Lecce, addio al centro migranti Regina Pacis. Al suo posto un resort

Dal prossimo anno la struttura Regina Pacis, potrebbe essere trasformata in un resort di lusso con oltre 200 camere, piscina e vari altri servizi. Regina Pacis, con i suoi  3500 mq, è stato il più grande centro di permanenza temporanea in Italia ed ha accolto 6o mila immigrati.

Dopo aver firmato un accordo preliminare di vendita da un milione di euro per l’acquisto dell’ex Casa Regina Pacis, Rico Semeraro afferma:  «Formalmente lo stabile non è ancora di mia proprietà ma della Curia. Dunque io non parlo perché non sarebbe corretto».

Il  centro è  gestito dalla Fondazione Regina Pacis e diretto da don Cesare Lodeserto, sacerdote coinvolto in diversi procedimenti giudiziari e condannato a 5 anni e 4 mesi per calunnia, molestie ed estorsione ai danni di alcune donne ospitate nella struttura.  Dopo l’arresto di Lodeserto è arrivato don Attilio Mesagne, direttore della Caritas diocesana, a dirigere il Cpt che ha tenuto a precisare «Noi procedevamo serenamente con le attività previste dalla legge: accoglienza, protezione formazione e integrazione. È un peccato questa riconversione: avremmo potuto riprendere il cammino di accoglienza.La Curiaaveva pensato di trasformare il Regina Pacis in un centro, ma siccome il Comune premeva, ha deciso di vendere».

Intanto diverse associazioni chiedono l’abbattimento di quello che viene già definito un ecomostro destinato a rovinare il litorale di San Foca. Alessandro Presicce, avvocato e ai tempi del Cpt attivista del Lecce Social Forum, ricorda le disperate richieste d’aiuto di uomini aggrappati alle grate delle finestre del centro e dichiara «Non so quanti esorcisti bisognerà chiamare per ripulire quel luogo dalla sofferenza».

Antonella Mangia, altra attivista del Forum, incalza «Non abbiamo bisogno di un altro albergo. Che Semeraro dia l’esempio: crei un luogo di inclusione per i migranti». Giovanni D’Agata dello Sportello dei diritti dell’Italia dei Valori ha lanciato un ultimatum al Comune di Melendugno e alla famiglia Semeraro : se non dovessero fare un passo indietro sarà pronto a mobilitarsi ed ha aggiunto «Non è con la realizzazione di alberghi di lusso che si dimostra di ambire allo sviluppo ma con la dimostrazione di una cultura sociale avanzata che sa condannare i gravi errori del passato, come quello di aver consentito l’esistenza sul proprio territorio di un vero e proprio “lager” per migranti».

S.O


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