla mia testa. Mentre stavo per risistemarlo, un gruppo di studenti scuotendo i pugni mi ha urlato: questo è un paese islamico e tu devi tenere il tuo Hejab altrimenti farai una brutta fine!”

Le donne affrontano molestie, sono perseguitate o minacciate anche solo quando intraprendono la strada per il ritorno a casa.

La studentessa ha poi aggiunto di aver riferito la vicenda alla polizia dell’università, ma la polizia le ha risposto che la colpa era sua e che non avrebbe dovuto farsi scivolare il velo.

“Le donne dell’Afghanistan vengono maltrattate mentre lavorano, camminano per strada e persino durante le lezioni all’università. Un giorno ero in ritardo per la lezione così ho preso un taxi per arrivare in tempo all’università. Ad un certo punto il tassista si è voltato dalla mia parte e ha tentato di molestarmi, io sono fuggita via ed ho gridato aiuto, ma nessuno è venuto in mio soccorso.”

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